Le mie mani corsero veloci sui suoi capelli, mentre in preda ad un istinto incontrollabile lasciai che le mie gambe si avvinghiassero alle sue, sostenute dall'assenza di gravità dell'acqua. Le sue labbra premevano sulle mie con un misto di delicatezza e ardente passione, sentivo le sue braccia flettersi alla base della mia schiena, mentre mi stringeva più vicina a lui. Quanto cazzo avevo desiderato quel bacio. Il cervello era completamente in tilt, come se avessi assunto un qualche tipo di droga, non riuscivo nemmeno a respirare, ma non mi importava. Mi sentivo incredibilmente e incondizionatamente viva. Tutto ciò che riuscivo a focalizzare era il suo corpo perfettamente incollato al mio, e le sue ciglia lunghe che di tanto in tanto mi sfioravano le guance arrossate. Sentii l'agitazione salire, la situazione stava lentamente sfuggendo di mano e avevo chiaro che di lì a poco avremmo entrambi perso il controllo. Feci scendere una mano sul suo petto, rendendomi conto di come si sollevasse e abbassasse seguendo il suo respiro affannoso. Mi staccai sorridendo, prendendo qualche centimetro di distanza. I suoi occhi verdi si spalancarono su di me, fissandomi ardenti di passione. Fu difficile trattenermi e non continuare da dove avevo interrotto. Sapevo bene che anche per lui la situazione si stava facendo troppo calda, socchiuse gli occhi per un attimo, cercando di ritrovare un briciolo dell'autocontrollo che avevamo perso. Mi sorrise e io con lui. Avevo appena baciato Pablo. Il pensiero mi elettrizzava ancora di più e mi costrinsi ad abbassare lo sguardo per non scoppiare a ridere davanti a lui.
"Wow" sussurrò dopo poco, ancora affannato. Non sapevo per quanto tempo fossimo rimasti lì a baciarci, non sapevo nemmeno come tutto quello era iniziato.
"Wow" ripetei, incapace di smettere di sorridere. Con lui mi veniva così naturale essere così felice.
"Buongiorno mondo!" sentimmo una voce squillante gridare dall'ingresso. Sarah, pensai reprimendo uno sbuffo, che però non sfuggì agli occhi attenti di Pablo che restarono impalati sui miei. Ridacchiò piano, scuotendo la testa. Sarah non sembrava averci visto, ma quando si avvicinò alla piscina riuscimmo a notare il suo sguardo perfettamente confuso, nonostante ora fossimo ad una distanza decente. "Uh... ho... interrotto qualcosa?" balbettava. Da quando in qua balbettava, proprio lei, sempre incredibilmente sicura di sé? Per un attimo mi ritrovai a pensare a quanto in soli due giorni ci fossimo potute allontanare. Certo, magari era un'esagerazione, ma c'erano davvero un sacco di cose che non avevo avuto l'opportunità di raccontarle, anche se ora non ero più neppure tanto sicura se avessi voluto farlo ancora, o semplicemente se avessi preferito tenermele per me.
"No... stavamo solo facendo una nuotata" rispose lui tranquillo, guardandomi con degli occhi tutt'altro che innocenti. Per evitare di vedere la faccia della mia amica, mi limitai a sorridergli e buttare la testa sott'acqua, nuotando un po'. Lasciai che l'acqua fresca rinfrescasse i miei pensieri, alleviando i miei bollenti spiriti. Il cuore mi batteva ancora, ed ero... ero al settimo cielo, per quanto assurdo questo mi potesse sembrare. Io e Pablo...
Uscii dall'acqua senza indugiare oltre, mentre un insistente languorino mi spingeva verso la cucina. Feci un cenno agli altri, sparendo dentro la cucina. Aprii il frigo e presi una pesca dal frigo, pronta a sbucciarla. Richiusi l'anta delicatamente, sorridendo come un'ebete, prima di sussultare, e per poco non mi cadde dalle mani. Mi trattenni dall'urlare, o emettere un qualsiasi suono, quando vidi che appoggiato al lavandino c'era Alex, la testa bassa, mentre stringeva le mani attorno ai bordi perfettamente lucidi. Quando sentì il mio sguardo su di sé sollevò piano la testa. Aveva un aspetto orribile, sembrava stanco e qualcos'altro che non riuscii a identificare. I suoi occhi, di solito così belli da vedere, ora contenevano una cupa tristezza, mentre il volto era rigido, imperscrutabile. Per un secondo mi chiesi se ci avesse visto. Ma poi, che importanza poteva avere? Era lui che aveva passato la notte fuori. Di certo non era nella posizione di farmi nessun tipo di predica. Incrociai le braccia al petto, già pronta a gestire un eventuale scatto da parte sua. Il suo sguardo indugiò qualche secondo sul mio.
"Ciao" disse poi piano, superandomi e salendo le scale lentamente. Restai interdetta per qualche minuto, come immobilizzata, incapace di trovare un significato in quel comportamento. Perché non ha fatto nessuna scenata? mi ritrovai a pensare, mentre sentivo lo scroscio dell'acqua della doccia del piano di sopra. Forse non avrei dovuto dargli troppo peso, eppure quel suo modo di fare mi era completamente nuovo, mi spiazzava. Sentii dei rumori dal salone, e per un attimo pensai fosse tornato indietro. Repressi un guizzo di delusione quando vidi Pablo spuntare dalla porta, appoggiandosi allo stipite con fare disinvolto, incurante dell'acqua che gli colava lungo il corpo.
"Tutto bene?"mi chiese, rivolgendomi uno dei suoi grandi sorrisi.
"Si" sussurrai piano, fingendo un sorriso, e lui non chiese più nulla, limitandosi a stringermi a sé. Ero certa che non sapesse di Alex, ma accettai comunque il suo caldo abbraccio. Con un'amara tristezza in gola pensai che, forse, con un po' di tempo, avrei anche potuto abituarmi alla sua presenza.
Magari, chissà, con il tempo sarebbe diventato lui il mio porto sicuro.
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Credo Nel Destino
RomanceLei. Lui. Ex. Si sono odiati cosí tanto da farsi dispetti e arrivare al punto di vedersi tra i corridoi della scuola senza nemmeno salutarsi. Diventando perfetti sconosciuti. Iniziando a capire com'era vivere l'uno senza l'altro. Dopo molto, riesc...