22.

15.5K 798 655
                                    

La punizione per il gruppo non fu molto originale. A tutti fu fornita una penna dalla piuma rossa e dovettero scrivere con quella, ferendosi la mano con la scritta data da scrivere.
Quella tortura, Harry sentiva che avrebbe dovuto subirla  solo lui, era stata colpa tua se erano stati scoperti, aveva portato direttamente nel loro nascondiglio il nemico.
Anche se aveva provato a fidarsi, si era sbagliato e adesso ne era rimasto ferito.
Stava male ogni volta che lo vedeva e non riusciva a evitare di farsi venire gli occhi lucidi. Lo aveva tradito.
Tutto quello che aveva fatto Harry per meritarselo era stato lasciarlo per un altro impegno, rimandando il loro.
Aveva dovuto aspettarselo, ormai lo conosceva così bene; con lui si era aperto, aveva confessato le sue paure e debolezze.
Non poteva mentire a se stesso, gli mancava molto e non riusciva ad odiarlo. E pensare che un anno prima odiarlo era semplice e scontato.

"Adesso che Silente non c'è più, Hogwarts sta cadendo a pezzi" puntualizzò Hermione scossa; era ora di cena e i tre amici si erano messi in disparte a mangiare, per parlare tranquillamente.
"Si. Sapevo che Malfoy era sospetto. Girava da quelle parti troppo spesso" disse Ron inforcando un pezzo di pollo con rabbia. Harry rabbrividì a quel nome e si sentì la nuca pizzicare, come quando il primo giorno lo aveva beccato a fissarlo. Non osò girarsi per controllare.
"Era questione di tempo che ci trovassero. Siamo stati fortunati a continuare fino ad ora. Ci cercavano da mesi" annunciò Harry, inconsapevole di star difendendo, in parte, Malfoy.
Ron sbuffò contrariato "Maledetto rospo" sussurrò facendo agitare Hermione.
"Sentite. Fra una settimana abbiamo i GUFO. Adesso ci concentriamo su quelli e poi vedremo." Disse Harry e Hermione si sorprese di non aver fatto quella considerazione lei stessa, ma Harry.
"Hai ragione." Disse spostandosi una ciocca di capelli ricci dal viso.

Qualche giorno prima degli esami il trio decise di andare da Hagrid per accertarsi che stesse bene.
Il mezzigigante aprì subito la porta e lo accolse esclamando "Volevo proprio venirvi a cercare" sembrava agitato
"Perchè? Che succede?" Chiese Hermione allarmata.
"Io...ho deciso di farvi vedere una cosa. Non vorrei darvi altri crucci ma..."
non finì la frase è uscì dalla capanna con in mano una balestra.
I tre lo seguirono e videro che si dirigeva nella foresta Proibita "No, no! L'ultima volta che ci siamo entrati dei ragni giganti ci hanno aggredito!" disse Ron con voce acuta.
"Rilassati. Adesso siamo con Hagrid" provò a consolarlo Harry, ricordando però I centinaia di dissenatori che lo avevano attaccato proprio lì.
"Venite?" Li chiamò Hagrid con voce nervosa. Così i tre si incamminarono dietro di lui.
Si mossero tra arbusti e alberi per un po', fino a raggiungere un'enorme quercia segnata da una catena.
"Vedete...lui è come mio fratello. Non potevo lasciarlo lì!"
Harry si Chiese di chi stesse parlando, ma poi notò un cumulo verdastro sotto la quercia e si accorse che era un Gigante.
D'istinto si ritrasse e si posizionò davanti ad Hermione.
"Non è pericoloso! Al cibo ci pensa da solo. Ha solo bisogno di compagnia!" Spiegò Hagrid torturandosi un nodo alla barba.
"Fargli...compagni?" domandò Ron spaventato. "Si e...provate anche a insegnargli l'inglese!" disse Hagrid sorridendo "Cosa? E perché non lo fai tu?" Chiese Hermione turbata "Vedete, molto probabilmente quella donna mi caccerà presto da qui e...lui rimarrebbe solo. Non posso chiederlo a nessun altro!" Spiegò ancora il mezzogigante lanciando al cucciolo di  gigante, che ormai era sveglio, un pezzo di carne.
"Ma Hagrid...lui..."
"Vi prego! Si chiama Grop" continuò Hagrid.
Hermione sospirò e guardò gli altri ragazzi "dai. Proviamoci. In fondo dobbiamo solo venire qui ogni tanto a parlargli" disse in tono ragionevole.
Così promisero, titubanti, all'amico di andare a trovare ogni tanto quel gigantesco uomo quando e se fosse stato cacciato.
Non volevano preoccupare ulteriormente il povero Hagrid.

Giorni dopo quella visita si ritrovarono nel pieno degli esami,  tutti erano isterici, Hermione per prima.
Harry aveva eseguito quasi tutti gli esami in modo mediocre ma non terribile.
Non vedeva l'ora che quella settimana finisse. Gli mancava solo un esame, il peggiore: quello scritto di pozioni.
Si presentò in Sala Grande il giorno prefissato e si sedette proprio dietro a Ron.
Tutti cominciarono a scrivere velocemente e Harry intrecciò le dita tra i capelli, appoggiando la testa al palmo. Sentiva le penne sfregare sulla carta e cominciò a sentirsi rilassato.
Guardò la pergamena davanti a lui, ancora bianca.
Dopo poco, non seppe come, ma riuscì ad addormentarsi. Chiuse un attimo gli occhi e si trovò dentro una stanza colma di scaffali pieni di sfere di cristallo.
Sul fondo vide Voldemort che torturava qualcuno. Quando si rese conto che si trattava di Sirius, un brivido di terrore lo pervase e si svegliò gridando, cadendo dalla sedia.
Il supervisore degli esami lo raggiunse preoccupato "Tutto bene ragazzo?" Harry tremava da testa a piedi e grondava di sudore "si...io...mi sono addormentato e...un incubo" disse con voce tremante.
"Vuoi andare in infermeria?" Chiese il professore aiutandolo ad alzarsi "No...no voglio solo riposare" annunciò Harry prendendo le sue cose "Ma certo. Stress da esami. Riposati, riprenderai l'esame domani" Harry lo ringraziò e uscì correndo dalla Sala, passò davanti a Malfoy, ma non lo guardò, si sforzò di non guardarlo.
Sirius era stato catturato da Voldemort per prendere un qualcosa che gli serviva.
Non riusciva a pensare, così aspettò che i suoi amici avessero finito, mentre pensava ad un piano.
Silente non c'era, la professoressa McGranitt era al San Mungo...era solo.

La travolgente verità    -DRARRY-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora