Prologo

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Tutto incominciò l'inverno di tre anni fa... è una giornata tranquilla, come tante; sto tornando a casa da scuola, ascoltando la musica, come sempre.

Mi chiamo Marco Mazzotta, sono un comune ragazzo di sedici anni, se non un po' introverso e con una corporatura abbastanza robusta, ho molti amici, ma nessuno con un particolare legame, ho una sorella minore un po' vivace e affettuosa e dei genitori fantastici. In breve, sono felice, o almeno dovrei esserlo. Ho sempre sperato di poter scappare, scappare in un luogo fantastico come in quelle storie fantasy ambientate in un'epoca medievale, ricolme di magia ed esseri mitologici, dove possa distinguermi per delle mie suddette abilità, ma oramai ho sedici anni e, da tempo, mi sono dovuto rassegnare all'idea che sia una cosa impossibile... il tragitto che ogni giorno percorro tra casa mia e la scuola che frequento è molto breve ed Incontro molto frequentemente i miei compagni di classe nel primo tratto di cammino. Girato l'angolo, dopo il quale la quantità di persone diminuisce, vi è una discesa con una pendenza notevole; svoltando per quel fatidico angolo, che separa la mia vita sociale da quella privata, mi accorgo di qualcosa. Mi fermo un secondo per pensare e guardarmi in torno, incuriosito, ma con la stessa tranquillità di sempre. C'è un non so ché che mi risulta strano, non riesco a comprendere cosa possa essere, ma forse è solo una sensazione passeggera, probabilmente dovuta dal fatto che oggi, essendo il mio compleanno, è un giorno diverso dal solito. Distolgo l'attenzione da questa strana sensazione e riprendo a camminare, anche se costantemente guardandomi in torno. Improvvisamente, appena una ventina di secondi dopo aver cambiato soggetto della mia attenzione, la particolare sensazione che ho provato poco fa la provo di nuovo, ma molto più intensamente, sempre più intensamente, insopportabile. È come un giramento di testa, sento il sangue circolare velocemente in corpo e un forte bruciore in petto; il dolore mi fa rannicchiare sulle gambe, quando, passato un interminabile minuto, l'angosciante dolore termina di colpo. Non provo più niente, è come se non fosse successo nulla... mi fermo un attimo per capire se stia ancora male o abbia qualche cosa di strano sul corpo e, terminato di accertarmi del fatto che sto bene, riprendo a camminare, inquieto. Purtroppo, però, le singolarità che stanno accadendo oggi, non sono ancora terminate, poiché, in fondo alla discesa, è comparso dal nulla uno strano oggetto. Nonostante quello che mi sia appena accaduto, la curiosità mi vince e mi avvicino ad esso. Giunto a due passi dall'oggetto, capisco che non può essere nulla di buono o ,quantomeno, qualcosa di totalmente innocuo. esso è un globo stante a mezz'aria di color celestino; pare quasi emanare una strana aura, non maligna, bensì attraente. Titubante, avvicino la mano per cercare di toccarlo; ha una consistenza viscida, quasi melmosa al tatto. Passo all'incirca un paio di minuti con la mano poggiata, quando, d'un tratto, essa mi sprofonda nell'ammasso melmoso; cerco di liberarmi, scuotendomi ed agitandomi con tutte le mie forze, ma niente, la mano continua a scendere dentro, finendo per inghiottire persino il braccio. Mentre vengo inesorabilmente avvolto, cerco di gridare per chiedere aiuto, ma sembra che non mi senta nessuno, la poca gente presente mi passa accanto come se nulla fosse. È la fine, penso, non potrò rivedere la mia famiglia, non potrò più realizzare i miei sogni. Dopo qualche minuto di paura, Il globo finisce per inghiottirmi completamente; all'interno non si vede nulla, se non una flebile luce in lontananza. Sono al limite delle mie forze, non riesco più neanche a rimanere sveglio...

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