Arrossii. Non ero quel tipo di ragazza che riusciva a sostenere normali conversazioni con i ragazzi.
'Scusa, non ti avevo vista' disse Luke grattandosi la nuca e con lo sguardo abbassato.
'Non fa niente. Grazie per aver raccolto il libro' gli feci un sorriso a 32 denti. Era uno di quei sorrisi che non regalavo a molti, ma in quel momento Luke mi pareva un angelo.
'Non devi ringraziare, è una cosa normale' disse il biondino guardandomi negli occhi. Cavolo se erano belli. Sembravano dei diamanti. Mi ricordai che dovevo andare a lezione.
'Grazie ancora, ma purtroppo devo andare ora. Lo studio chiama' risi alzandoli i libri in aria mentre mi allontanavo.
'Ci si vede' lo salutai con l'altra mano.
'Ci si vede...' lo sentii sussurrare.
Ormai mi ero girata e stavo camminando verso la classe ripensando a ciò che era appena successo e se l'avrei realmente rivisto. Ero ormai davanti alla porta dell'aula di arte quando sentii dei passi più pesanti dietro di me e pensai che fosse qualche studente che era in ritardo per le lezioni, ma cambiai idea appeno qualcuno mi prese per il polso e mi fece girare.
'Oh Luke! Sei tu!' esclamai sorpresa.
'Si sono io' sorrise 'sai... bhe... ti va se ti invito a pranzo oggi?' disse un po' intimidito.
Non capivo il motivo per cui era timido, dopotutto era lui il bello e non io.
'Bhe... certo, mi fa piacere. Non capita spesso che qualcuno mi inviti a pranzo' dissi ancora più timida.
'Allora... ci vediamo dopo le lezioni. Nel punto dove ci siamo scontrati, va bene?' chiese mentre mi guardava negli occhi.
Mi soffermai qualche secondo mentre li guardavo.
'Si si, certo va bene.' dissi scuotendo leggermente la testa come per svegliarmi da un sogno 'nel punto in cui ci siamo scontrati' affermai a bassa voce.
'Allora ci si vede dopo' disse Luke passandosi la mano tra i capelli.
'A dopo' dissi girandomi.
Avevo le farfalle allo stomaco ed ero estremamente eccitata da ciò che era appena successo. Non mi sarei mai immaginata di poter essere invitata a pranzo da uno come Luke. Spinsi la porta dell'aula e mi misi al primo banco vuoto che notai, in fondo alla classe.
Le lezioni passarono in un batter d'occhio dato che nemmeno facevo caso a quello che il professore diceva. Ero racchiusa in un altro universo: mi immaginavo come sarebbe potuto essere il nostro pranzo, ripensavo ai suoi occhi azzurri. Mi sembrava di essere innamorata. Ma caspita! Non lo conoscevo nemmeno.
'Puoi sempre conoscerlo...'
Ecco che il mio subconscio si svegliò.
Lo odiavo. Anche se a volte dava dei buoni consigli, nella maggior parte dei casi si rivelava completamente inutile.
Sentii il suono della campanella. Tutti si alzarono e così anch'io. Dovetti aspettare qualche secondo a causa del prof che dava le sue ultime raccomandazioni per l'anno nuovo, dopodiché mi buttai verso la porta per raggiungere il prima possibile il mio armadietto. Presi i libri e li misi nello zaino. Presi anche lo skate, chiusi l'armadietto e mi diressi al nostro punto d'incontro. Avevo di nuovo le farfalle allo stomaco. Mi appoggiai al muro ad aspettare.
Lo vidi arrivare e mi misi immediatamente composta.
'Ciao' mi salutò con una mano mentre veniva verso di me. Feci lo stesso.
Quando si avvicinò a me riuscii solo a chiedere dove stessimo andando.
'KFC, ti piace?' disse osservando attentamente il mio volto.
Cavolo! KFC! Mi chiedevo se fosse una coincidenza che avesse scelto proprio il mio fast food preferito.
'Si! Lo amo!' esclamai.
'Bene. Sono contento.' disse con un enorme sorriso mentre mi faceva cenno con la testa di andare. Raccolsi lo zaino che era ancora a terra, me lo misi sulle spalle e raggiunsi Luke che era a un paio di metri da me.
'Ora possiamo andare' risi camminando accanto a lui.
Cominciò a ridere anche lui e mi prese per mano. Rabbrividii al contatto con la sua mano molto più grande della mia. Guardai per un attimo le nostre mani incrociate per poi alzare lo sguardo sulla sua faccia. Lo riabbassai immediatamente quando notai che mi stava guardando anche lui. Con la coda dell'occhio vidi comparire un sorriso sulla sua faccia e mi strinse di più la mano. Ci avvicinammo ad una jeep nera.
'È tua?' gli chiesi indicando la mano con il pollice.
'Di mio padre, in realtà. Ma lui ne ha un'altra. Quella che usa a lavoro e dato che lavora sempre mi fa usare questa' rispose aprendomi la portiera. Rimasi un po' sorpresa da questo suo gesto ma entrai nella macchina.
'Capisco' sospirai riferendomi alla macchina 'e grazie' gli sorrisi mentre entrava anche lui.
Mi sorrise e mise in moto. Il tragitto fu imbarazzante e silenzioso.
Arrivammo da KFC. Luke scese dalla macchina e in un batter d'occhio me lo ritrovai ad aprire la portiera. Scesi.
'Grazie' sorrisi.
Mi prese di nuovo la mano ed entrammo nel fast food.
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'Potresti riaccompagnarmi a casa, per favore?' gli chiesi con imbarazzo.
'Certo' mi sorrise. Tirò le chiavi fuori dalla tasca e aprì la macchina. Stava andando ad aprirmi la portiera ma lo presi per il polso e lo abbracciai.
'Grazie mille per il pranzo' dissi con la testa appoggiata al suo petto.
'Il piacere è tutto mio' rispose accarezzandomi la schiena. Mi staccai e lo guardai; sentivo le guance riscaldarsi, segno che stavo arrossendo. Aprì la portiera e mi fece entrare in macchina.
Questa volta parlò. Mi chiese di parlare di me.
'Bhe... non saprei che dire... cioè, forse non c'è molto da dire' gli risposi guardandomi le gambe.
'Penso che non ti piace parlare di te' mi guardò sorridendo per poi ritornare a guardare la strada 'lo rispetteró'.
Continuammo a non parlare, ma questa volta c'era meno tensione.
Arrivammo sotto casa mia e Luke scese velocemente dalla macchina ad aprirmi la portiera.
Scesi e cominciai a parlare.
'Grazie mille ancora per...' non riuscii a finire che Luke mi prese per la vita e mi baciò avvicinandomi a lui sempre di più. Misi le mani al suo collo avvicinandolo ancora. Mi staccai io, anche se non volevo, e lo guardai. Probabilmente sembravo un pomodoro in quel momento. Nascosi la testa nel suo collo sorridendo e lui mi strinse forte a se. Lo salutai ed entrai in casa con le farfalle allo stomaco.
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Lucifer Hemmings
Teen Fiction'Mollami!' gli urlai contro 'Non sono una tua cosa! Non puoi controllarmi!'. La sua presa si fece più forte, torturandomi il polso. 'Ho il dovere di proteggerti cazzo! Capiscilo!' si fermò un attimo per prendere fiato 'Stai per fare una cazzata e io...