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Caro Oswald,

sono passati alcuni giorni dal nostro addio.
Spero che ovunque tu sia, tu possa ricordare un momento per me tanto importante come la tua morte.

Ricordi come il vento soffiava e alle tue confessioni d'amore perfino il cielo aveva iniziato a piangere sui miei occhiali?
Eppure stai certo che da parte mia non hai ricevuto lacrima alcuna, ma solo uno di quei sospiri che strappi all'aria e di cui ti riempi i polmoni quando ti senti sollevato.

Il proiettile che è partito dalla pistola che ti avevo rubato tempo fa senza nemmeno che tu te ne accorgessi o sospettassi -perché mai avresti infatti dovuto sospettare dell'unica persona che in vita tua ti aveva ascoltato e capito- non ha soltanto squarciato il tuo ventre. Ma spaventato e messo a tacere gli uccelli al molo per un bel po'.

Lo so perché, dopo averti spinto nell'acqua che si è colorata per alcuni secondi del tuo sangue, per poi tornare ad essere limpida così com'era prima del nostro arrivo, proprio come se ti avesse già dimenticato -io tuttora non sono riuscito, per questo ti scrivo- sono rimasto. Lì, su quel ponte, a degustare la mia vittoria: non potevo immaginare che sapesse di limone; il frutto giallognolo e aspro che ti lascia la gola secca quando ne assapori la spremuta.

E posso dirti che l'espressione del tuo volto nell'ultimo istante in cui fui in grado di guardarla è una delle cose che non capirò mai fino in fondo: non avevi paura e non eri arrabbiato per quanto successo.

Ma la tua sembrava più confusione-non te l'aspettavi da me tutto questo, vero?-. E una volta che realizzasti che proprio io, tuo amico, ti avevo colpito, vidi finalmente il disgusto. I tuoi occhi e i miei, per la prima volta suppongo, riflettevano esattamente la stessa emozione.

Io, disgustato dal tuo amore e tu, disgustato da un odio che sapevi di non meritare.

Ed è proprio per farmi perdonare, perché non sono capace di accettare il passato e lasciare che sia lui a ripresentarsi con il conto da pagare in futuro, che ho deciso di scriverti delle lettere.

La prima doveva essere speciale, per cui terminerà con alcune parole che racchiudono il motivo-sono sicuro che ancora te lo chiedi- del mio gesto e di tutto ciò che l'ha astutamente preceduto:

io non ti amo, Oswald.

A presto, se avrò bisogno di distrarmi ancora e di qualcuno a cui confessarmi nuovamente,

la persona che ti ha ucciso brutalmente
al molo.

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