Secondo capitolo

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«Aida quanti anni hai?» chiede Kevin.

Siamo a cena e io non riesco a non pensare all'esame e quindi ripeto mentalmente tutto ciò che ho studiato oggi.

«24» dice la ragazza.

«Mamma dice che Harold non deve più portare le ragazze a casa» dice Maggie.

Ho capito bene?

Che figura di merda.

«Tua madre?»

Aida è visibilmente confusa.

«Mamma Sam, lei è la mia mamma»

«Non ho mai detto ad Harold una cosa del genere, non porta nessuna a casa» dico sorridendo «Sai i bambini»

«Ma mamma»

«Mangia» dico con lo sguardo severo e pieno di vergogna.

«Allora cosa studi?» dice Kevin cercando di cambiare argomento

«Fa sempre troppe domande, non rispondere, ignora come facciamo tutti» dice Christian.

Kevin non sta simpatico a nessuno, erano tutti troppo legati a Cameron, ma non è colpa mia se ci siamo lasciati e ormai sono passati quattro anni.

«Chri» lo richiamo.

«È vero» sussurra Violet all'orecchio di Aida.

Lei sorride e secondo me ha già capito che in questa famiglia non è facile vivere.

Kevin si intristisce.

I ragazzi non fanno che trattarlo male nonostante stia in questa casa da almeno sei mesi. Continuano a fare paragoni e lui non capisce cosa aveva di speciale Cameron e perché i ragazzi ci erano così legati.

«Non li pensare, sai che li diverte prenderti in giro, solo perché gli dai soddisfazione» gli sussurro.

«Sapete cosa? Mi sono rotto il cazzo, non mi sopportate? Bene, sto con Sam e non con voi quindi io e te da oggi ci vedremo fuori casa o da me, io in questa casa non ci voglio più mettere piede» dice Kevin urlando e andandosene.

Ma è impazzito?

«Scusa Aida, io davvero»

«Tranquilla, capisco» mi interrompe.

«E con voi facciamo i conti dopo» dico ai ragazzi prima di raggiungerlo.

«Kevin fermati, non fare il bambino» dico quando ormai sono abbastanza vicina.

«Sono praticamente sei mesi che conviviamo, sono sei mesi che sopporto tutti perché ti amo ma adesso basta. Sono stanco Sam, quando torno a casa vorrei essere tranquillo e non vorrei avere tutti contro. Scommetto che quando qui veniva Cameron non lo trattavano così»

«Non è colpa mia, hai ragione e cerco di far capire tutti i giorni ai ragazzi che dovrebbero smetterla, purtroppo non gli stai simpatico»

«Allora non vivrò più qui, non abiteremo mai insieme considerando che Cri e i gemelli sono piccoli. Perfetto»

«Non comandano loro qui»

«Si ma tu non sai farti rispettare, sentono ancora il tuo ex e tu non dici nulla» dice pentendosene subito.

Cosa significa sentono ancora il tuo ex?

Resto immobile sperando in una sua spiegazione, forse prima di pretendere una spiegazione però dovrei chiederla.

«Chi sente ancora chi?» chiedo quasi sussurrando.

«I ragazzi sentono ancora Cameron, è tornato»

Il mondo si è fermato.
Cameron è tornato? Perché non ne sapevo niente? Perché nessuno mi ha detto nulla?

«Lui è cresciuto in casa nostra, è normale che i ragazzi gli vogliano bene ed è normale che lo sentano o che lo vedano»

«Non riesci ancora a dire il suo nome, non mi spieghi ancora perché vi siete lasciati, non posso nominarlo che i tuoi occhi si riempiono ancora di lacrime. Dio Sam, stiamo insieme da un anno ed io non posso fare alcune cose perché le faceva Cameron, capisci che anche mentre facciamo l'amore non posso toccarti in alcuni posti perché lo faceva lui» urla.

Ha ragione. Sono un disastro.

«Non mi interessa più, sai che ti amo»

«No non lo so, di chi non ti interessa più Sam?»

«Di Cameron» dico quasi con le lacrime agli occhi.

Dio sono anni che non pronuncio nemmeno il suo nome, sono grande ormai uno stupido nome non dovrebbe farmi nessun effetto.

«E perché vi siete lasciati tu e Cameron?»

«Avanti Kevin, dentro abbiamo un ospite e non posso passare tutto il tempo qui fuori, te ne parlerò»

«Lo dici da un anno, come mi dici dei tuoi genitori, non so un cazzo di te»

«E adesso cosa c'entrano i miei genitori? Sono morti, non c'è molto da sapere» mento, come sempre.

«Non so nulla della tua infanzia, cosa guardavi? Con cosa giocavi? Con chi? Chi è Rosy? E perché tu lei e Austin non vi vedete mai con altri se non da soli e di nascosto. Chi è Erik? Perché non è cresciuto con voi? E i figli di Lara, ah giusto vostro padre è morto, eppure sembrano segnati da altro e non da una morte quei bambini e poi i tuoi attacchi di panico? Non potevo toccarti nei primi mesi, nemmeno la mano potevo prenderti»

«Ti sei messo a psicoanalizzarmi?»

«Ci siamo conosciuti all'università di psicologia, che ti aspettavi? Che credessi a tutte le tue stronzate? Sarai anche brava a mentire ma non fino a questo punto. Sam, per un anno non ho detto nulla perché pensavo ti ci volesse del tempo ma quanto te ne serve ancora?»

«Sei libero di credermi o di andartene, io entro, chiamami quando vuoi»

«Sam» mi chiama.

Non mi giro, continuo a camminare ed entro in casa.

Sono ancora tutti li che mangiano e parlano tra di loro o almeno parlavano prima di vedermi.

«Scusa ancora Aida» dico piena di vergogna, spero sia una di quelle che non verrà mai più.

Mentre ceniamo non riesco a non pensare alle parole che ci siamo detti io e Kevin.

Ha ragione, non sa nulla di me.
Non ho mai parlato di Cameron o di papà, non sa nulla della mia adolescenza, della mia infanzia. Non sa nulla dei miei migliori amici, non sa che ancora ci vediamo in segreto perché dopo anni le cose con Eddy non sono ancora del tutto chiuse. Non sa che spesso dico di andare da loro ma invece mi vedo con Cody, Daniel e tutti i ragazzi. Non sa della mia avventura con Stefan e del fatto che siamo rimasti in contatto, non sa perché sarebbe meglio che io continuassi a tenere segrete tutte queste cose.

«Sam, io accompagno Aida a casa, forse è meglio» mi risveglia Harold dai miei pensieri.

«Si, scusa ancora, la prossima volta giuro che mi farò perdonare» dico con un sorriso che ricambia subito.

«Davvero lo capisco, smettila di scusarti. Ciao ragazzi, ciao Sam» dice andando via.

«Ragazzi io devo chiedervi una cosa» dico.

Non so se sono pronta a parlarne, non so se sono pronta a sentirlo ma devo esserlo.

Ci Ritroveremo #Wattys2019 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora