PERSO Adam

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Premetti la fronte contro il vetro freddo. Aprii gli occhi. La prima cosa che vidi fu il mio riflesso: un ragazzo con gli occhi cerchiati, il volto scavato, i capelli castani arruffati e la solita maglietta blu che indossavo da due giorni.

Al di là del vetro, una ragazza dormiva supina, le labbra rosse che facevano da contrasto alla pelle pallida e alle candide lenzuola bianche da ospedale, i lunghi capelli castani dai riflessi dorati che le incorniciavano il viso.

Sembrava la Bella Addormentata, con l'unica differenza che un bacio non avrebbe potuto risvegliarla dal sonno profondo in cui era caduta. Il suo principe azzurro non avrebbe potuto salvarla. Era arrivato troppo tardi.
Una lacrima mi scese lungo la guancia e subito la scacciai via. Mi aveva chiesto aiuto e io gliel'avevo negato.
L'avevo lasciata sola quando aveva bisogno di me e non me lo avrei mai più perdonato.

L'unica cosa che potevo fare ora era guardarla dormire, sperando che si svegliasse. Se si sarebbe svegliata.
Ti prego Belle, svegliati. Ho bisogno di te.

Qualcuno mi toccò la spalla. Mi girai di scatto. Christopher.

"Cosa ci fai qui? Come puoi venire dopo averla ridotta così?" gli urlai in faccia, una tonnellata di rabbia per ogni parola pronunciata.
"Adam, calmati" disse lui, in tono calmo.
Lo spinsi addosso al muro dall'altra parte del corridoio. Non oppose resistenza.
"La amo anche io, se è questo che vuoi sentire da me" disse senza esitazione, guardandomi negli occhi.
Mollai la presa e lo lasciai andare, incapace di reggere ancora il suo sguardo. Ero stato svuotato da ogni emozione. Mi sedetti su una sedia lì vicino.

"Adam, ascoltami. Così non aiuterai Rabelle. Io voglio capire fino in fondo cosa le è successo e le cause che l'hanno spinta a farsi questo"
"Sappiamo già le cause" dissi io, lo sguardo rivolto alle mattonelle verdi del corridoio. Christopher si avvicinò a me.

"Adam, ascoltami! Tu non vuoi capire cosa le è accaduto davvero fino in fondo? Io sì, ma per farlo ho bisogno del tuo aiuto. Per quanto tempo conosca Rabelle, una parte di lei mi è sempre rimasta all'oscuro. Tu ne conosci un'altra ancora. Lo so che mi sono comportato male con te e tutto il resto, ma se non fosse importante non sarei venuto qui! Insieme possiamo aiutarla, fallo almeno per lei!"

Alzai lo sguardo e lo guardai dritto negli occhi.
"Che vorresti fare?"
"Voglio ricostruire la storia della sua vita, in modo da capire perché ha fatto questo" guardò la ragazza al di là del vetro.
"Hai bisogno di mangiare" aggiunse, dopo un istante di silenzio.
"Non ho fame"
"Almeno esci a prendere una boccata d'aria"

Annuii controvoglia. Mi alzai meccanicamente dalla sedia e percorsi il corridoio, con Christopher che mi seguiva, fino alla porta della terrazza e l'aprii.

L'aria fresca sul viso e sulle braccia mi fece sentire vivo, parte del mondo, un mondo che avevo dimenticato, dopo due giorni in cui le uniche cose che facevo erano stare accanto a Rabelle e guardarla attraverso il vetro.

Mi appoggiai al parapetto e osservai il lento risveglio della città sottostante. Guardai l'orario sull'orologio. Le sei. Per me era un orario come un altro, ormai non faceva differenza se fossero le tre di notte o di mattina.
Christopher si mise alla mia destra e ammirò il paesaggio. Rimanemmo entrambi in silenzio.

"Se vogliamo ricostruire la sua storia ogni fatto o persona è importante. Adesso vorrei raccontarti come ho conosciuto Rabelle e vorrei che tu facessi altrettanto. Non voglio essere invadente, voglio solo capire lei e le sue intenzioni, visto che da solo non ci riesco, ma insieme sono convinto che possiamo farcela. Che ne pensi?"
Sostenni il suo sguardo a lungo per cercare qualsiasi tipo di ricatto o secondo fine, ma era totalmente sincero.

"Va bene"

FAIL La regina di cuoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora