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GRETA

<<Ricominceremo da zero, ma questa volta insieme>> disse Chase stringendomi le mani, riuscendo quasi a darmi sollievo.

Era ormai passata la mezzanotte quando Chase prese le sue cose e lasciammo la sua abitazione.

Mise i nostri bagagli nel cofano e salimmo nella sua auto.

<<Non voglio costringerti, Greta>> disse con voce flebile, poggiando una mano sul mio ginocchio.

Poggiai entrambe le mani sulle sue guance e gli diedi un lieve bacio.

<<L'unica cosa che voglio fare è andare via di qui, in questo momento. Dove andare lo decideremo strada facendo, ma per ora non importa. L'importante è che tu sia al mio fianco, perché per tutto questo tempo non hai fatto altro che dare sollievo al mio cuore ogni volta che era in procinto di spezzarsi. Voglio che tu sia nel mio futuro, e spero che anche tu lo desideri>>

Chase mi prese una mano e le baciò il palmo. Notai una lacrima rigare il suo viso. Subito dopo scoppiò in un pianto esasperato, poggiando la testa sul mio petto.

Il mio cuore perse un battito.

Per la prima volta avevo visto il mio Chase esternare il suo dolore.
Non riuscii a credere ai miei occhi. Per così tanto tempo era riuscito a mostrare solo la parte dura di sé stesso, e in quel momento mi resi conto che la sua anima era travolta dalla tristezza. Aveva solo bisogno si qualcuno che riuscisse ad udire quelle urla strazianti che la sua anima emanava. Qualcuno che riuscisse a notare il dolore che si celava nei suoi occhi.

<<Non puoi nemmeno immaginare quanto mi faccia bene la tua presenza. Sei in grado di scacciare tutti quei pensieri, tutte quelle paranoie che...>> non riuscì a continuare la frase, e si allontanò da me poggiando una mano sul volante.

<<Veniamo entrambi da famiglie spregevoli, Greta>>il suo tono di voce diventò duro e si asciugò le lacrime con il dorso della mano.

<<Non mi hai mai parlato della tua famiglia>>dissi con un tono di voce basso.

<<Perché me ne vergogno!>>urlò d'un tratto, agitando le mani in aria<<mi vergogno di parlare di quel porco schifoso di mio padre che non faceva altro che intrufolarsi nella mia stanza nel cuore della notte, parlando con una voce alquanto fastidiosa. Mi toccava con quelle sudicie mani e ricordo ancora il suo alito che puzzava di alcool e di fumo!>>e li ebbe uno scatto d'ira, dando un pugno al volante<<I miei fratelli e mia madre sono sempre rimasti in silenzio, e hanno avuto addirittura il coraggio di dirmi che ho sbagliato a non presentarmi al suo funerale due anni fa, perché era pur sempre mio padre!>>continuò ad urlare.

Mi avvicinai a lui e lo abbracciai, accarezzandogli dolcemente i capelli.

<<Tu sei forte, Chase>>gli sussurrai all'orecchio<<me lo hai dimostrato ancor di più questa notte>>gli baciai una tempia delicatamente<<ma ce la faremo, insieme>>

Riuscì a calmarmi e subito dopo poggiò le mani sul volante.

Arricciò il naso, mise in moto l'auto e partimmo.

***

Chase fermo l'auto dinanzi casa mia.

<<Sarò qui con Amber tra cinque minuti. Non spegnere il motore>>aprii lo sportello e scesi dall'auto.

Arrivai dinanzi la porta di casa e ricordai di non avere con me le chiavi.

Merda.

Indietreggiai e notai che la finestra della mia stanza era semi aperta. Inoltre, l'abat-jour era accesa.

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