𝐼 𝐿𝑂𝑉𝐸 𝑌𝑂𝑈 ||Jeon Jungkook||~ [COMPLETA]

capitolo2

Xx: signorina, signorina si svegli. Siamo arrivati...
Quando aprii gli occhi mi ritrovai a Seoul, ero così felice...
Accesi il cellulare, trovai una notifica *Messaggio da yoongi*; la aprii.
Yoongi: arrivata?
Io: si, non vedo l'ora di rivederti.
Yoongi: anche io! Ti aspetto dove si prendono le valige
Io: ok, arrivooo!

Quando entrai in aeroporto cercai subito con lo sguardo mio fratello, ma senza successo...
A un certo punto sentii un paio di mani posarsi sui miei occhi.
Xx: chi sono?
Io: umh... Yoongi?

Quando mi girai mi ritrovai di fronte un ragazzo alto con i capelli biondi... Mio fratello. Non potei fare a meno di saltargli in braccio urlando il suo nome e attirando l'attenzione di tutti...*che imbarazzo* ... pensai, ma ero al settimo cielo, non vedevo mio fratello da quando i suoi genitori mi adottarono.

Flashback
*Signorina Lee venga un attimo*
Furono le prime parole che sentii quel giorno quando mi alzai. Seguii il mio tutor fino ad arrivare nel suo ufficio, ma quando aprì la porta mi accorsi che dentro c'erano un uomo, una donna e un bambino che sembrava avesse qualche anno in più di me.
*Signorina questi sono i suoi nuovi genitori, i signori Min e loro figlio Yoongi*
A quelle parole restai di stucco, non potevo credere che qualcuno volesse adottarmi, di solito adottano i bambini più piccoli, ma io dopo due anni di inferno, dove venivo rifiutata da tutti... non potevo crederci.
*Vi lascio soli* disse il mio amato tutor e uscì dall'ufficio. Subito mi presentai.
Io: salve mi chiamo Soyou, sono mezza italiana e mezza coreana.
Dissi in inglese perché non sapevo il coreano.
E subito il ragazzo mi rispose
Y: piacere sono Yoongi * disse con un leggero sorriso.
Signior Min: ciao Soyou, il tuo tutor ha detto che ora sei ufficialmente nostra figlia, però dovrai rimanere in Italia per imparare la lingua, poi quando sarai pronta potrai venire a stare con noi*
A quale parole mi intristii, non volevo passare un'ora di più in quello orfanotrofio, così salutai educatamente e me ne andai in lacrime nelle mia stanza.