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Per Magnus, Alec era sempre stato irraggiungibile, persino come amico.
Nonostante il ragazzo si credesse inferiore a tutti, seppur avesse vinto infiniti contest di skate, Alec era davvero una persona meravigliosa: la sua timidezza, poi, lo faceva impazzire.
Il ballerino voleva trovare il coraggio di chiedergli di uscire, ma era terrorizzato da una risposta negativa dell'altro.

Ormai i due avevano comunque raggiunto un buon livello di amicizia, ed Alec si era abbastanza sciolto in presenza di Magnus: se per sbaglio si sfioravano, lui non si irrigidiva più, semplicemente arrossiva e lo guardava timidamente, con un sorrisino imbarazzato, ma per nulla a disagio. A Magnus piaceva pensare che fosse complice la coreografia di Burn It Down, che allo skater piaceva e voleva migliorarsi.

"Allora, ballerino del mio cuore, hai intenzione di chiedergli di uscire o aspetti di diventare vecchio?", Catarina piombò con il vassoio della mensa scolastica sul tavolino e si sedette di fronte all'amico.
Magnus sbuffò.
"Opto per la seconda opzione..."
"Dai, seriamente, Mag... Secondo me Alec non aspetta altro."
"È timido, magari nemmeno gli interesso."
"Ma se ti mangia con gli occhi ogni volta!", il ragazzo non rispose, si limitò a finire il suo piatto di hamburger.
La ragazza, vedendo che l'amico non ribatteva, decise di lasciare perdere: dopotutto, era una scelta sua se invitarlo o meno.
"Comunque avevo intenzione di chiederglielo, oggi, dopo il nostro incontro...", mormorò dopo un po' Magnus, a bassa voce.
"Magari con più convinzione di quella che stai usando ora?"
"Certo!", ribatté stizzito il ragazzo. "Con Camille era diverso, bastò uno sguardo, ma Alec... Lui merita un vero corteggiamento."
"Già. Però merita anche di sapere tutto, Magnus. Da Camille, all'incidente."
"Lo so, Cat. Dammi solo l'occasione giusta."
"Prima dell'appuntamento, Magnus."
"Va bene.", il ragazzo annuì e sorrise. "Senza di te sarei perso."
"Lo so.", ridacchiò la bionda. "Bene, vado.", disse mangiando l'ultimo boccone del suo pranzo. "Ci vediamo a matematica!", e detto ciò, scappò.
Il ballerino sospirò, finendo anche lui di mangiare, e si alzò per andare a letteratura inglese. Avrebbe visto pure Alec e Kurt, lì, in mancanza della sua migliore amica.

Quando arrivò nell'aula, Kurt era seduto vicino ad una ragazza di colore - gli sembrava si chiamasse Mercedes -, e al banco affianco c'era Alec. Quando lo vide, fece un cenno a Magnus per dirgli di andare al suo fianco.
Da quel giorno, avrebbero avuto un supplente, l'insegnante si era rotta il bacino e non avrebbe potuto presenziare fino a febbraio.
Pronti a vedere entrare una vecchia megera da far impazzire, i ragazzi presero a parlare.
"Alec... Oggi pomeriggio, prima di allenarci, vorrei renderti partecipe della mia vita. Devi sapere alcune cose, prima che il peso da sopportare diventi troppo.", disse quasi tutto d'un fiato, a bassa voce, Magnus.
Alec lo guardò, preoccupato, per poi annuire. "Anche io vorrei farlo. Credo che ce lo meritiamo entrambi, così avremo più sintonia entrambi."
"Hai ragione."

Al banco affianco, Mercedes e Kurt, che avevano iniziato a passare molto tempo insieme, parlavano fitto del Glee Club.
I due avevano iniziato a frequentarsi per via delle molte passioni in comune, e, confronto ad Izzy e Clary, Mercedes amava cantare, quindi i due passavano pomeriggi interi a duettare, facendo piani sui duetti che avrebbero potuto portare ad un eventuale competizione canora, una di quelle che il prof Schue tanto agognava.

Non si resero neanche conto quando il supplente entrò, se ne accorsero solo quando il silenzio in quella classe di solito così casinista si fece davvero pesante.
Kurt era girato verso Mercedes, non aveva voglia di vedere il supplente.
"Beh, devo dire che non mi aspettavo tutto questo silenzio il primo giorno.", a quella voce, Kurt si irrigidì e lentamente si voltò verso il professore.
Non poteva crederci: prima il Glee, poi a letteratura, lo perseguitava?
Mercedes, notato lo stato del ragazzo, poggiò una mano sulla sua coscia, per cercare di calmarlo. Il ragazzo le strinse la mano, e prese profondi respiri.
Si guardò intorno: tutta la classe era sbalordita, Blaine Anderson era relativamente famoso a Lima e dintorni, e nessuno si aspettava di vederlo lì, una volta era già troppa.
"Bene, facciamo l'appello.", iniziò il riccio. "Bane, Magnus?", l'interpellato alzò la mano, e Blaine gli riservò un'occhiata. "Berry, Rachel?", lo stesso fece la moretta. L'appello andò avanti fino a quando arrivò a Kurt. "Hummel... Kurt?", il professore alzò di scatto gli occhi, cercandolo tra gli studenti. Kurt alzò timidamente la mano, ma sostenne lo sguardo, fieramente e freddamente. Quello scambio di sguardi durò qualche secondo, fino a quando il professore riabbassò lo sguardo sul registro, per continuare con "Hudson, Finn.".
Quando anche l'ultimo alunno fu chiamato, Blaine chiuse il registro e sorrise alla classe. "Allora, dalle vostre facce posso dedurre che tutti già mi conosciate, chi più, chi meno. Sono qui per insegnarvi letteratura inglese. Ora starete pensando che sono troppo giovane per insegnare, ma una delle cose che nessuno sa di me è che ho una laurea in letteratura, e anche se non è la mia passione principale, sono comunque molto affascinato dal potere delle parole nella letteratura, che seppur diverse dalle canzoni, trasmettono comunque infinite emozioni. Le mie lezioni principalmente saranno su un tema scelto da voi, può essere un libro, uno scrittore, un artista, un'epoca letteraria... Avete libera scelta, ragazzi, l'importante che non vi annoiate e che studiate come se io fossi un insegnante che da voti negativi a chiunque. Cosa che potrei anche fare, quindi mettetevi d'impegno, okay?", e finì il discorso con un occhiolino ed un sorrisetto divertito.
Un coro di "sì" si sentì dalla classe, e Blaine si ritenne soddisfatto.
Blaine fece passare gli ultimi dieci minuti con le domande che i ragazzi avevano per lui. La maggior parte delle domande, ovviamente, venivano dalle ragazze.
"Come mai fra tutte le scuole possibili ha scelto proprio questa?", chiese improvvisamente Kurt, facendo restare a bocca aperta professore e studenti.
"Beh... Diciamo che era la più vicina a dove vivo io.", rispose semplicemente.
"Percorrere qualche chilometro è deleterio alla salute.", commentò a bassa voce il castano, facendo ridacchiare Mercedes al suo fianco.
La lezione finì e Kurt si precipitò fuori dalla classe, per andare al Glee con Mercedes. Quando si fu seduto sulla sua solita sedia in fondo, venne raggiunto da Rachel.
"Kurt... Possiamo parlare dopo la lezione?"
Il ragazzo la guardò, diffidente, ma annuì. "Però veloce, devo andare a prendere mio padre entro le quattro e trenta."
"Sarò breve e concisa, promesso."
"Allora okay.", concluse il ragazzo, accennando un minuscolo sorriso.
Schuester quel giorno aveva deciso di fare un monologo lungo tre quarti d'ora sull'importanza di trovare persone che potessero unirsi al club, anche se avevano altre passioni. La musica, in ogni caso, univa chiunque.
Blaine quella lezione aveva fissato ogni minima mossa di Kurt, c'era qualcosa di lui che lo incuriosiva, che gli diceva di farselo amico.
Decise che a fine lezione gli avrebbe parlato.

Purtroppo però, a fine lezione, Rachel si avvicinò a Kurt per parlargli. Prima però, si voltò verso il cantante. "Ha intenzione di ascoltare ciò che vogliamo dirci o se ne va? Altrimenti andiamo noi.", disse poi con tono minaccioso.
"A volte mi fai davvero paura, Rachel.", borbottò Kurt, leggermente sbalordito dallo scatto della ragazza.
Notò però con piacere che Blaine se n'era andato.
Rachel si sedette al fianco di Kurt, voltata verso di lui. "Inizio subito con..." - la ragazza prese un profondo respiro - "Ti devo delle scuse, Kurt. Per la settimana scorsa, riguardo alla sfida. Io so di essere brava, ma so anche ammettere quando c'è qualcuno migliore di me. Per quanto questo possa bruciarmi, Kurt, tu sei bravissimo, meriti degli assoli. Quindi, fai qualche proposta a Schuester. Pensaci, ti prego."
Kurt era a bocca aperta, non se l'aspettava. "Uhm, scuse accettate, suppongo. È che vedi, la mia voce non è il massimo, e di solito canto solo per sfogarmi o per esprimere delle emozioni che a parole non riesco."
"Non posso dire di capirti, perchè io canto in qualsiasi momento mi è possibile, ma sappi che se mai avrai bisogno di qualche consiglio canoro, puoi contare su di me. Inoltre credo che le nostre voci insieme siano fantastiche, dovremmo duettare ogni tanto."
"Va bene, perchè no?", concluse Kurt annuendo.
Rachel sorrise. "E comunque, mi piacerebbe essere tua amica, Kurt. Ho notato che nonostante tu conosca i Lightwood, Catarina e Magnus, stai comunque sempre con Mercedes. Io e lei abbiamo già chiarito, ed entrambe vorremmo avere te insieme a noi."
"D-davvero?"
"Sì.", la ragazza gli sorrise, posando una mano sul ginocchio del ragazzo. "Vado, ci becchiamo.", Kurt annuì e rimase ancora seduto.
Poco dopo, fu raggiunto da Blaine, che si sedette al suo fianco.
"Che fai, mi spii?"
"Cosa diavolo ti ho fatto, Kurt?"
"Oltre a non dirmi che saresti stato un mio insegnante e avresti partecipato al Glee Club? Nulla, assolutamente nulla!", esclamò Kurt con voce più alta del normale.
Non appena lo disse ad alta voce, però, si rese conto che non era così grave come voleva far sembrare. Osservò il volto stupito di Blaine, e sospirò. "Io... Scusa... È che non sono abituato... Cioè, arrivi e mi salvi da un cassonetto, dopo un po' ti rincontro, andiamo a bere qualcosa e il pomeriggio scopro che sei nel Glee come supporto, balliamo decisamente troppo vicini, e poi scopro che sarai insegnante di letteratura, e quindi qualsiasi cosa avrebbe potuto costruirsi tra noi non potrà esserci. Ovviamente mi ero di nuovo illuso."
Blaine restò a bocca aperta. "Okay, in effetti, vista così, hai tutti i diritti ad incazzarti con me. E quando ti ho visto in classe, ero incazzato con me stesso per aver accettato. Perché finché sono solo nel Glee Club, possiamo diventare amici, mentre se sono tuo insegnante, non proprio.", Kurt lo guardò: anche Blaine voleva essere suo amico?
"Aspetta, ho un'idea!"
"Cioè?", ormai il castano era curioso.
"Come sei messo a letteratura?"
"Nelle altre scuole avevo solo A.", Blaine sbuffò.
"Allora niente idea.", borbottò il moro, mettendo un adorabile broncio e facendo ridacchiare Kurt.
"Beh, qui in questa scuola non abbiamo ancora fatto nulla.", Blaine lo guardò ghignando. "Non ti azzardare a farti venire strane idee, a Letteratura ci tengo."
"Come sei noioso."
"Tu sai suonare la chitarra, giusto?", chiese poi Kurt.
Il riccio annuì.
"Io no. Potresti insegnarmi e di conseguenza avremmo una scusa per stare insieme senza problemi.", disse Kurt timidamente, arrossendo.
"Perché no? Mi pare una bella idea.", Blaine sorrise. "E col pianoforte come sei messo?"
"L'ho suonato dai cinque ai dodici anni, poi ho dovuto smettere."
"Come mai?"
Kurt scosse la testa. "P-Possiamo parlarne un'altra volta? Per favore."
"Certo, nessun problema.", Blaine annuì, e si alzò, porgendo poi la mano al ragazzo di fronte a lui.
Kurt, seppur un po' titubante, la afferrò e si alzò, venendo tirato su Blaine.
"Allora, mi perdoni per essermi strusciato su di te durante Teenage Dream?", sussurrò il riccio all'orecchio di Kurt.
Quest'ultimo arrossì, ma si ritrovò ad annuire. "Tu perdoni la mia stronzaggine?"
"Kurt, ti ho perdonato non appena hai iniziato a parlare con me."
Il più piccolo arrossì nuovamente ed abbassò lo sguardo, accennando un minuscolo sorriso. "Grazie.", sussurrò rialzando lo sguardo e fissando i suoi occhi in quelli dell'insegnante.
"Non ringraziarmi, Kurt. Ci vediamo domani a lezione."
Kurt annuì, e Blaine uscì dalla stanza, dopo un po' uscì pure Kurt.

Alec stava studiando, quando il cellulare iniziò a squillare. Sorrise, quando lesse il nome di chi lo stava cercando: Magnus.
Rispose, ma quando sentì la voce dall'altro lato, si preoccupò.
"Magnus?"
"Alec.. I-io... Noi... Dobbiamo parlare. Il prima possibile."
"V-va bene. Possiamo vederci anche ora, se vuoi."

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 28, 2019 ⏰

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