Bɪʙʟɪᴏᴛᴇᴄᴀ ⇢ K.nj

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Y/N= tuo nome

Sospirasti, guardando l'immensità di tutti i libri posati, in modo maniacale sul piccolo carretto che trainavi tu stessa.
Il tuo lavoro era semplice ma complicato.
Certa gente ti invidiava per il 'fantastico' lavoro che svolgevi ogni giorno dopo la fine delle lezioni, ma in realtà, non sapevano minimamente della fatica che impiegavi nel mettere in ordine, tutti i libri della biblioteca della tua scuola.

Era un lavoro non attributo, ma andasti a chiedere al personale della biblioteca, se servisse qualcuno nel posto;
Per te era un passatempo, certi giorni, adoravi mettere in ordine i libri secondo la loro data e genere e per questo, ti aumentavano del 10% il suo stipendio mensile. Attraversasti il corridoio della tua scuola, che collegava i sotterranei all'entrata, dopo aver preso una boccata d'aria nel piccolo giardino all'entrata, per poi tornare dentro, continuando il tuo stancante lavoro.

Taehyung ti accolse dal bancone con un tenero sorriso rettangolare, per poi pigiare in modo frettoloso, qualcosa sulla tastiera del vecchio computer;
Rare volte, avevi l'occasione di utilizzare quel maestoso computer, poiché adoravi il rumore dei tasti premuti, facendoti assumere un'aria da scrittrice oppure da blogger.
Ti risvegliasti dai tuoi pensieri, rendendoti conto di essere andata contro un tavolo, disturbando le persone che leggevano in tranquillità e pace il loro libro scelto.
Le tue gote assunsero una tonalità di rosa, che rendeva visibile il tuo rossore in viso a distanza, tale da farlo notare a Taehyung, che rideva a sottecchi per la tua imprudenza nel posto.

Dopo essere tornata, a malavoglia, dinnanzi al carretto, scopristi che la maggior parte dei libri, erano letteralmente scomparsi.

Sul tuo viso si formò un espressione accigliata, nel mentre, qualcosa dentro di te diceva che avresti perso il lavoro senza neanche aprire bocca.

"Tae! Chi ha preso la metà dei libri che tenevo sul carretto??" Domandasti in ansia, sperando in una risposta positiva.

"Dei fanatici di J.K Rowling hanno preso tutti i libri presenti sul carrello, poiché non li avevano trovati sullo scaffale" ti rispose in modo distratto, continuando ad armeggiare con il computer, non curante del fatto che tu, sostavi impaziente dinnanzi a lui.

"Ma cosa scrivi per tutto il tuo turno di lavoro?" Domandasti una seconda volta, con sguardo confuso.

"Niente, vado su note e scrivo tutto quello che mi passa per la mente, ma poi la cancello" ti fece l'occhiolino, fiero del suo lavoro, pagato più del tuo.

Sospirasti trascinando rumorosamente i piedi sul pavimento, tornando alla tua postazione iniziale.
Ma la tua concentrazione venne spazzata via, quando il tuo occhio balzò in un angolo della biblioteca tra la sezione 5 e 6:
Il tuo migliore amico, Kim Nam-Joon. Nonché cotta dalle elementari, bighellonava tra quei corridoi lugubri e mai spolverati della vecchia biblioteca.
Nella tua testa, l'idea di andarlo a salutare era alquanto ovvia, ma improvvisamente, il tuo piano venne fermato dalla sua ragazza.
Tu, a differenza di altre ragazze gelose, non la odiavi, trovavi in lei tutte le caratteristiche della ragazza ideale del tuo migliore amico, e questo ti faceva stare molto male.

Tra voi due, non c'era abbastanza chimica da farvi innamorare, poiché il suo cuore, dopo tanto tempo, si era dichiarato ad un altra persona, di cui non conoscevi nemmeno l'esistenza.
Ti chiedevi spesso del perché il mondo ti punì in questo modo, del perché fosse stato così tanto cruento con te; ma al cuore non si comanda.

Tu e Nam-Joon avevate una amicizia solida, agli occhi degli sconosciuti, venivate scambiati per fratelli, o nei casi più rari, una giovane coppia.
Ma lui non sapeva, dell'enorme peso che ti portavi da più di 10 anni, di quanto hai sofferto per lui, di quante volte volevi finire la vostra amicizia e di quante lacrime hai versato per lui.
Lui era ignaro di tutto, era come un bambino con gli occhi solo per i dolci, e in quel caso, la sua ragazza era il suo dolce.
Avevi sempre approvato la loro relazione, nonostante il tuo continuo soffrire in solitudine, ma di per certo, preferivi la sua felicità alla tua.
Strinsi il lembo della tua maglietta verde, torturando la tua mente cercando di intercettare la conversazione a 6 metri di distanza; ti eri posizionata, in modo tale da spiarli senza farti vedere.
Terminata la loro lunga conversazione, il corvino prese il suo cellulare dalla tasca posteriore, e compose il tuo numero a memoria per chiamarti.
appena letto il nome sul tuo display, ti venne una fitta al cuore insostenibile, accettasti con qualche accenno di esitazione, e cercasti di trasparire la tua malinconia.

"Y/N! Questa sera presenterò Yunseo ai miei genitori, come dovrei comportarmi??" Ti chiese emozionato il ragazzo, iniziando a torturarsi le unghie usufruendo della bocca.

"Comportati come fai di solito" il tuo tono fermo lo fece stare zitto, non aspettandosi questa risposta.

"Cosa succede? Sei arrabbiata" Ti domandò, abbastanza preoccupato.

Ma tu non gli risposi, non sapevi cosa dirgli e così, la tua mente ti consigliò di fare la cosa più logica di sempre:

Gli attaccasti il telefono in faccia.

Presa dal panico, Corresti dietro il bancone del tuo nullafacente amico Taehyung, e ti chinasti cercando di non farti vedere dal tuo migliore amico, sapendo che lavoravi qui ogni giorno dopo la scuola.

Come se fossi una calamita, lui venne a chiedere informazioni a Taehyung, che era anche lui un amico di Nam-Joon.
Inizialmente, Taehyung stette zitto, non capendo la situazione;
Ma Nam-Joon riprese a parlare, in modo serio.

Passarono 40 minuti, quando il tuo turno era finito nonostante tu fossi convinta che Nam-Joon non ti avesse scoperto, in realtà era tutto il contrario.

Salutasti il tuo collega e ti avviasti verso l'uscita della biblioteca, per poi camminare tra i corridoi lugubri della tua scuola, dopo essere uscita dalla scuola, la tua visuale si fece tutta buia.

Il tuo tragitto verso casa si fece più lungo del solito, non c'era verso di rimanere tranquilla, avevi l'impressione di essere seguita da qualcuno.

Feci per svoltare l'angolo, ma qualcuno ti fermò all'istante, rivelando la figura del tuo migliore amico, guardarti serio e un po' incazzato.

"Non dovevi essere con la tua ragazza?" Nella tua voce, una punta di acidità si fece sentire, lui ti sorrise.

"Dovevo, ma l'ho lasciata" ti lasciò di stucco.

Senza un motivo, sul tuo volto si formò un sorriso raggiante, che lui notò.

"Perché?"

"Perché non era il mio tipo" ti rispose, circondando le sue braccia, alla tua vita.

"Perché mi piaci tu"




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