Quarto capitolo

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«Non c'è molto da dire»

«Lo ami?» mi chiede.

Quanto è difficile rispondere a questa domanda quando è lui a farmela.

Lo amo?

«Non quanto ho amato te» mi lascio scappare.

Passato.

Sam è passato.

Quanto vorrei fosse tutto vero quello che mi dico.

«Sam» mi dice quasi da riproverò.

«Mi sei mancato così tanto Cam, vorrei non fosse così ma mi sei mancato così tanto. Amo Kevin? È un parolone, pensavo fosse così ma quando ti ho visto tutte le mie certezze sono crollate»

Tutta questa sincerità, ma cosa sto combinando?

Non sono mai così sincera, nemmeno con me stessa ma con lui è diverso, con lui è sempre tutto diverso.

Mi accarezza il viso.

«Noi non possiamo stare insieme e lo sappiamo, dimmi che ti rende felice, ti prego dimmelo»

È così vicino, la sua mano sulla mia guancia, in modo spontaneo i miei occhi si chiudono e la mia testa si appoggia sulla sua mano.

Una lacrima sta per scendere ma cerco di trattenerla, apro gli occhi e lui mi fissa cercando una risposta.

Annuisco solamente, è quello che vuole sentire e un anno della mia vita non l'ho di certo buttato.

«Vorrei tanto baciarti» mi sussurra sempre più vicino.

Mi avvicino ancora di più quasi a sfiorargli le labbra e la lacrima che cercavo di trattenere ormai mi accarezza il viso.

«Fallo» dico.

So che è sbagliato ma non esiste niente più.

Esistiamo solo noi adesso.

Mi da un leggero bacio a stampo, ci guardiamo e sappiamo entrambi che non ci fermeremo a quello.

Ci baciamo, ci baciamo con passione, con desiderio, ancora una volta ci baciamo con amore.

Sento le farfalle nello stomaco che non sentivo da tanto, sento una felicità che non sentivo da troppo.

La mia maglia vola via insieme al resto dei vestiti, le nostre labbra e le nostre mani sono ovunque.

Ci alziamo senza smettere un attimo di baciarci e arriviamo nella sua camera, in quella che era la nostra camera.

Siamo ancora una volta su questo letto, siamo ancora una volta qui che facciamo l'amore, siamo ancora qui e il tempo sembra non essere passato mai.

I nostri sguardi non si distraggono un secondo.

Si stende infine vicino a me, poggio la testa sul suo petto e mi abbraccia forte.

«Sam»

«Non dire niente, non ancora»

Ho bisogno di silenzio, ho bisogno di questo, ho bisogno di lui.

Ancora una volta mi stringe forte a lui e ancora una volta sento i brividi che mi percorrono lungo il corpo.

«Ti amo così tanto, dopo tutto questo tempo io ti amo ancora come prima» dice.

Non rispondo, non posso, lo guardo e con questo gli ho detto più di quanto sarei riuscita a dire con delle stupide parole.

Perché è sempre stato così con lui, siamo sempre riusciti a comunicare più con gli occhi che con le parole.

Perché è sempre stato così con lui, anche mentre ci urlavamo contro e dicevamo di odiarci i nostri occhi non hanno mai mentito all'altro.

«Devo andare via e tu devi continuare la tua vita, dobbiamo dimenticare quello che è successo» mi dice e so che ha ragione.

So che andrà così.

Da domani tornerò alla mia vita con Kevin, da domani questo non sarà mai successo.

Annuisco.

«Dormi qui?»

Annuisco ancora.

Prendo il telefono

‹Torno domani mattina, avevi ragione, ho fatto un gran casino› scrivo velocemente ad Harold.

___

Abbiamo passato la notte tra parole, silenzi, abbracci e baci.

Abbiamo passato la notte come se nulla fosse successo in questi quattro anni.

Sto tornando a casa, credevo di essere cresciuta, di essere più forte e di averla superata.

Ma sto tornando a casa e sto piangendo, sono distrutta e non credevo potesse fare così male.

Sto tornando a casa ma vorrei solo tornare indietro e restare con lui.

Mi asciugo le lacrime ed apro la porta, Harold è qui che si alza dal divano appena mi vede.

Gli basta uno sguardo per capire, mi abbraccia forte e io non riesco, ancora una volta, a non piangere

«Sam non piangere, si aggiungerà tutto, ci sei già riuscita una volta»

«Io lo amo Harold, non l'ho mai superata, non si aggiungerà tutto, non ci riuscirò»

Mi guarda e mi accarezza i capelli.

«Va di sopra, i bambini non torneranno da scuola prima delle due e Violet non è a casa»

Salgo le scale e mi butto sul mio letto.

Ho un sacco di chiamate perse da parte di Kevin e se lo conosco bene tra poco busserà a questa porta.

Non sono pronta, non sono pronta a vederlo, non sono pronta a parlargli, non sono per niente pronta a tutto quello che succederà.

Chiudo gli occhi e un pensiero, che avevo rimosso, mi fa sorridere.

Non è finita.

Stefan e l'appuntamento a casa di Cameron stasera.

‹Stasera alle 8:00 da Cameron›

Scrivo su quel gruppo che ormai non usavamo da quattro anni, scrivo su quel gruppo che quasi avevo dimenticato.

‹Sam? Davvero?› scrive Cody.

‹Davvero› scrivo.

‹Stefan vieni da me? Vorrei parlarti› invio e anche stavolta la risposta non tarda ad arrivare.

‹Arrivo subito›

Bussano alla porta e non credo sia già Stefan.

Bussano ancora quindi credo che mi tocca aprire, forse Harold è sceso.

Scendo e apro la porta.

Cameron.

«Cosa ci fai qui?» chiedo.

« Sarò qui solo quindici giorni e non intendo sprecarli» dice ed entra in casa baciandomi.

«Sta arrivando Stefan» dico.

«Meglio» fa quel sorrisetto che non vedevo da troppo.

«Ancora geloso di lui? Vorrei ricordarti che sono fidanzata da un anno»

«Ah non viglio nemmeno pensare all'idea di te a letto con un altro» dice disgustato.

Mi metto a ridere.
La porta, di nuovo.

Ancora ridendo apro e mi ritrovo Kevin davanti che fissa Cameron confuso.

Perfetto.

Ci Ritroveremo #Wattys2019 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora