Capitolo 1

107 3 0
                                    

'Olga! Sveglia che fai tardi!'

Mi trascinai sul letto coprendomi la testa con il cuscino.

'È il tuo primo giorno di scuola! Non puoi fare tardi!' mia madre era dietro la porta e bussava.

'Si, si. Adesso mi alzo.' piagnucolai.

La sera prima ero andata a dormire tardi a causa della mia migliore amica. Ho passato mezza notte a consolarla dopo che l'ha lasciata il ragazzo.

'Muoviti che io devo andare a lavoro, ora!' mi urlò mentre prendeva le chiavi. Ormai ci ho fatto l'abitudine... è sempre fuori per lavoro e io vivo praticamente da sola. Mi alzai dal letto e entrai nel bagno collegato a camera mia. Avevo i capelli sparati in tutte le direzioni, così presi il pettine e mi pettinai. Mi rinfrescai velocemente sotto la doccia, dopodiché andai in camera mia a prendere qualcosa da mettere. Uscii un attimo sul balcone per vedere se faceva freddo, e sì,  faceva freddo. In fondo eravamo già alle prime settimane di settembre.

Decisi di prendere il mio amato maglione, che mi aveva regalato mio padre: aveva una carina fantasia in stile tribale ma al posto di linee colorate era tutto in bianco e nero. A questo abbinai dei semplici leggins neri e le mie adorate Dr. Martens nere. Mi vestii e rientrai in bagno. Mi misi un po' di fondotinta, il mascara e un filo di eyeliner, giusto per far sembrare le ciglia più voluminose e passai il rossetto rosso sulle labbra.

Scesi al piano di sotto e mi diressi in cucina. Non avevo fame, come sempre al mattino, ma decisi di mangiare almeno un croissant e bevvi una tazza di latte. Dopo l'ultima volta che svenni a scuola per mancanza di zuccheri, cercavo di fare colazione regolarmente. Volevo evitare situazioni del genere, che possano attirare l'attenzione su di me, soprattutto a scuola, il primo giorno. Mi ero completamente dimenticata di fare lo zaino, così corsi in camera e misi l'occorrente dentro la borsa e sbuffai per l'inizio di un altro anno scolastico. Presi il cellulare e le cuffiette dal comodino, staccandolo dal caricabatterie. Scesi al piano di sotto, presi le chiavi e lo skateboard - sono sempre andata a scuola in questo modo, amavo il mio skateboard - e uscii di casa.

Mi fermai davanti al cancello della scuola, presi lo skate in mano e mi incamminai. Ascoltavo ancora la musica e guardavo il cellulare, finché non arrivai alla porta d'ingresso. Misi il cellulare e le cuffiette in tasca e mi avviai al mio armadietto. Aprii la serratura e presi i libri che mi servivano per la prossima lezione - storia dell'arte - e appoggiai lo skateboard nell'armadietto. Stavo camminando verso l'aula di arte quando, all'angolo, mi scontrai con un ragazzo e questo mi fece cadere due libri a terra. Io raccolsi uno, mentro lui raccolse l'altro. Me lo porse e io lo presi sotto braccio insieme agli altri libri. Era più alto di me, biondo, occhi azzurri, figo da manicomio in pratica. 

Mi porge la mano: 'Mi chiamo Luke e tu?'

'Olga' gli risposi.

Lucifer HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora