Squilló il cellulare. Quello di Aleisha.
'Pronto?'
'Va bene'
'Sto arrivando.'
Sentivo solo la voce di Aleisha. Non riuscivo ad udire la persona dall'altra parte del telefono.
'È successo qualcosa?' chiesi preoccupata, appena tre secondi dopo che Aleisha staccò.
'Devo andare a casa. Mia bisnonna sta male e l'hanno portata in ospedale.' rispose velocemente, rimettendo il cellulare nella borsa e alzandosi di scatto.
'Oddio!' esclamai 'Vado con te!' stavo già andando a prendere le scarpe quando squilló il mio cellulare. Lo cercai nella borsa e risposi.
'Pronto?'
'Ehi! Olga!' era Luke.
'Ciao Luke, che è successo?' chiesi mentre facevo segno ad Aleshia di andare, intanto.
'Volevo sapere se gradiresti una cena con me, stasera?'
'Certo!' oddio, oddio, Luke mi voleva portare a cena. Non ci posso credere. Devo comprare qualcosa da mettermi. Dopo andrò con Aleisha al centro commerciale. Io compro il vestito e le scarpe e a lei migliora l'umore. Scommetto che ciò accadrà quando anche lei si comprerà qualcosa. Sua bisnonna sta male da un mese, quasi. Non è nulla di speciale. È per l'età. In fondo, sua bisnonna ha ormai 90 anni. È debole e pare normale che stia male. Mia bisnonna è morta a 93 anni e aveva gli stessi problemi della bisnonna di Aleisha.
'Perfetto! Ti passo a prendere alle 8.10. Fatti trovare pronta!'
'Va bene! A dopo, allora! Ciao'
'Ciao ciao'
Spensi la chiamata e rimisi il cellulare nella borsa mentre salivamo sullo scooter di Aleisha.
'Chi era?' chiese lei.
'Luke! Mi porta fuori a cena, stasera!' esclamai stracontenta.
'Fantastico! Poi mi racconti tutto!' esaltò, accendendo lo scooter.
Quella ragazza è fantastica! Riesce a mantenere il buonumore per rendere felice me, anche nelle situazioni più spiacevoli. Non so cosa farei, senza di lei.
Arrivammo all'ospedale 10 minuti dopo. Appena entrate, Aleisha si precipitò al bancone dietro al quale stava un'apparentemente simpatica infermiera.
'Scusi, sto cercando mia bisnonna, Rosa Greeny, l'hanno portata qui poco fa.' disse tutto d'un fiato.
'Un attimo, guardo' disse l'infermiera, scorrendo la penna lungo due fogli finché si fermò e disse 'Rosa Greeny, sì, prende quel corridoio là' indicò una porta dall'altra parte della stanza 'poi va a destra e sua bisnonna è nella prima stanza e sinistra' ci sorrise.
'Grazie mille!' disse Aleisha e cominciò a correre verso la porta.
'Non corra!' urlò l'infermiera.
'Non si preoccupi, me ne occupo io' la rassicurai io.
L'infermiera fece un segno con la testa, annuendo. Camminai velocemente cercando di raggiungere Aleisha, ma era già in fondo al corridoio.
'Aleisha non correre!' urlai ma non arrivò una risposta. Dovrà essere già entrata nella stanza. Arrivai in fondo al corridoio e vidi da sinistra arrivare due infermiere con un uomo sulla barella, perciò mi feci di lato per farli passare.
Guardavo l'uomo collegato a vari fili che finivano da qualche parte dietro il letto. Aveva gli occhi chiusi e il viso pallido. Sembrava cosí calmo, nonostante le infermiere fossero prese dal gridare degli ordini a delle altre infermiere che stavano in fondo al corridoio, annuendo ed aprendo le porte di una stanza. Riguardai l'uomo e mi ricordó l'immagine di mio padre, steso sul freddo pavimento della cucina, tra le braccia di mia madre. Mi scese improvvisamente una lacrima sulla guancia, facendo il solletico mentre attraversava la parte del collo che lo univa al mento. Stavo ancora con gli occhi fissi sul volto dell'uomo, anche se non lo stavo realmente guardando. Socchiusi gli occhi per osservare meglio, quando vidi i suoi occhi lievemente aprirsi e la testa girarsi nella mia direzione. All'improvviso gli occhi divennero completamente neri e la bocca si aprí, diventando nera e raggiungendo una grandezza innaturale. Sentii un assordante urló ed urlai a mia volta, coprendomi le orecchie e gettandomi a terra. Ero in ginocchia a terra, con la testa fra le mani e lo sguardo sulle mie gambe. Un'infermiera spaventata dall'accaduto, mi accorse e mi fece sedere su una sedia dietro di me.
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Lucifer Hemmings
Teen Fiction'Mollami!' gli urlai contro 'Non sono una tua cosa! Non puoi controllarmi!'. La sua presa si fece più forte, torturandomi il polso. 'Ho il dovere di proteggerti cazzo! Capiscilo!' si fermò un attimo per prendere fiato 'Stai per fare una cazzata e io...