capitolo 2) la prima missione

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Escono i raggi solari dalla finestra: ahhh... è già mattina...? Non me lo sarei mai aspettato, ma ho dormito benissimo, fino ad ora... Visto che Alice mi ha detto di svegliarmi all'alba, ho lasciato le finestre aperte. Cavolo, fortuna che le coperte erano pesanti, sennò sarei morto di freddo. A parte ciò, sarà meglio che mi alzi e inizi a prepararmi per la dura giornata che mi attende. Fortuna che ieri a scuola ho comprato una bottiglietta d'acqua che, alla fine, non ho bevuto, con questa mi posso sciacquare la bocca, lavare, almeno un po', il viso e, fortunatamente, dissetare un poco. Sento bussare alla porta. <<Marco, sei sveglio? Sono Alice.>>. Che tempismo perfetto, o quasi. Ho solo le mutande indosso! <<Marco, posso entrare?>>, sta entrando, che faccio?! <<No! Aspetta un secondo, ti prego.>>, sto cercando disperatamente i vestiti, ma non li trovo. <<come? Io sto entrando...>>, sta entrando, in questi piccoli istanti devo cavarmela. Le coperte! Sì, mi avvolgo con quelle. Alice è entrata, <<Marco... che ci fai ancora nel letto...?>>. Me la sono cavata per un pelo, anche se è, tecnicamente, colpa sua, si sarebbe arrabbiata per l'imbarazzo. <<Ehm, ero molto stanco e non mi sono svegliato abbastanza presto.>>, la prossima volta mi devo ricordare di chiudere bene la porta. <<Va bene, ma sbrigati, ci attende una giornata lunga. Ti ricordo che dobbiamo testare se sei predisposto alla magia, comprarti un'arma, ti servirà, e eseguire l'incarico che ci siamo presi.>>, <<scusa, farò in fretta.>>. <<Bene, ti aspetto nella sala comune.>>. Non avevo pensato ad un'arma da acquistare. Ora, ho in mente solo che dovrò restituire un mucchio di soldi ad Alice...

Bene, sono alla sala comune, ma non vedo Alice. <<Hey!>>, urlando mi salta alle spalle, <<ahh! Mi hai spaventato...!>>. <<hahaha, che bello prenderti in giro!>>, non mi piace molto questo suo lato burlone. <<Dai Marco, andiamo dal vecchietto per il test.>>, <<sì...>>. <<Questo "vecchietto", non ha un nome?>>, <<non lo so, penso di sì, ma non lo ha mai rivelato, qui nella gilda, nessuno, lo sa. Si dice che ha avuto problemi con un'organizzazione criminale e, da quando è riuscito ad uscirne, non ha mai più usato e rivelato il suo nome per timore che lo ritrovassero.>>. <<Che storia inquietante, chissà come si deve sentire.>>. Siamo al banco, il vecchio, mi guarda con una strana aria, incuriosita, ma anche sfiduciosa. Ci avviciniamo, Alice non sembra aver notato la strana espressione del vecchietto. Alice va subito al sodo chiedendogli del fiore, lui gli dice di averlo, ma non accetta il fatto che io non abbia fatto questo test prima, da bambino. Alice è riuscita a convincerlo, ma sembra ancora un po' titubante. <<Tieni ragazzo.>>, <<grazie...>>. Mi sta guardando con occhi terrorizzati, ma cerca di dare impressione di essere forte. Prendo in mano il fiore, ma non succede niente. <<Cosa devo fare?>>, <<aspetta, in genere ci vogliono dieci minuti, circa, poiché si capisca qualcosa.>>, mi dice Alice. Sono passati appena trenta secondi circa, il fiore sta emettendo una strana luce e pulsa. <<Che faccio?! Che sta succedendo?>>, <<wow, non avevo mai visto una reazione del genere e così veloce, oltretutto!>>, afferma, spaventato e stupito, il vecchietto. Ad un tratto il fiore esplode, per essere più precisi, si disintegra, non rimane, nemmeno, la cenere. <<Chi sei tu...?>>, mi dice il vecchio, terrorizzato, nel mentre Alice mi guarda sconcertata. <<Un semplice ragazzo di sedici anni. Credo...>>. Mi stanno guardando come se avessero di fronte un fantasma, che io sia speciale...? Magari, ho dei poteri fuori dal comune, come nelle mie fantasie. <<Sarà meglio andare.>>, dice Alice. Mi prende per un braccio e mi trascina fuori dalla struttura, di corsa. Sembra tutt'altra persona... <<Che ti prende, Alice?>>. Non mi risponde, chissà che cosa gli è preso. Intanto, ci siamo allontanati dalla gilda di una ventina di metri. <<Perfetto, ci siamo allontanati abbastanza.>>, mi dice Alice guardandosi intorno. <<Perché questo...?>>, <<il vecchietto non mi convinceva, aveva in mente qualcosa di brutto.>>, <<brutto? Cosa?>>. Che sia un cattivo presagio quel che è successo con il fiore? <<Ecco... Quel che ti è successo prima con il test, si dice che sia capitato, solo, un'altra volta, circa cent'anni fa.>>, <<e che c'è di male in questo?>>, <<la persona che ha fatto questo è diventata cattiva... per vent'anni ha causato morte e distruzione in tutto il mondo, fino a quando, tutti i regni hanno unito le forze e lo hanno sconfitto, anche con l'aiuto di un formidabile eroe che, però, ha perso la vita nello scontro. Successivamente egli è sparito e tutti temono il suo ritorno.>>. Che storia... Sembra proprio fare al caso mio, anche se mi inquieta molto. <<Come si chiamava questo "signore oscuro"?>>, <<nessuno lo sa, quando è stato sconfitto è stato proibito a tutti di parlarne e, con il passare del tempo, la gente si è dimenticata e la storia si è trasformata in leggenda.>>. <<Alice. Ti posso assicurare che io non sono cattivo, o, quantomeno, non ho cattive intenzioni.>>, <<tranquillo, ti credo, non ho mai pensato che tu possa essere cattivo.>>. <<Grazie.>>, dico sorridendo. <<Però, non tutti sono come te, un esempio è il vecchietto al banco. Lui non si fida, anche se non ti avrebbe fatto del male, è meglio se ci allontaniamo da gente così.>>, <<va bene. Quindi, però, abbiamo concluso che cosa, con il test?>>, fa che abbia dei grandi poteri, dei grandi poteri...! <<Beh, Marco, a quanto pare... Hai un potere immenso dentro di te!>>, evviva! <<Davvero?!>>, Alice mi guarda e, con espressione fiera, annuisce. Ora che so di avere il "potere", mi rimane solo che allenarmi, anche se, non ho i soldi per comprare i libri... <<Ora, però, abbiamo una missione da compiere, quindi, andiamo a prenderti una spada e andiamo dal mercante.>>. Dopo venti minuti di camminata, arriviamo dal fabbro dove prendere l'arma. Entriamo nell'edificio, è pieno di armi e utensili dappertutto e di spade ce ne sono a bizzeffe. La stanza, ha un bancone, infondo, con un uomo, di circa quarant'anni, dietro. Mi avvicino ad Alice e gli chiedo: <<Sei sicura? Mi sembrano costare molto le spade qui.>>, <<tranquillo Marco, ce ne sarà pur una che non costi molto, giusto per iniziare con qualcosa.>>. Sarà meglio chiedere al fabbro, faccio prima. <<Mi scusi, ha una spada adatta ad un principiante? Qualcosa di semplice.>>, spero abbia capito che ne voglio una che costi poco, non ha un'aria molto sveglia. <<sì.>>, mi risponde, con tono profondo e scocciato. Non sta facendo niente, non reagisce. <<E... me la può far vedere?>>, gli dico. Per me, ha preso una botta in testa da piccolo, poverino... Non mi ha risposto, ma si è girato e sta andando in un'altra stanza dietro il bancone. Sta facendo un rumore assordante lì dietro, spero non si sia fatto male. Eccolo, sta tornando. Ha un taglio sul braccio?! <<Eccola.>>, molto loquace... Abbastanza carina questa spada, ma il vero problema è il costo. <<Quanto chiede?>>, <<eh?>>, come, non ha capito?! <<Quanto costa...?>>, <<ahh, potevi dirlo subito. una moneta d'argento e due di rame>>. Una spada costa più di una camera alla gilda? Non ho parole... Mi sento in colpa a far spendere, così tanto, ad Alice e non so quanto ci metterò per pagarla, poi. <<Ne ha una che costi meno...?>>, Alice mi sta guardando. Sta cercando di trattenere le risate, screanzata... nel mentre che la guardavo, il fabbro mi porta una spada un po' malconcia. Ok, non è solo malconcia, è orribile: è vecchia, arrugginita e non taglia, quasi, per niente. Se mi chiede un prezzo alto, anche, per questa, gliela tiro in fronte (magari diventa più intelligente). <<"Questa" quanto costa?>>, <<cinque monete di rame.>>. Cinque?! Quell'ammasso di ferraglia costa cinque monete di rame? In ogni caso, questa è la meno costosa, mi devo accontentare.

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