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Adoooro questa immagine 👆🏽👆🏽
Ok scusate, piccolo spazietto autrice. Buona lettura
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Quella notte Harry si svegliò completamente sudato e tremante. Aveva appena sognato il signor Weasley che veniva attaccato gravemente da un enorme serpente.
Aveva urlato durante il risveglio, chiamando l'attenzione di Ron e in seguito della Professoressa McGranitt.
L'agitazione del ragazzo aveva messo in allarme i due, che lo avevano portato velocemente dal preside.
Lí Harry aveva raccontato il sogno, specificando quanto gli fosse sembrato reale. Il professor Silente allora aveva messo in allerta l'Ordine della Fenice, per andare a recuperare il malcapitato.
"Harry, quando hai fatto quel sogno dove ti trovavi? Guardavi la scena dall'alto o...?" Chiese subito Silente, mentre gli altri fratelli Weasley entravano nella stanza in pigiama e insonnoliti "No io...era come se fossi il...serpente" spiegò Harry balbettando confuso. C'era molta confusione nella stanza e inoltre era molto stanco. Forse era per quello che cominciò a sentire una forte rabbia verso il preside che continuava a dare ordini a tutti, persino ai quadri e non lo aveva ancora guardato negli occhi. Mentre gli aveva parlato era rimasto di spalle. Quella rabbia immotivata continuò a crescere finché ebbe il bisogno di urlare all'uomo "Professore mi guardi! Non vede cosa mi sta succedendo?"
Tutti si zittirono a guardarlo. Respirava a fatica e si era subito pentito di aver gridato al preside in presenza dei suoi amici, probabilmente preoccupati per il padre. Silente non ebbe il tempo di girarsi e rispondere che il professor Piton era davanti alla porta, pronto a ricevere istruzioni.
"Ah Severus. La situazione si è aggravata. Vorrei che nei prossimi giorni cominciassi con il signor Potter il corso di Occlumanzia di cui ti avevo parlato" si affrettò a chiedere il preside.
Harry avrebbe voluto ribattere, fare un corso di chissà che cosa con il suo detestato professore non gli andava a genio, ma dopo quella figura, si disse che non era il momento. Piton intanto gli aveva rivolto un'occhiata truce e aveva annuito al preside.
"Adesso attendiamo nuove informazioni riguardo la salute di Arthur" annunciò infine, prendendo tra le mani un vecchio oggetto di argento e sussurrando qualcosa di incomprensibile.
In seguito chiese ai presenti di afferrare l'oggetto e tutti furono trasportati nella cucina di Grimmauld place.
Sirius li aspettava in vestaglia, reggendo un'enorme tazza di caffè.
"Ragazzi rimarrete qui finché non ne sappiamo di più. Sono sicuro che Arthur stia bene" disse appena li vide comparire.
I rossi rimasero muti a guardare il fuoco per tutto il tempo dell'attesa mentre Harry e Sirius tentavano di starli accanto, consapevoli della loro preoccupazione.

Verso le quattro del mattino arrivò una lettera che spiegava le condizioni di Arthur Weasley: le ferite erano gravi ma adesso era stabile, per merito del tempestivo intervento. Si sarebbe rimesso dopo massimo due settimane.
Tutti sospirarono sollevati e finalmente poterono tornare nei loro letti ad Hogwarts. Prima di andare Harry abbracciò Sirius e gli promise che gli avrebbe mandato presto una lettera.
Così la tragedia si era conclusa nel migliore dei modi.
Harry pensò che in fondo era stato un bene fare quel sogno, ma si chiedeva come fosse possibile. Era come se fosse entrato dentro la mente del serpente.
Poi ricordò la richiesta di Silente a Piton: aveva forse capito cosa gli stava succedendo e voleva impedire un episodio simile? Anche se aveva salvato la vita del Signor Weasley?
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A distanza di due giorni dall'accaduto Harry aveva ricevuto una lettera da parte del Professor Piton. Se lo aspettava, ma comunque non fu ben gradita:

Potter,
Vieni nel mio ufficio alle 16.
Spero che il preside te ne abbia già parlato: cominceremo un corso di Occlumanzia.
Professor Severus Piton

Harry accartocciò il biglietto e lo gettò nel caminetto acceso della sala Comune.
"Harry dovrai andarci. Se Silente pensa tu ne abbia bisogno..." Hermione e Ron avevano ascoltato Harry leggere il bigliettino e ora la riccia tentava di dire la sua. "Silente non sa di cosa ho bisogno. È come se non esistessi per lui quest'anno" aveva risposto il moro passando si una mano tra i capelli sempre in disordine  "Ma non hai sentito Harry? La cosa dell'...Occlumazzia? Ne aveva già parlato con Piton. Continua a pensare alla tua incolumità anche senza parlarti" aveva osservato il rosso, facendo sorridere Hermione per la parola pronunciata male.
"Ron ha ragione. Avrà un motivo per il suo modo di comportarsi" così erano riusciti a convincere Harry.
Non amava l'idea di passare del tempo da solo con il professore più odiato di tutta la scuola dopo la Umbridge, ma si fidava di Silente.
All'ora stabilita si diresse verso il suo ufficio, a testa bassa e trascinando i piedi, come se stesse andando al patibolo.
Bussò alla porta in legno ed entrò seguito da un acido "avanti".
"Bene Potter, eccoti. Siediti lì" disse l'uomo appena lo vide entrare indicandogli una sedia posta in fondo alla stanza.
Harry eseguì l'ordine e attese che il professore finisse di sistemare sulla scrivania un oggetto che aveva già visto: un pensatoio.
"Potter ti è già stata spiegata la funzione dell'Occlumanzia?" Chiese infine il professore mentre si avvicinava la bacchetta alla tempia, per farne uscire dei fili argentati  che gettò nel pensatoio: ricordi.
"Veramente no" ammise Harry guardando affascinato l'acqua turbinosa del pensatoio "Te la spiego: sembra si sia creato un collegamento tra la tua mente e quella del Signore Oscuro, per quello fai quei sogni e condividi le sue emozioni, come la rabbia"
Harry si rizzò sulla sedia e sbarrò gli occhi "Io...vedo e sento i suoi pensieri?"
La voce gli tremava e aveva cominciato a sudare freddo "Si. Pare che il Signore Oscuro sia ancora ignaro di ciò, quindi dobbiamo provvedere  affinchè tu impari a chiudere la mente, prima che Egli se ne accorga e usi questo contro di te."
Harry si accorse di aver trattenuto il respiro fino a quel momento, Voldemort poteva aggirarsi dentro la sua testa quanto voleva, se fosse venuto a conoscenza di quel potere.
"Quindi, l'occlumanzia ti permetterà. di spezzare il collegamento. Ma deve esercitarsi" detto questo Piton si posizionò davanti a lui serio "Ora, proverò ad entrare nella tua mente e tu dovrà resistermi" Harry non ebbe nemmeno il tempo di capire le istruzioni che si sentì il cervello aprirsi a tutti i suoi ricordi, sentiva Piton che commentava le sue gesta e cominciò a sperare che tutto questo finisse presto.
"Potter! Chiudi la mente!" Aveva gridato Piton dopo aver terminato l'incantesimo.
"Ci sto provando ma...come?"
" Concentrati  sulle tue sensazioni esterne"
Harry prese un lungo e profondo respiro e guadò il professore, facendoli capire che era pronto.
Ancora una volta viaggiò nei suoi ricordi più recenti accompagnato da Piton che sbirciava tutto indisturbato.
Tentava di concentrarsi e di respirare profondamente, ma la presenza del professore era troppo forte.
Si trovò a rivivere l'abbraccio di Sirius di quel Natale e sentì il professore commentare sincero "Potrei Vomitare"
Così gridò "Basta!" e la tortura finì ancora.
"Potter non ti vedo abbastanza concentrato" puntualizzò Piton con uno sguardo quasi annoiato.
"Mi faccia riprendere fiato" disse Harry con il fiatone.
"Caro signor Potter, Devi sapere che Il Signore Oscuro non lascia riprendere fiato alle sue vittime!" disse il professore battendo un pugno sulla cattedra e facendo sobbalzare Harry.
"Riproviamo!" esclamò infine lanciandogli di nuovo l'incantesimo.
Ricordo dopo ricordo Harry si fece prendere dal l'ansia. Fino ad allora non ci aveva mai pensato ma il professore poteva sbirciare dentro i suoi ricordi più intimi, come gli incontri con Malfoy, senza problemi.
Si pentì subito di averlo pensato perché davanti a lui gli si presentarono due occhi grigi magnetici. Il ricordo si faceva più vivido man mano che il serpeverde si avvicinava a lui.
Era l'immagine del primo bacio con Malfoy, le stesse parole, le stesse sensazioni.
Il ricordò finì nel momento in cui Piton smise di controllare la sua mente.
Harry si sentì avvampare e guardò il professore che aveva assunto un'espressione di sorpresa e disgusto.
"Bene Potter. Per oggi abbiamo finito, se ne vada!" Harry non se lo fece ripetere due volte e corse fuori dalla stanza, corse finché ebbe le forze e poi si fermò. Era arrivato fino alle sponde del lago nero.
Prese un sasso vicino al suo piede e lo lanciò con rabbia dentro le acque scure.
Doveva assolutamente parlare con Malfoy. Ora la cosa non era più un segreto. Nella bocca di Piton non sarebbe mai stato al sicuro.

La travolgente verità    -DRARRY-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora