4- andrea

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Mi sono risvegliata nel letto con un bicchiere pieno di acqua e zucchero e un bigliettino con scritto di prepararmi, mi sono totalmente estraniata dal resto del mondo mentre mettevo un jeans con un maglioncino e mentre scendevo le scale sentí qualcuno parlare <<cassy, stai meglio?>> feci un semplice cenno del capo a mia madre mentre il mio sguardo era ancora rivolto ad Andrea, in quel momento senti qualcosa rompersi e tutto ciò che mi era successo fino a quel momento cadermi addosso con prepotenza, mi sentivo quasi soffocare tant'è che non mi accorsi neanche dei genitori di Andrea che mi chiamavano guardandomi preoccupati <<io...io mi dispiace...non ce la faccio...>> me ne andai da quella stanza, da quella casa che iniziava a starmi troppo stretta corsi per un po' finché ad un certo punto arrivai in un parco e mi senti tirare per un braccio <<quale è il tuo problema?>> pioveva non me ne ero accorta, che bella la pioggia, forse stavo anche piangendo non lo so finché qualcosa non venne poggiato sulle mie spalle e non venni avvolta in un abbraccio << perché! Perchè mi hai ignorato in questi due anni>>ma non rispose mi strinse solo di più mentre io provavo invano a staccarmi per poi alla fine stringermi di più a lui <<perché mi avete lasciata tutti sola...>><<torniamo a casa Cassy>><<non ce ne ho da tempo una>> mi invitò con un gesto della mano a seguirlo ma io mi limitai a sdraiarmi su un piccolo spazio d'erba che si trovava nelle vicinanze e a quel punto fu lui a seguire me, rimanemmo sdraiati ancora per un po' finché probabilmente non mi addormentai svegliandomi solo la mattina dopo in camera mia. Scesi di sotto dopo essermi vestita e vidi i miei genitori che mi rivolsero un semplice sguardo ma non seppi interpretarlo e successivamente mi avviai a scuola, arrivata fuori al cancella El mi venne subito in contro abbracciandomi <<ehi>> <<ehi, come stai El?>> <<bene, tu? Sei un po' pallida hai per caso visto un fantasma>> mi chiese ridacchiando leggermente <<no solo che sono stata delle giornate intense>> <<ah okay, volevo dirti che il ragazzo dell'altra volta Walter mi è venuto a chiedere di te>>mi girai di scatto verso di lei dando successivamente una veloce occhiata in giro cercandolo inconsciamente con lo sguardo ma non lo trovai <<cosa gli hai detto?>><<che non ero il gufo messaggero di Harry Potter e che poteva andarsene a fanculo o chiedere direttamente a te qualsiasi cosa volesse sapere>> era davvero fantastica <<è mio fratello El, mi ha ignorato per anni, è una storia lunga un giorno te la spiegherò ora andiamo in classe>><<okay>> a quel punto lo vidi o dovrei dire lo vidi Walter e Andrea amici.
~flashback~
<<Cassia!>>
<<Yan che vuoi>>
<<sei più piccola di me, non parlarmi così>>
<<cosa vuoi?>> dissi sbattendo il piede a terra prima di caderci dopo un bruciore abbastanza intenso sulla guancia ma ancor prima che potessi dire qualcosa Andrea e Walter mi vennero ad aiutare e lo picchiarono, mi volevano bene, finché il giorno dopo Walter parti e per i tre anni successivi il mio unico amico fu Andrea ma poi anche lui fece come Walter
~fine flashback~
Per loro era più facile così andare avanti senza rimanere legati al passato, io rimasi sola ma ho imparato a sentirmi a mio agio anche senza nessuno tant'è che ora sono a disagio quando mi ritrovo immersa al centro dell'attenzione.
<<ora hai me>> <<cosa el?>><<ho detto che adesso hai me, continuavi a ripetere che sei sempre stata sola negli ultimi anni>> l'abbraccio I di slancio per tirarmi indietro subito dopo e tirarla verso la classe>>. La giornata scolastica si potrebbe definire finita se arrivata a casa non dovessi mettermi subito a studiare come se non avessi nient'altro da fare della vita. Sono appena salita sul tram e la mia attenzione era totalmente dedicata a due gemelle omozigote affette da eterocromia e mentre stavo immaginando innumerevoli scene che potevano capitare nella loro vita uno spostamento d'aria vicino a me mi costringe a collocare il mio sguardo e con esso la mia attenzione al ragazzo che si è appena seduto accanto a me.
Levis, la scritta rossa che spicca in piccolo sulla giacca di pelle, la quale gli evidenzia leggermente i muscoli del braccio una maglietta nera semplice su cui è adagiata una targa stile militare un paio di jeans neri scambiati da cui si intravede il portafoglio nella tasca destra e il cellulare nella tasca sinistra e per finire un paio di scarpe sportive di una marca a me sconosciuta, capelli mossi con un ciuffo di dimensioni proporzionate che non ne vuole sapere di stare su e a mio parere questo particolare infastidisce in maniera abbastanza evidente il ragazzo che continua a sistemarselo in maniera tediata. Di punto in bianco si gira e mi guarda:
<< Posso esserti d'aiuto?>> mi chiese in modo, a mio parere, seccato e io mi limitai a guardarlo per un'altra manciata di secondi, alzandomi subito dopo e scendendo del tram che era appena arrivato a destinazione o almeno alla mia ma non riuscendo a resistere mi girai un'ultima volta vedendo il ragazzo che mi guardava venir coperto dalle porte del tram che si chiudevano per lasciare posto in pochi secondi alla strada trafficata. Rimasi ferma a guardare quel punto dove ormai non c'era più nulla per poi girarmi come se non fosse successo nulla e dirigermi in modo frettoloso verso casa mia accorgendomi solo dopo essere arrivata di aver lasciato lo zaino sul tram e prendendomela con me stessa per la mia sbadataggine. Mi diressi semplicemente verso la cucina decidendo di occuparmi di questo imprevisto solo successivamente. Cus cus con i peperoni: dividere in due metà il peperone togliere i semi e tagliarlo a pezzetti metterlo nella pentola. Finito di cucinare mangiai per poi iniziare a svolgere le mie attività finché non ricevetti una chiamata da un numero che non mi ero appurata di aver salvato sul mio cellulare. <<pronto?>> chiesi in modo piuttosto curioso, <<sono Andrea, il ragazzo che hai scannerizzato in metro, metro nella quale avevi dimenticato il tuo zaino>> mi rispose <ohhh, grazie>> dissi << io non posso portartelo a casa e fino a domani sera sono occupato vediamoci giovedi, dopodomani, da cioccolati italiani in centro alle 17.30>> mi rispose e infine prima che questa telefonata a mio parere durata fin troppo finisse lo liquidai con un semplice <<okay, grazie>> per poi spegnere il telefono senza dargli tempo di controbattere. Provai a studiare ma avevo solo una cosa in mente, il suo nome: Andrea, questo nome mi perseguitava.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 15, 2018 ⏰

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