Obbligo e Verità

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CAP.11
Era stata una bella serata tutto sommato. Aveva ballato, aveva bevuto, si era divertita.
Si guardò allo specchio mentre con la mano sinistra si spazzolava ciuffo dopo ciuffo i lunghi capelli biondi.
Era sola ora. Aveva salutato Sam poco prima, conscia del fatto che lui avrebbe voluto entrare in casa e terminare la serata in altro modo. O meglio, non terminarla affatto. Le faceva ancora uno strano effetto uscire con Sam, gli voleva bene ma non come si vuole bene a un ragazzo con cui dovresti avere una relazione.

Stavano uscendo, certo, non era ancora nulla di propriamente serio ma sentiva la pressione da parte sua e qualche volta anche quella degli altri. Non doveva pensarci, lo sapeva, la vita era la sua, ma a volte le opinioni degli altri erano più pesanti dei suoi pensieri.
Appoggiò la spazzola sul comodino e si mise a letto. Maggie dormiva già da un po' le aveva detto sua mamma e suo padre, dopo aver preso l'ultima dose della medicina, riposava da almeno due ore. Tutto sembrava essersi sistemato.

Prese il MagicSung e mandò un messaggio a Matthew. Era da un po' che non lo sentiva e aveva propria voglia di raccontargli le ultime novità.
Lui le rispose subito, si sarebbero visti nel tardo pomeriggio del giorno dopo davanti al Paiolo Magico.
Spense il telefono e chiuse gli occhi. Provò a non pensare a nulla per un po' ma era difficile. Presto sarebbe arrivato il momento in cui avrebbe dovuto dire ad Albus la verità e cambiargli la vita per sempre. L'avrebbe odiata, disprezzata, l'avrebbe resa colpevole del fatto che non aveva potuto essere lì per i primi anni di vita della loro figlia. Parlare con Albus quella sera era stato quasi come ai vecchi tempi però sentiva che c'era qualcosa tra di loro che creava attrito. Una sorta di imbarazzo che era difficile da superare.
Finalmente prese sonno e sognò di Albus e di quando avevano diciassette anni e non avevano problemi. E nemmeno figli.

***
'MAMMAAAAA!!!' Una voce squillante le urlava nelle orecchie portandola bruscamente alla realtà. Stava facendo un sogno bellissimo di cui ora non ricordava bene i dettagli ma aveva ancora con sé quella calda sensazione di serenità che si ha solo quando si sogna.

'Cosa c'è?'

'Ho fame.' Maggie la guardava con un faccino angelico e un sorrisino dispettoso. Sapeva che Alice odiava essere svegliata di soprassalto durante il weekend.

'Oh ma davvero?'

La bambina annuì muovendo i capelli biondi della stessa sfumatura della madre.

'Peccato perché' oggi non si mangia.' Alice si tirò le coperte fin sopra alla testa e si girò di lato dando le spalle alla bambina.

Per un po' non ci fu nessun rumore a parte i piedini della bambina che correvano sul parquet del corridoio poi la sentì ritornare e sistemarsi proprio sul bordo del letto. Sembrava si fosse portata qualcos'altro dietro perché' Alice riusciva a percepire un peso maggiore di quello di sua figlia.
La sentì bisbigliare qualcosa poi un suono acuto e altissimo intasò l'aria. Alice cercò di coprirsi le orecchie con le mani ma nulla poteva mettersi tra di lei e quel rumore assordante. Si scoprì il viso e vide che sua figlia stava ridacchiando mentre con la manina paffuta accarezzava il vaso di una pianta dalle forme curiose.

'Cos'è quella cosa Maggie?'

'E' un regalo del nonno.'

'Ma davvero? E come si spegne questa cosa?'

Sembrava che la pianta la stesse guardando intensamente mentre sua figlia la accarezzava come se fosse una bestiolina che aveva appena adottato.

'Si spegne da sola.'

'Maggie se inizi ad andare in cucina, ti preparo la colazione, ok?'

La pianta smise immediatamente di emettere il verso fastidioso. Maggie le diede un'altra carezzina poi la riportò in camera sua e Alice vide che la stava sistemando
davanti alla finestra mentre le sussurrava qualcosa.

IF I TOLD YOUWhere stories live. Discover now