It's me, my old friend

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Caro Oswald,

ci tengo innanzitutto a precisare che i pensieri che ti dedico sono il frutto di notti insonni o di giorni spesi a guardare un paesaggio vuoto dalla finestra della dimora di tuo padre, pensando al prossimo enigma da ideare e sottoporre a chi capita.

Dal momento che ti vedo ovunque e non solo nei miei sogni e che, parlando al prodotto della mia mente contorta- il quale ti assomiglia in modo assurdo, anzi è l'esatta versione stanca e disordinata nel vestirsi e nel pettinarsi di te- mi aspetto persino che quella cosa- che poi saresti tu- mi risponda, non ti garantisco lucidità in ciò che scrivo.

Non posso assicurarti nemmeno che ogni lettera che ti recapito contenga qualcosa che ti interessi davvero. Sia perché ti riguardano poche cose per cui io invece non provo nulla e dunque non avrei interesse a scrivere, sia perché non ho ancora bene in mente cosa stilerò- ma qualcosa ideerò di certo, al momento di strappare una pagina di diario per regalartela. E non ridere se ti confesso che ne ho davvero bisogno-.

In effetti, mi ha colpito il fatto che, dopotutto, fossi disposto ad amarmi realmente- o almeno questo è quello che hai detto a Barbara, mentre io da dietro le tende del Night Club aspettavo solamente il tuo tradimento, esattamente come ti veniva richiesto- e l'amore, quello vero, è conoscenza oltre che sacrificio. Quindi queste lettere, ognuna delle quali è un po' una minuscola parte di me, hanno il solo scopo di farti un piacere e di permetterti di conoscermi.

Perché non sei riuscito a farlo quando eri in vita.

A presto, se le pillole che prendo non riusciranno a guarirmi come temo,

la persona che non ti ha mai amato.