3. Il Bardo e La Strega

28 3 4
                                    


A Chris



"Tutto ciò che nasce muore.

E' il corso delle cose, il cerchio dell'esistenza.

Quando si punta il compasso bisogna girare e farlo sino a che il principio non incontri la sua fine.

Eppure c'è dell'altro. Qualcosa di non ben definito e volgarmente chiamato Eterno. Una sorta di speranza, un desiderio che sembra perseguitarci per quasi tutta la vita.

Scoprendo poi che è tutta un'utopia.

In fondo è solo il bisogno di lasciare un segno, la necessità di essere ricordati..

L'eternità è un battito d'ali."

----------------------


L'aveva incontrata in un punto imprecisato delle Trossachs, non troppo lontana da un'insenatura del Loch Lomond, lì dove l'umidità è nettamente più definita che nell'entroterra.

Era una serata uggiosa, il soffio del vento trascinava il soffuso canto dei grilli in lontananza, condito dai lamenti di qualche predatore notturno. Null'altro di rilevante a parte quell'insolita figura.

O forse si.

L'odore di legna bruciata poco distante portava con sé un lezzo pungente di carne bruciata. Non esattamente qualcosa di appetibili per il palato. In lontananza un sottile rivolo di fumo nero a ferire il cielo, come unico e solo monito di un'esistenza vissuta in quel mucchio di cenere.

Sapeva bene cos'era. Le credenze si erano spinte sino a lì, in quello spartano angolo di mondo.

"Bruciate le streghe!"

"Bruciate le streghe!"

L'eco della minaccia era ormai lontana e trascinava con sé i lamenti delle ultime vittime. Urla gettate al vento umido e impertinente, pungente.

Lei era lì, arrabattata da un mantello nero, uno di quelli che era solito indossare anche lui, pensò. Lei però lo portava in maniera differente. I lembi del pesante tessuto fasciavano il corpo non troppo minuto, ma longilineo, pur creando un certo volume attorno alle braccia.

Aveva lo sguardo assorto, perso sulla selva attorno a sé, ma era certo che anche lei aveva udito le stesse grida, le stesse minacce e le stesse urla di vittoria. Aveva il volto sporco, rigato da un pianto disperato, ormai rassegnato.

Fu uno shock. La disperazione da troppo tempo nella sua vita era stata assediata dalla giovialità di chi lo incontrava: dalle curiose favelle che raccontava o dalla pungente satira.

Lei invece era lì, distante eppure così vicina. Lontana dal suo mondo come da quello di chiunque altro.

Si sentiva fuori posto: un Bardo lontano dalla sua musica, ma così vicino ad un'emozione. E una così tangibile ispirazione lo inondò come un fiume in piena, uno tsunami di sensazioni.

L'unica diga tra lui e quell'ispirazione era lei, solo e soltanto lei.

"Gaelle.." - ne uscì un filo di voce.

Si voltò di scatto, la disperazione in quegli occhi azzurri sembrò massimizzarsi per un fugace istante prima di mutarsi in stupore e lasciarsi andare solo alla fine in una lenta quanto rassegnata calma.

Lui le sorrise. La conosceva bene, o perlomeno aveva imparato a farlo in quell'anno di frequentazioni sporadiche o meno che fossero.

"Duman.. mi hai spaventata." - fece lei con rassegnazione.

Tales of NowhereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora