•°Every day is like this°•

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Prima di iniziare questo 2° capitolo, volevo dirvi che non ho avuto il tempo di correggere eventuali errori grammaticali per colpa della mia ragazza che mi ha costretta ad aggiornare il giorno dopo, quindi ecco il secondo capitolo.
P.s. ringraziatela♡

Deku's POV
Come al solito mi sveglio alle 6.30, e mi faccio una doccia.
Durante la notte non ho dormito molto, più che dormire ho pianto, per papà, mi manca così tanto, la prima volta che cercai il  suicidio è stato dopo la sua morte, ed è così che cominciai ad avere la sindrome di Cotard, perché pensavo si essere morto in seguito al mio suicidio, ma non lo ero.
Ho cominciato anche ad avere questa rara malattia, ciò si vede anche dai miei occhi, che a volte sono verdi, altre volte uno è verde, e l'altro è azzurro, questo fa capire anche quando sono depresso, perché i miei occhi diventano appunto di quel colore, ma mia madre non lo sa,  lei pensa che io diventi arrabbiato, e non triste.
Esco dalla doccia, e passando davanti allo specchio vedo i miei occhi
"Cazzo!" sono eterocromati (bicolore)
Esco dal bagno, e vado a prendere la divisa, per poi metterla.
Scendo, e vedo mia madre che cucina, al che sentendomi si gira verso di me con un sorriso, ma che si tramuta in paura
"B-Buon g-giorno Izuk-ku" mi dice lei, sicuramente per via dei miei occhi mi crede arrabbiato, anche se in realtà sto trattenendo le lacrime.
"Ciao" le rispondo per poi prendere lo zaino, ed aprire la porta
"Izuku, non mangi?"
"No" le rispondo per poi chiudere la porta alle spalle.
Non posso trattenermi ancora, e cominciò a piangere andando verso scuola, cosa che smetto di fare entrando.

[...]

Abbiamo appena finito ginnastica, materia che io non faccio, rimanendo sempre in bagno, ma tanto non se ne accorge nessuno.
Tornando in classe sento una voce a me non familiare, e mai sentita prima
"Ehi puttanella"
Ma chi è
"Dove vai? di certo non in classe"
Dice questa voce, e poi sento un colpo forte alla testa, e poi tutto buio.

[...]

Mi sveglio, e sono nello spogliatoi della palestra, e li rivedo, si sono loro, ma c'è uno nuovo...Shinsou?!
"Ti sono mancato puttanella?"
Ricordandomi del colpo alla testa mi toccò la testa
"Oh quello, sono bravo con i pugni"
"..."
"Dai, non ti sono mancato?" Dice lui con un sorrisino beffardo
A quelle sue parole ricordo tutti i momenti passati insieme, tutti i baci, le parole dolci e i sorrisi.
"Hai riprovato a suicidarti?uno di queste prove di suicidio le hai dedicate a me?" E alle sue parole mi scende una lacrima, si una volta è successo per colpa tua, ma non posso dirglielo, mi crederebbe debole
"..."
"TI HO DETTO PARLA!" dice tirandomi un calcio sullo stomaco facendomi accasciarea terra, e facendo ridere gli altri tre.
Dopo avermi dato qualche altro calcio o pugno se ne vanno, e la Campanella della fine delle lezioni suona.

[...]

Arrivo a casa, e salgo verso camera mia quasi correndo
"Izuku vai a cambiarti che dobbiamo andare da Mitsuki fra un'oretta" io la ignoro, salendo in camera, e buttandomi nel letto.
Dopo una ventina di minuti a piangere, e a strozzare singhiozzi, mi tolgo la divisa e vado a farmi una doccia, continuando ovviamente sotto ad essa.
Esco dal bagno, e vado a prendere dei vestiti.
Prendo una maglia rossa a maniche lunghe, e sopra essa metto un'altra maglietta nera della "Thrasher", metto poi dei jeans, ed infine delle converse nere.

[...]

Siamo arrivati davanti al portone della mia psicologa, ed io sono un po preoccupato della sua reazione vedendomi, perché si, ho ancora i lividi nella guancia, gli occhi rossi per il pianto ed in fine gli occhi bicolore.
Vedo Katsuki aprire la porta, e guardarmi preoccupato.
Vedendo il mio sguardo abbassarsi mi fa entrare, e chiude la porta.
"Ok izuku, siediti" mi dice Mitsuki
"Come stai?"
"Bene"
"Sicuro?"
"S-si"
Lei mi guarda come solo una madre sa fare
"Come è andata oggi?"
"Bene"
"Puoi farmi un piccolo riassunto della giornata?" Dice lei sorridendomi, mentre Kacchan continua a guardarmi preoccupato.
Cominciò a raccontare la mia giornata tralasciando l'episodio di bullismo.
"Nient'altro?"
"...no"
"Sicuro? a me puoi dire tutto lo sai, rimarrà sempre tra noi tre"
"Ho rincontrato il mio ex..."
"E poi?"
"Era con i...miei bulli"
"Quindi stai soffrendo anche di bullismo"
"...si..."
"E poi che è successo?"
A quel punto cominciò a raccontare tutto, mentre una lacrima scende e mi riga il viso.
Dopo aver finito vedo lo sguardo di Kacchan riempirsi d'odio.
"Ma quindi tu sai i loro nomi, e non vai a dirlo al preside, o un proff?" Mi chiede lei
"No..."
"Perché?"
"Non lo trovo necessario"
"Ok" risponde lei prendendo un quadernetto, e io la guardo spaventato
"Tranquillo, ci sono delle cose che mi ha scritto tua madre"ed io annuisco.
"Allora io so che soffrì anche di questa rara sindrome, ed è per questo che i tuoi occhi sono eterocromati"
"Si"
"Tua madre mi ha riferito che quando hai gli occhi di questo colore, sei molto arrabbiato"
"..."
"Ma a me non sembri arrabbiato"
"..."
"Sei...triste"
A quelle sue parole mi irrigidisco, e abbasso la testa.

[...]

"Ok Izuku, io vado un secondo"
Dopo le sue parole sale le scale, lasciando me è Kacchan soli
Kacchan corre verso di me è mi abbraccia
"Se sei triste, o qualcos'altro, chiamami ok? anche solo per sfogarti" alle sue parole ricambio l'abbraccio, e cominciò a piangere nell'incavo del suo collo, bagnandogli la maglietta.

[...]

Torno a casa, e mi butto sul letto, pensando sempre a Kacchan, e mi addormento.
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Quanto sono carini i nostri due bimbi
Bye, Bye   -UwU

~Banshee</3

Cotard Syndrome // Bakudeku Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora