Verità Christopher

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Continuava ad evitarmi. Più la cercavo e trovavo un modo per parlarle e più Rabelle mi ignorava. Cavolo.

Ormai erano passati due giorni e la situazione non era migliorata affatto.
Ironia della sorte, non avevo mai tartassato una ragazza, erano loro a perseguitarmi. Buffo come si era ribaltata la cosa.

Dovevo fare qualcosa, e in fretta. Era il momento di darmi seriamente da fare per una volta.

"Ehi Chris, ci vieni oggi a fare un giro?"

Josh interruppe bruscamente il filo dei miei pensieri.
Lo guardai senza capire.

"Chris, guarda che siamo già all'ultima ora! Ti ho chiesto se vieni a fare un giro oggi!" ripeté leggermente scocciato.

"No, non vengo"

Josh fece una smorfia ma non aggiunse altro.

In quel momento suonò la campanella. Finii di ricopiare la spiegazione di scienze e cacciai tutte le mie cose nello zaino, deciso a seguire Rabelle.

***

"Non serve far finta di niente, tanto so che mi stai seguendo"
Si girò e mi puntò le perle verdi addosso.

Ci avevo provato. Alzai le braccia in segno di resa ma non mi mossi.

"Cos'altro vuoi da me?"

"Il tuo perdono"

"Non ti serve il mio perdono. Hai file di ragazze, perché dovresti perdere tempo con me?"

Mi passai una mano fra i capelli scompigliati.
"Tu... Tu sei diversa dalle altre"

"Solo perché non ti sbavo dietro come le altre ragazze della scuola?"

Spalancai gli occhi. "Si"

"E allora non perdere tempo con me, non mi interessi"

La durezza delle sue parole fece vacillare la mia sicurezza.

Mi guardò un'ultima volta. E poi riprese a camminare. E io la seguii.

"Non ti ho chiesto di seguirmi"

Mi morsi il labbro inferiore, indeciso se dirle la verità o no.

"Cosa posso fare per ottenere il tuo perdono?"

Mi ignorò. Il che è come ricevere uno schiaffo in faccia.

"Mi dispiace tantissimo" mormorai.

Si fermò di nuovo, mi aveva sentito.

Mi sentivo vuoto, triste e allo stesso tempo frustrato perché non ero riusciti ad ottenere nulla.

Allora decisi di giocare l'ultima carta in gioco.

Percorsi la distanza che ci separava in due secondi e l'abbracciai, tenendola stretta a me, come se fossimo le uniche due persone al mondo.
Dopo i primi istanti sentí le sue braccia intorno al mio collo.

Fu il migliore abbraccio della mia vita e il primo di una lunga fila.
Mi sembrava di volare, di aver toccato il punto più alto del paradiso. Era un abbraccio che lasciava trasparire tutti i miei sentimenti e tutte le mie emozioni che provavo verso di lei.

Quando ci staccammo, un minuto infinito dopo, lei sorrideva, gli occhi verdi lucenti per la felicità.

"Si... Penso che ti perdono"

Sorrisi e la strinsi a me un'altra volta.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 17, 2019 ⏰

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