Abbi fiducia.

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Apro la porta del solito bar che frequentano tutti gli studenti, prima di recarsi alla proprio aula di lezione. Di solito io non verrei qui, andrai ad un altro bar meno frequentato e che mi piace in particolare per la tranquillità che si trova all'interno, ma al momento è chiuso per restaurazioni.

Mi guardo in giro e mi rendo conto che qui non c'è proprio niente di tranquillo, tanto meno un posto dove sedersi e rilassarsi prima dell'inizio delle lezioni. Qui, ogni persona, è con il propio gruppo di amici a parlare prima che inizi il nuovo anno.

Mi metto in fila e intanto che aspetto leggo i messaggi mandati sul gruppo di famiglia: Lauren, la più grande tra le sorelle, è già al lavoro nel suo studio veterinario, i miei genitori a lavoro insieme in tenuta da poliziotti, Hayden si sta preparando per venire all'università e il piccolo Jamie è già dentro alla sua scuola superiore pronto a iniziare il primo anno insieme a tutti i suoi amici. E poi ci sono io: in coda per prendere un caffè per svegliarmi un po'. Qui dentro mi sento un pesce fuor d'acqua e vorrei solo uscire al più presto da questo locale: non mi piacciono per niente i luoghi affollati.

-Signorina-mi richiama una voce facendomi tornare con i piedi per terra, alzo la testa e vedo il ragazzo dietro al bancone aspettarmi.

-Sì-dico e mi avvicino-Scusa-continuo e gli sorrido imbarazzata per colpa della mia distrazione-Un caffè macchiato da portare via.

-Arriva subito-mi rassicura, per poi dirigersi verso il macchinario.

Sospiro e cerco di calmarmi: non è normale che ogni volta che parlo con qualcuno il mio cuore incominci a battere a mille. Mi devo calmare. Sono troppo agitata.

Quando il cameriere ritorna con la mia ordinazione gli do' i soldi giusti e mi affretto ad andarmene.

Mi giro velocemente e sto per incamminarmi lontana da questo posto, nelle migliori condizioni possibili, ma sfortunatamente una persona girata di spalle mi sbatte contro e il caffè mi cade dalle mani, finendo per terra.

Adesso, inevitabilmente, tutti gli occhi sono su di me, alzo la testa per vedere chi sia stato così disattento da sbattermi contro e incontro degli occhi marroni.

-Mi dispiace-dice, ma io mi sono girata verso il barista che mi ha servito poco prima.

-Tranquilla-mi dice quest'ultimo e riesce anche a sorridermi-Adesso ci pensa qualcuno dello staff a pulire-mi informa-Ne vuoi un altro?

Scuoto la testa e torno a guardare quel ragazzo dai capelli marroni tutti spettinati che si è scontrato con me, mi ricorda qualcuno di familiare.

Supero il liquido a terra e mi affretto a raggiungere l'uscita: non volevo far spettacolo eppure, in qualche modo, ci sono riuscita. Appena esco fuori mi incammino verso la scuola a testa bassa.

Non entrerò più in quel locale, mai più. A costo di addormentarmi in classe.

Sento la campanella del bar suonare nuovamente e io cerco di aumentare il passo.

-Hey-mi richiama una voce maschile a me sconosciuta-Fermati un attimo.

Riluttante rallento e aspetto che il ragazzo mi raggiunga, e quando la sua ombra mi compre non alzo nemmeno la testa per il troppo imbarazzo, ma con la coda dell'occhio riconosco quelle scarpe: la persona che mi è venuto addosso poco prima.

-Mi dispiace per quello che è successo-ripete e nella sua voce traspare la sua sincerità.

Annuisco senza guardarlo, solo puntando la mia attenzione davanti a me:-Tranquillo.

Voglio andare a scuola, nella mia aula, nel mio futuro banco e sprofondare nella sedia, dimenticandomi di tutto ciò che è appena successo. Anche se non avrei voluto, anche oggi si prospetta una brutta giornata, ancora di più per il fatto che non ho bevuto il mio solito caffè mattutino.
Il ragazzo con uno scatto mi si posiziona davanti a me facendomi fermare e alzare la testa nei suoi occhi marroni, ma che vuole?

Salice piangente.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora