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Parigi non c'entrava niente con Londra.
Non che Harry non amasse la sua città d'origine ma, dopo vent'anni, il grigio cielo londinese aveva decisamente cominciato a stancarlo. E lo sapeva bene che ''chi è stanco di Londra, è stanco della vita'', ma per lui non era assolutamente così. Necessitava di sole e Parigi lo aveva accolto,due giorni prima, con un sole così splendente in cielo la cui luce sembrava non avere nessuna intenzione di affievolirsi.

Camminava per le strade della Ville Lumiere e già si sentiva un ragazzo diverso.

Stava per cominciare una vita nuova in una città ancora totalmente sconosciuta ai suoi occhi e lontano dalla sua famiglia, eppure stava bene mentre attraversava le strisce pedonali bianche ed entrava nel palazzo di vetro che da giorni riempiva i suoi sogni la notte.

Lo attendevano sei mesi di stage presso la redazione di una delle più grandi riviste di moda: Couture.

Era stato selezionato tra numerosi candidati e, non per vantarsi, ma non aveva avuto dubbi che sarebbe stato lui il candidato scelto.

Harry viveva di moda e leggeva Couture da che ne avesse memoria; ogni mese si presentava dal giornalaio più vicino casa per acquistare la nuova copia del mensile e poi ne studiava ogni minimo particolare.Assorbiva ogni parola scritta nei vari articoli e ogni fotografia che riempiva quelle pagine lucide per sponsorizzare le grandi marche. Amava la moda in ogni suo aspetto e forma e non voleva fare altro che scrivere al riguardo.

Si era finalmente guadagnato questa possibilità e, adesso, avrebbe dato alla sua vita la svolta che tanto desiderava.

Si specchiò nel vetro all'interno dell'ascensore, che lo stava portando al quinto piano del palazzo: un sorriso altezzoso non riuscì a non prendere forma sulle sue labbra, mentre slacciava un altro bottone della camicia bianca che aveva deciso di abbinare a un paio dei suoi adorati skinny neri; ai piedi gli immancabili stivaletti di camoscio.Arrotolò un po' le maniche, giusto per dare un tocco ancora più easy al look, e sistemò gli occhiali da sole sul capo, tenendo così a bada i lunghi ricci che cadevano morbidi sulle ampie spalle.

Drizzò la schiena, voltandosi giusto in tempo per cogliere il campanellino dell'ascensore che lo avvisava di essere arrivato al piano interessato. Si avvicinò a passo deciso al bancone bianco davanti a lui dove una ragazza dai capelli biondi, il trucco impeccabile e un tubino nero ad avvolgerle il suo corpo esile lo accolse cordiale.

«Harry Styles» si presentò «Comincio oggi il mio stage».

La ragazza si spostò dietro l'orecchio qualche ciocca bionda, mentre digitava qualcosa al computer.

Harry sorrise nel vedere le sue guance imporporarsi. Un po' gli dispiaceva di fare quell'effetto alle ragazze dal momento che lui preferiva tutt'altro genere. Decisamente tutt'altro genere.

«Ti stavamo aspettando» riportò l'attenzione su di lui pochi istanti dopo, abbandonando la sua postazione e affiancandolo «Ti accompagno direttamente dalla persona con la quale lavorerai in questi mesi».

Harry non fiatò, seguendola e studiando con attenzione l'ambiente circostante: ai lati del lungo corridoio vi erano i vari uffici del personale della rivista, dai direttori artistici, agli addetti stampa, ai giornalisti e ai fotografi; di tanto in tanto vi erano anche degli stand appendiabiti con quelli che sicuramente erano dei campionari ancora in attesa di selezione.

Si fermò quando anche il ticchettio dei tacchi a spillo davanti a lui si arrestò.

«Avanti» disse una voce femminile dall'interno della stanza alla cui porta la ragazza aveva educatamente bussato, prima di fare capolino con la testa.

Tes Yeux Ressemblent À Deux ÉmeraudesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora