Capitolo 2: Lampi e spari

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La pioggia batteva vorace sul vetro della finestra del salotto di Nam. Le gocce sul vetro sembravano far a gara, rigando la superficie trasparente leggermente sporca dalla poca pulizia dedicatagli.

China sul tavolo con la penna tra i denti, la giovane stava ricreando gli spostamenti di Norval di quella giornata scoprendo, addirittura, il suo prossimo ed imminente omicidio.

"È strano... È stato facile, fin troppo facile trovarti e scovare i tuoi piani di questa notte. Com'è possibile?"
Pensò portandosi le mani tra i capelli viola.

"Che si stia prendendo gioco di me?! Probabile.
Forse vuole portarmi fuori strada..."

Sollevò lo sguardo verso l'orologio in rame che aveva sulla parete di fronte e lesse l'ora: 23:50.
A distanza di dieci minuti, la sua preda avrebbe agito e lei con lui per sbarazzarsene e guadagnarsi la sua taglia.

Si alzò dalla sedia con la sua solita e naturale eleganza, si armò delle sue due pistole e dei suoi due fucili a doppia canna; il suo corpetto nero e la sua pomposa gonna verde sembravano stonare con le sue pericolose armi appena sistemate su di lei; queste la avevano sempre appassionata sin da bambina grazie al padre. Egli le aveva dedicato anima e corpo per far si che riuscisse a diventare un'abile pistolera e così fu.

Essere una cacciatrice di taglie non era tra i suoi programmi di vita, Nam si impegnò a diventarlo dopo l'assassinio del genitore promettendogli vendetta.

Nam si riavvicinò al tavolo pieno di fogli scritti e prese la bustina trasparente dove vi erano i mozziconi di sigaretta lasciati da Norval dopo i suoi omicidi.
Li osservò e si morse l'interno guancia   mentre l'immagine del biondo che buttava il suo di mozzicone le ritornò in mente.

Prese un barattolino con all'interno una polvere argentata dalla sacchetta che aveva legata in vita e sparse il contenuto sulla bustina. Una nuvola grigio chiaro si alzò mostrando un'immagine: una via, poi una casa e una sagoma umana che entrava dalla finestra dell'abitazione. Norval.

Sorrise soddisfatta dopo aver visto la sua visione che le diede la certezza dei piani dell'assassino e uscì da casa dopo aver indossato una mantella nera.
Si calò il cappello davanti gli occhi e scese le scale della sua palazzina.

"Questa notte sarà l'ultima della tua vita"

***

Con la sua moto Nam sfrecciava per le vie di Londra accompagnata dal rombo del suo motore, un rumore che le penetrava le ossa e le aumentava la sua adrenalina. Per lei era una sorta di carica che si dava per affrontare i ricercati, un rituale che le assicurava una vittoria e così era sempre accaduto.

La pioggia non sembrava infastidirla, in quel momento era concentrata su ben altro che su un po' di acqua.

"So che sai del mio arrivo, sono curiosa di affrontarti. Non sai veramente con chi hai a che fare"

Nam non ci mise molto ad arrivare in quella casa. Si affrettò a scendere dal veicolo, a levarsi il casco dalla testa e a lanciare un gancio sulla finestra per poi arrampicarsi grazie alla sua corda.

Balzò all'interno della casa completamente buia e sfilò una delle sue pistole dal fodero.
Puntò l'arma davanti a se studiando il luogo in cui si trovava. Si muoveva con attenzione e curiosità tra i mobili capendo solamente dopo qualche minuto che si trattava della cucina dell'abitazione.

Alle sue spalle sentì un urlo femminile e un vaso di ceramica rompersi in mille pezzi. Nam sobbalzò e corse senza indugiare verso i rumori uditi in quell'istante, poi un altro urlo.

-Aiuto!-

Le grida le gelarono il sangue e strinse i denti per quello che avrebbe potuto trovare dopo qualche attimo nel corridoio.

Iron Heart [Steampunk Revolution 2018]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora