II

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Harry lo stava chiaramente evitando, Louis non era stupido.

Eleanor l'aveva chiamato quella mattina avvisandolo che non ci sarebbe stato bisogno di passare a prendere Harry con la macchina dal momento che,al posto suo, avrebbe presenziato lei alla sfilata di Balmain. Louis si era ritrovato per la prima volta in vita sua a corto di parole e il suo umore era peggiorato una volta scoperto che Harry avesse addirittura chiesto di sostituirlo anche in tutti gli altri eventi della giornata. In quel modo avrebbe potuto assistere a tutte le sfilate a cui Louis non sarebbe stato presente.

Aveva provato a chiamarlo, cercando di far leva sul fatto che Harry non stesse rispettando le sue decisioni; in realtà sapeva bene che non era per la poca professionalità che stava mostrando che voleva sentirlo. Chiunque altro a quell'ora sarebbe già stato poco gentilmente licenziato in tronco da Louis; perfino Eleanor era rimasta sorpresa dal fatto che il suo capo sembrasse più preoccupato che alterato dal comportamento dello stagista.

Dal canto suo, Harry aveva trascorso il resto della nottata in bianco, pensando e ripensando a quello che era successo. Non riusciva a reprimere l'imbarazzo e la rabbia che provava nei confronti di se stesso per aver ceduto a Louis.

Che fosse rimasto colpito da lui fin dalla prima volta che lo aveva visto, non era di certo un segreto dato che non aveva fatto altro che parlare di lui con Jeff; tuttavia aveva sempre cercato di non farlo vedere troppo una volta lasciate le mura sicure di casa. O almeno così era stato fino a quando Louis non aveva iniziato a flirtare con lui, in maniera anche piuttosto evidente, e lui era stato al gioco. In fondo gli piaceva ricevere le sue attenzioni, lo faceva sentire bello e desiderato. Ma a quello si sarebbe dovuto tutto limitare, invece alla fine ci era andato a letto.

Naturalmente si era imposto di affrontare Louis e chiarire la questione, ma per quel nuovo giorno aveva deciso di scambiare le sfilate con Eleanor. Non sarebbe stato in grado di affiancare Louis per tutto il tempo, fingendo che tra loro nulla fosse successo. Aveva bisogno di stare lontano da lui. Era stato bello, ma si trovava a Parigi per un'esperienza di lavoro importante che avrebbe dovuto sfruttare per formarsi al meglio e non poteva di certo permettersi di gettare tutto all'aria solo per una stupida attrazione verso il suo capo.

Ringraziò il cielo quando anche l'ultima sfilata in programma per la giornata terminò, sgattaiolando fuori l'edificio il più velocemente possibile e correndo a casa. Si sorprese quando trovò Jeff ad aspettarlo sulla soglia del loro appartamento.

«Finalmente sei arrivato» bisbigliò l'amico, uscendo in corridoio e prendendolo sotto braccio per velocizzare la sua andatura.

Harry corrugò la fronte.

«Hey, ma che ti prende? E perché parli a bassa voce?»

«Perché di là c'è il tuo capo» spiegò, parandoglisi davanti e indicando l'interno dell'appartamento.

Se Louis era andato fino lì significava che, molto probabilmente, era arrabbiato fino alla morte con lui.

«Perché l'hai fatto entrare?» mormorò agitato Harry, sentendo dentro di sé il solo desiderio di scappare.

«Perché si da il caso che sia il tuo datore di lavoro e non posso sbattergli la porta in faccia» rispose ovvio l'amico «Comunque io sto andando al bar. Non combinare casini, H» gli raccomandò severo e Harry si limitò ad infossare il capo tra le spalle e annuire mestamente.

Trovò Louis seduto sul piccolo divano del salotto, i gomiti appoggiati sulle ginocchia e lo sguardo basso sulle mani.

«Sei arrabbiato?» gli chiese immediatamente, attirando la sua attenzione.

I lineamenti di Louis si ammorbidirono all'istante non appena lo vide.

«Da che sfilata arrivi?» gli domandò a sua volta, evitando di rispondere alla sua domanda.

Tes Yeux Ressemblent À Deux ÉmeraudesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora