Capitolo 4

15 3 0
                                    

Il buio avvolgeva la sua figura che silenziosa si muoveva indisturbata tra i corridoio del castello, come fosse un fantasma, con determinazione, pronta a colpire.

I suoi passi non emettevano alcun suono, benché stesse percorrendo un pavimento di marmo, era come se fluttuasse.

La flebile luce delle torce le permetteva di scorgere i lunghi corridoi colonnati, svoltò a destra, se nessuno l'aveva ancora avvistata poteva solo significare che le guardie di Lucifero non erano ancora a conoscenza della sua presenza all'interno del palazzo.

Sistemò il cappuccio sui lunghi capelli e nascondendosi dietro l'ombra di una colonna, prese dalla tasca del mantello un pezzo di carta rovinato, lo stirò con le mani focalizzando la porta che le serviva.

Era concentrata sul percorso della mappa quando un rumore di passi la fece riscuotere, si nascose ancora di più, portando i pugni all'altezza del petto, facendo comparire intorno ad essi nubi di fumo che avrebbe usato in caso di scontro.

I passi erano sempre più vicini.

-Brutte Amebe senza cervello! È da ore che vi sto cercando! Cerbero ha fiutato qualcosa, dobbiamo andare, il nostro Signore ci vuole tutti pronti.- disse una voce troppo giovane e alla stesso tempo gelida e tagliente che ruppe il silenzio di quel corridoio.

Dopo di che sentì i passi allontanarsi.

Aspettò qualche secondo e guardò oltre la colonna, scorgendo solo le figure che si allontanavano, due guardie e una bambina.

Uscì fuori dal suo nascondiglio guardandosi intorno, il fatto che il dolce cagnolino a tre teste avesse fiutato qualcosa nell'altra ala del castello forse era un bene, o forse aveva fiutato lei.

Iniziò a fare passi più lenti, non togliendo l'aria altezzosa dal suo volto, se era uno scontro ciò che si sarebbe tenuto quella notte, lei non si sarebbe sottratta.

Il mantello lungo emetteva un lieve fruscio a contatto col pavimento lucido, la donna guardò in basso, osservò la strada che stava percorrendo, mancava poco e lo sentiva, il potere la chiamava a se, accelerò il passo non potendo più aspettare.

Si ritrovò davanti ad una porta di legno, neanche tanto resistente, la guardò non tanto sorpresa e la spinse leggermente, essa emise un lieve cigolio aprendosi. La donna vi entrò dentro richiudendola subito dopo.

La stanza in cui si trovava era buia così alzò una mano e fece comparire nel suo palmo una sfera di energia violacea. L'ambiente si illuminò, sorrise malefica trovando una porta dalle imponenti dimensioni, il potere era solo dietro di essa.

Cercò di assimilare la luce e proiettarla nella stanza dietro la porta, era da molto che non usava quel tipo di potere, ma niente si poteva mettere tra lei e il suo obbiettivo.

Si trovò improvvisamente dentro la stanza e sorrise soddisfatta vedendo la causa della riuscita del trucco: la luce emanata dai focolari.

-Se vuoi tenere il nemico fuori, dovresti escogitare strategie migliori caro Lucifero.- sussurrò tra se e se.

Si mosse fra quelli che sembravano essere i trofei del Signore del Male. Era tutto ordinato e alla fine dietro al focolare più grande la vide, ciò per cui pianificava da mesi, la maschera.

Si avvicinò alla teca di vetro sollevandola, ma essa le trasmise una forte scarica elettrica.

Fece qualche passo indietro e prendendo possesso delle sue abilità, fece tremare la cripta  e alzando le mani scariche elettriche andarono a colpire la teca frantumandola.

Soddisfatta, finalmente prese la maschera in mano, chiuse gli occhi sorridendo, sentiva il potere passarle dalle dita in tutto il corpo, fin dentro le viscere.

Ehi AngelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora