Capitolo 1

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Londra, 02/06/2010

Caro Diario,

ho sempre odiato le persone con un diario e che se ne vantano come se volessero dire: “Ho dei segreti, li scrivo e tu non li potrai mai leggere”, quindi non farò come loro ma mi serve scrivere di quello che mi sta succedendo qui a Londra così un giorno, magari da vecchio, lo rileggerò e dirò: “Wow, quanto ero stupido”, anzi no, voglio che alla mia morte sia letto da Roxy e l'aiuti a non fare i miei stessi errori.

Mi manca la mia famiglia ma soprattutto la mia sorellina. Quando stavo per partire si è attaccata alla mia gamba come quando da piccola non la facevo giocare con me e i miei amichetti. Le ho detto che l'avrei chiamata ogni giorno ma non è la stessa cosa, non riesco mai a dirle tutto apertamente come facevo quando ero a casa. Forse non sarei dovuto andarmene, questo pensiero mi assilla giorno e notte ma non potevo fare altrimenti. L'atmosfera con i miei genitori era diventata troppo pesante e io ho bisogno di fare le mie esperienze.

Non so come funziona questa merdata del diario ma penso che chiamarti diario sia troppo palloso quindi farò finta di scrivere a Roxy. Ricominciamo....

Cara Roxy,

Londra è fantastica, tranne per il tempo. Da quando sono arrivato, cioè due mesi, ci sono stati solo pochi giorni in cui è spuntato il sole e il cielo era sereno, poi grigio, grigio e ancora grigio. Ci sono giorni in cui mi sento in uno di quei film in bianco e nero che guarda la mamma.

Mi manchi....mi manca svegliarmi la mattina e prenderti in giro per i tuoi capelli arruffati....mi manca lasciarti a scuola e prenderti in giro perchè sei l'unica dei tuoi amici che non ha un motorino...mi manca provare con la nostra band e prenderti in giro quando fai gli occhi dolci a Sean e tante altre cose che per ora non mi vengono in mente.

Ho conosciuto una ragazza. Si chiama Dot. Non ridere ti prego (anche se io l'ho fatto quando ci siamo presentati). Quando le ho detto che si chiama come la tua gattina si è messa a ridere anche lei e mi sono imbambolato ad ascoltare la sua risata così graziosa (non come la tua risata da maschiaccio). Di sicuro dirai che sono uno sfigato che si innamora di una ragazza appena incontrata ma ogni giorno che la conoscevo sempre di più capivo che era quella giusta.

Adesso stiamo insieme. Lei è fantastica, sono sicuro che la troveresti fantastica anche tu. E' intelligente, bella, divertente. Ha gli occhi celesti, i capelli biondo-ramati come quelli che ti sei fatta l'anno scorso, è così bella che a volte ho paura di rovinarla.

Quando verrò a farvi visita il prossimo mese la porterò con me e ve la farò conoscere.

Non so più che scriverti. Ma non ti preoccupare ti scriverò appena potrò per farti sapere le ultime novità sulla mia vita qui a Londra.

Tuo fratello Derek.

PS: Ho deciso che ogni volta ti lascerò scritto qui sotto una frase che si ricollega alla mia situazione quindi: "Cambia prima di essere costretto a farlo"

-Eccomi Londra!- dissi sospirando ancora chiusa dentro la mia macchina. Girai lo sguardo e vidi il palazzo in cui d'ora in poi avrei abitato. Quattro anni fa era l'appartamento di Derek e ho paura che da quando se ne sia andato sia cambiato a causa delle persone che lo hanno occupato dopo di lui. Scesi dall'auto e uscii tutte le valigie per poi chiudere l'auto ed entrare nel palazzo.

Arrivata sul pianerottolo posai a terra tutte le valigie e aprii la porta con le chiavi che d'ora in poi sarebbe appartenuta a me.

Il salotto era arredato in stile contemporaneo. Un divano nero di pelle si trovava al centro, di fronte una televisione a plasma nero appoggiata su un mobile con scaffali pieni di cd. A fianco al salotto c'era una porta scorrevole di legno con vetri che conduceva alla cucina. Essa era rossa e bianca con l'isola al centro della stanza attorno alla quale vi erano sedie a sgabello. Sopra il lavandino vi era una finestrella a forma di oblò con delle tendine bianche. Ritornai nel salotto e mi avviai verso il corridoio. Aprii la prima stanza a destra e capii che sarebbe stata la stanza degli ospiti perfetta. Era semplice, pareti celesti, un letto, un comodino e un armadio, sarebbe stata perfetta per chiunque. Mi richiusi la porta alle spalle e andai ad aprire la porta a sinistra: il bagno. Andai avanti e aprii la seconda porta a destra.

La stanza era abbastanza grande con un letto al centro che appoggiava ad una parete rossa, le altre pareti erano bianche. Appena entrata a destra c'era un armadio rosso a due ante, a sinistra c'era un cassettone dello stesso colore, difronte vi era una finestra sotto la quale vi era una cassapanca sempre rossa e affianco una libreria vuota. Sopra il letto, bianco, vi erano tre mensole bianche, vuote anch'esse.

I vestiti per fortuna non si erano sgualciti e ci entrarono tutti nel cassettone e nell'armadio. Nelle mensole misi i miei pochi cd e i piccoli soprammobili che raffiguravano orsetti e fatine . Nella libreria misi tutti i miei libri che la riempirono tutta, sistemai i trucchi e il mio specchio sopra il cassettone e in fine appoggiai il diario di Derek sul comodino.

-Ci devo riuscire-

SPERO CHE VI PIACCIA E CHE COMMENTIATE IN TANTE :D

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