4. over my window

8 4 0
                                    

La mattina del giorno dopo vengo svegliata dal suono del campanello, scendo in fretta le scale e prima di aprire controllo dallo spioncino.

Apro la porta facendo uno sospiro di sollievo, è solo l'agente Sanders. — Helena ciao, tutto bene — Mi chiede con un sorriso sincero, io di rimando alzo le spalle. Non ho ancora messo da parte ciò che è accaduto ieri. I miei genitori non appena tornati si sono preoccupati immensamente e mio padre ha subito deciso di far installare un nuovo sistema d'allarme all'interno della casa. Ha anche deciso di far sostituire tutte le serrature esterne della casa.

— Ci sono i tuoi in casa? Ho qualcosa da mostrargli. — Solo in quel momento mi rendo conto del fascicolo ricoperto da una fodera trasparente che ha in mano. Lo faccio entrare e lo conduco fino in cucina, lì dove i miei stanno facendo colazione in silenzio, mio padre è intento a leggere il giornale mentre mia madre scrive qualcosa al PC.

— James! Buongiorno, ci sono novità? — Mio padre scatta subito in piedi non appena lo vede e gli stringe la mano.
— Per il caso di ieri, niente, l'uomo si è valso del diritto di non rispondere alle nostre domande. Stiamo cercando di capire se sia stato un tentativo di furto... —

Passano svariati istanti di silenzio, prima che mia madre si alzi in piedi di scatto — Non potremo mai ringraziarti abbastanza, James. Hai salvato nostra figlia. Ti saremo grati per sempre. — Le sue parole sembrano provenire direttamente dal cuore, l'ultima volta che l'ho vista così scossa risale a qualche mese fa. E sappiamo tutti perché.

Erano anni che lei non mi veniva ad imboccare le coperte e chiedermi se fosse tutto okay, come la notte scorsa. Io ovviamente non ero più abituata a certe attenzioni da parte sua. E non avevo reagito nel miglior dei modi quando mi aveva chiesto nuovamente di spiegarle cosa fosse successo quel pomeriggio, nonostante le fosse già stato tutto spiegato più volte dell'agente Sanders.

Lui invece si era dimostrato una vera e propria brava persona, aveva fatto il possibile per farmi sentire a mio agio mentre cercavo di raccontare l'accaduto nonostante fossi ancora sotto shock. Ed era rimasto con me fino all'arrivo dei miei.

Alla fine mia madre però l'avevo mandata via, non volevo altri interrogatori. Come se tutte le domande a cui avessi risposto non mi fossero bastate. Volevo dimenticare quella storia il più presto possibile.

— Viktoria, è il mio lavoro. Non dovete ringraziarmi. Poi oltretutto se vogliamo essere sinceri, è stato Thomas a dare l'allarme. Io e mia moglie non abbiamo sentito le grida. È stato lui il primo ad allarmarsi. — L'ispettore Sanders mi concede un lungo sguardo sincero, poi appoggia il fascicolo sull'isola di marmo della cucina.

Per un attimo rimango pietrificata, è stato tutto merito di Thomas? Mi vengono velocemente in mente i flash delle sue mani su di me, che mi calmano e mi trasmettono sicurezza. Può sicuramente sembrare strano che il tocco di una persona che fondamentalmente si considera come sconosciuta trasmetti certe sensazioni. Così forti che sono indescrivibili a parole.

— Cos'è? — Mio padre prende il fascicolo tra le mani e inizia a sfogliarlo.
— Una sintesi dei principali sospettati per l'omicidio di Calyton Anderson. Tutti loro possiedono o possedevano il modello dell'auto che è stata identificata da vostra figlia e in quel periodo risedevano nei pressi di Portland. Come potete vedere la lista è lunga, sono più di trecento nomi di indagati ancora da verificare. — Le sue parole mi fanno rivivere la miriade di domande che mi vennero poste in commissariato. Era stato grazie a me se si era ricostruita la vicenda, che dopo l'accaduto ero rimasta cosciente fino all'arrivo dei soccorsi gettata in mezzo alla strada con la pioggia che mi batteva sul viso.

Per fortuna qualcuno che passava di lì qualche istante dopo l'incidete, mi aveva vista e aveva immediatamente chiamato l'ambulanza.

Ancora oggi a distanza di tre mesi, non riesco a ricordare a cosa stessi pensando i quei momenti di calvario. La psicologa dove mia aveva portata la nonna in California mi aveva spiegato che il nostro cervello tende ad autocancellare ricordi troppo dolorosi. Non ero più andata in quello studio, il modo in cui ero riuscita a svestire tutti i miei pensieri dopo intensi istanti di silenzio mi avevano spaventata. Ero terrorizzata dalla mia mente e da ciò che al suo interno era nascosto anche a me.

In cucina crolla un silenzio assordante, mio padre finisce di sfogliare il fascicolo e poi lo lancia sul ripiano davanti a lui, soffiando pesantemente e coprendosi gli occhi con una mano, esasperato. Mia madre invece ha lo sguardo stanco, ma cerca in tutti i modi di fargli forza. Gli stringe la mano e si guardano negli occhi intensamente per alcuni istanti.

Nonostante tutto il loro amore è rimasto integro, nulla l'ha fatto sgretolare.

— Faremo giustizia, lo faremo per nostro figlio. — Gli pronuncia sotto voce prima di riconsegnare il fascicolo a James.
— Grazie di tutto, veramente. Per il sostegno e per tutto il resto. Saremo veramente felici se veniste a cena qui sta sera. Ve lo dobbiamo. — Mia madre ha gli occhi lucidi, ma la sua voce non si incrina nemmeno un attimo. Sono in questi momenti che lascia da parte la sua superficialità e fa emergere la vera donne forte che è.

— Volentieri, grazie per l'invito Viktoria. Non mancheremo. — James Sanders saluta i miei cordialmente e poi mi sorride dolcemente, dopodiché lascia casa nostra.

Mio padre scompare silenzioso nel suo ufficio, e mia madre invece si passa un fazzolettino sotto agli occhi. Sospirando poi. Decido che è meglio evitare di stare in cucina, ho paura dei discorsi che potrebbero emergere.

Passo la giornata rinchiusa in camera mia a far finta di leggere un libro, perché le pareti color pesca della mia stanza sembrano molto più interessati. Passo più tempo a perdermi nei miei pensieri piuttosto che leggere Il Ritratto Di Dorian Gray, il mio libro preferito e che ormai so a memoria.

I lievi raggi di sole pomeridiani illuminano la mia camera, mentre una brezza calda fa svolazzare le tende color crema della finestra spalancata. Mi alzo e mi stiracchio, poi vado verso la finestra e mi appoggio con gli avambracci al davanzale.

Se mi sporgo un po', alla mia destra riesco a vedere il mare. Ho sempre adorato la posizione di casa mia, è bello poter uscire di casa e oltre un meraviglioso parco poter subito vedere l'oceano. Ispiro a pieni polmoni la brezza marina e per alcuni istanti dimentico tutto. Ogni problema, ogni dolore e mi concentro sul quel momento. È la prima volta che mi sento così libera dalla morte di mio fratello.

Pochi istanti dopo però la mia attenzione viene catturata dalla casa accanto, quella dei Sanders. Lo vedo, oltre alla vetrata spalancata del balcone. Davanti a se ha un cavalletto e una tela, con espressione concentrata spennella e ogni tanto si passa il dorso della mano sulla fronte leggermente lucida per il sudore. I miei occhi scendono poi sul suo petto nudo e sulle braccia. I suoi muscoli si flettono ad ogni movimento che fa ed io rimango lì a fissarlo senza nemmeno rendermi conto.

Poi riesco a sentire la suoneria di un cellulare, lui si alza e si mette il pennello tra i denti mentre si avvicina sempre più al balcone. Si china leggermente e recupera il suo telefono, non appena alza lo sguardo mi vede. Me ne rimango lì, spaesata con le sopracciglia alzate a fissarlo. Passano istanti che sembrano interminabili ma non appena sento bussare alla porta di camera mia, mi dileguo immediatamente facendo un sospiro di sollievo.

Apro la porta e dietro ci trovo mia madre con una busta rigida di cartone tra le mani, sopra leggo il noto logo di una boutique francese. — L'ho preso un po' di tempo fa per te, non sono mai riuscita a dartelo. Anzi non so nemmeno se ti piacerà, spero di sì. È solo che io... —
— Mamma... — La interrompo e lei alza lo sguardo verso di me preoccupata.
— Grazie. — Le dico solamente.

So che lei vorrebbe qualcosa di più, un abbraccio o uno sguardo dolce, ma non ci riesco proprio.
— Spero di vedertelo addosso questa sera. — Confessa, prima di sparire nel corridoio.

Chiudo la porta e appoggio la busta sul letto. Sarà una dura serata.

clarityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora