LOKI'S POV
<<Odino continua a portarmi nuovi amici>> dissi guardando i nuovi prigionieri attraverso il vetro della mia cella.
Devo ammettere che non stavo tanto male lì, la mia cella sembrava quasi la mia camera. Mia madre aveva ordinato che avessi un letto, una poltrona e alcuni mobili e aveva anche ordinato di non mettermi con gli altri prigionieri. Avevo anche dei libri da leggere quando mi annoiavo.
<<I libri che ti ho mandato non ti interessano?>> mi domandò mia madre dalle mie spalle.
In realtà era una sua illusione, visto che Odino non le permetteva di vedermi. Non capivo perché si comportasse così con me, lei era l'unica che mi aveva sempre amato molto e che mi riservava molte attenzioni.
<<Ho l'eternità per leggerli>> le feci notare e mi voltai verso di lei.
<<Loki, ho fatto ogni cosa in mio potere per farti avere conforto>> mi disse lei.
<<odino condivide questa tua preoccupazione per me? E Thor? Dev'essere davvero difficile vivere con loro che chiedono di me giorno e notte!>> dissi ironico.
<<Sai benissimo che sono state le tue azioni a condurti qui>> rispose lei seria.
<<Cercavo di dare verità alla bugia con la quale ero stato nutrito>> ribattei tranquillamente.<<Ero nato per essere re>>
<<Re? Un vero re ammette le proprie colpe, come tutte le vite che hai tolto sulla Terra>> mi fece ragionare lei.
<<Una piccola parte paragonata a quelle che ha tolto Odino stesso>> le ricordai.
<<Tuo padre....>>
<<Lui non è mio padre!>> gridai furioso. Quelle parole non potevo sopportarle, non dopo aver visto in che modo mi trattasse.
<<Allora io non sono tua madre?>> mi chiese lei con gli occhi lucidi e una faccia delusa.
Certo che lo era. Era l'unica che mi avesse sempre amato come un figlio, ma dovevo proteggerla dal mostro che ero. Dovevo allontanarla da me.
<<Non lo sei>> pronunciare quelle parole era difficile per me, ma non potevo fare altro.
Lei mi sorrise e sospirò.
<<Sei sempre perspicace riguardo agli altri, ma non riguardo te stesso>> disse porgendomi le mani.
Era tempo di far finire quell'incontro. Toccai le sue mani e feci scomparire l'illusione, mentre mia madre aveva gli occhi in lacrime. Io ero un mostro e lo sarei sempre stato, non avevo la possibilità di cambiare e di diventare il figlio che lei sperava che diventassi. Ero quel che ero e non potevo cambiare quel che ero.
THOR'S POV
Eravamo in piazza e ci eravamo fermati su un balcone per far ammirare a Jane il panorama. Ci stavamo raccontando quello che avevamo fatto nel periodo di allontanamento. Ero riuscito a distrarla per qualche minuto.
<<Quando sei venuto a cercarmi, perché dicevi che non mi trovavi?>> mi domandò.
<<I Nove Regni viaggiano all'interno di Yggdrasil, che orbita intorno a Midgard, come i vostri pianeti intorno al sole. E ogni 5.000 anni, i mondi si allineano. Noi la chiamiamo Convergenza>> le spiegai facendole un esempio con le nostre mani.<<Durante questo periodo, i confini tra i mondi si confondono. E' possibile che tu abbia trovato uno di questi punti. Per fortuna è rimasto aperto, perché una volta che i mondi si spostano dall'allineamento la connessione è perduta>> le continuai a spiegare, poi incrociammo le dita delle manie ci baciammo.
Da troppo tempo non provavo quella sensazione di vera felicità, ero bellissimo poterle stare di nuovo accanto.
<<Mi piace come mi spieghi le cose>> mi disse quando finimmo di baciarci ed io sorrisi.<<Che cosa mi accadrà?>> mi chiese poi preoccupata.
<<Troverò un modo per salvarti, Jane. Mio padre non sa ogni cosa>> la rassicurai.
<<Non farti sentire da lui>> disse la voce di mia madre alle nostre spalle.
Io sorrisi e le feci presentare.
<<Jane Foster, ti presento Frigga, regina di Asgard e mia madre>> dissi.
Jane sorrise e fece un inchino.
<<E' un vero onore conoscerla>> disse poi.
<<L'onore è mio. Finalmente conosco il volto della donna che ha rubato il cuore di mio figlio>> le disse mia madre contenta.
Continuammo a parlare insieme, finché non sentimmo l'allarme dei sotterranei suonare. Qualcuno era scappato e io avevo un'ipotesi su chi fosse.
<<Che succede?>> domandò Jane agitata.
<<Le prigioni>> le rispose Frigga.
<<Loki>> dissi io.
<<Vai, ci penso io a lei>> mi assicurò mia madre.
In un lampo volai verso i sotterranei e quando arrivai vidi tutti i prigionieri fuori dalle loro celle che stavano cercando di evadere, i miei amici Fandral e Volstagg stavano combattendo contro di loro. Io mi piazzai davanti all'uscita, impedendone l'attraversamento.
<<Se tornate subito nelle vostre celle, non vi sarà fatto alcun male. Avete la mia parola>> dissi con tono duro ai prigionieri.
Poi uno di loro mi colpì in faccia e mi fece arrabbiare. Se non volevano ritornare in cella con le buone, li avrei costretti con le cattive.
<<Perfetto, non avete la mia parola>> dissi iniziando a combattere.
Alla fine riportammo tutti in cella e notai che mio fratello non era uscito dalla sua, quindi non poteva aver scatenato lui quel casino. Riflettei per un attimo, non era una coincidenza che Jane e l'Aether fossero su Asgard da nemmeno un giorno e noi eravamo stati attaccati. Forse l'attacco alle prigioni era solo un diversivo per distrarci dal loro vero bersaglio. Corsi subito da Jane e mia madre, se avevo ragione erano in pericolo. Quando le trovai, in stanza del palazzo, vidi che con loro c'era due Elfi Oscuri. Uno di loro era Malekith e aveva appena ordinato all'altro Elfo Oscuro di uccidere mia madre con una spada. Entrai troppo tardi per fermarli, perchè mia madre era già a terra morta. Io gridai e fulminai metà faccia a Malekith, lui cadde e l'altro Elfi Oscuro lo prese e lo aiutò a fuggire. I due si sbrigarono a fuggire con la loro navicella e, prima che potessi colpirla con il mio martello, erano già scomparsi. Mi voltai, mio padre era già accanto al corpo morto di mia madre e le stava accarezzando la guancia. La teneva fra le sue braccia e piangeva in silenzio la sua morte, come stavo facendo io. Jane sbucò da dietro una colonna e rimase in silenzio a guardare la scena. Quella stessa sera celebrammo il suo funerale. Tutta Asgard si riunì per dirle addio, come regina e come guerriera. Aspettammo che la barca, sui cui c'era il suo corpo, attraversasse il fiume, poi degli arcieri scoccarono delle frecce infuocate e, quando arrivò alla cascata, mio padre separò l'anima dal corpo. Un milione di piccoli pallini luccicanti si alzarono in aria e raggiunsero il cielo: era l'anima di mia madre. Dopo tutto il popolo accese delle lanterne in suo onore. Infine mio padre si ritirò nella sua stanza e io ordinai ad una guardia di informare mio fratello della morte di nostra madre, anche lui doveva piangerla e aveva tutto il diritto di saperlo. Anche se la sua morte l'avrebbe distrutto, Loki era molto legato a Frigga.