Capitolo uno

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Era mattina, una normale mattina come le altre. Luke non si sarebbe alzato dal letto nemmeno se fosse venuto Alex Gaskarth degli All Time Low a chiederglielo.

La sveglia suonava imperterrita finché non venne interrotta da un rumore fastidioso per il ragazzo quanto quello che emetteva essa.

-Luke, vuoi muoverti? Farai tardi anche stamattina- dice la donna bionda strattonando il figlio steso sul letto. Lui annuisce solamente rimanendo immobile nella sua posizione e con gli occhi chiusi mentre la madre parlava da sola ricordandogli quanto fosse insopportabile e pigro la mattina, quando finalmente uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.

Finalmente Luke si alzò strofinandosi gli occhi e indossò i primi vestiti che si ritrovò tra le mani, corse in bagno, si lavò velocemente il viso e diede una sistemata ai capelli "Sì, Luke, sei fantastico!" penso a voce alta annuendo e si fece l'occhiolino specchiandosi.

Scese in cucina, rubò un biscotto dal barattolo e prese lo zaino tenendolo su una sola spalla. Uscì da casa portando le mani in tasca e si guardò intorno quasi come stesse cercando qualcosa... o forse qualcuno.

Ormai arrivato si appoggiò ad un muretto fuori dal cortile della scuola e sfilò dalla tasca inferiore del suo zainetto azzurro un pacchetto di sigarette; ne prese una e la porto tra le labbra, non ebbe nemmeno il tempo di accenderla che se la ritrovo accanto ai piedi sotto la scarpa di qualcuno a lui molto familiare.

Alzò lo sguardo, prima rivolto sulla sigaretta schiacciata, e incontrò gli occhi castani di Calum, lo stava guardando come se volesse rimproverarlo con lo sguardo. -Perché l'hai fatto?- lo guarda stranito in cerca di un valido motivo ma il moro si limita a continuare a guardarlo senza proferire una parola.

Il biondo si avvicina a lui e gli circonda il bacino con le braccia tenendosi vicino al suo orecchio -So benissimo che non vuoi che io fumi ma non puoi buttarmi le sigarette per terra continuamente- annuisce il ragazzo mentre parla e fa un sorriso beffardo, in fondo Calum era il suo migliore amico e lo conosceva più di chiunque altro. Il moro rise alle sue parole -Lo so, Luke, lo so- disse a voce bassa, così Luke si allontanò da lui con un espressione soddisfatta in viso -quindi non farlo più, intesi?- dice poi alzando entrambe le sopracciglia, Calum annuisce sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori.

**

Era appena finita la terza ora; tra i corridoi si aggira un ragazzo che Luke non aveva mai visto prima, eppure lui conosceva tutti in quella scuola. Il misterioso ragazzo aveva i capelli scuri. Cammina disorientato per la scuola tenendo i suoi libri tra le mani, i suoi occhi persi tra gli armadietti mentre sicuramente cercava il suo. Il biondo lo ignora scuotendo la testa finché quello stesso ragazzo si avvicina a lui quasi intimidito -s-scusa..- balbetta mentre con un dito gli punzecchiava la spalla destra cercando di attirare la sua attenzione; Luke fa un giro ritrovandoselo a pochi centimetri quindi fa subito un passo indietro mordendosi contro la sua voglia il labbro inferiore.

-Cercavo il..- si interrompe per cercare tra i suoi fogli qualcosa mentre Luke continua a guardare i suoi capelli scuri -...536- alza il viso verso il ragazzo di fronte a lui e sfoggia un sorriso che gli fa venire i brividi, gli indica l'armadietto accanto al proprio rimanendo in silenzio. Il ragazzo nuovo a scuola non dice niente, continua a sorridere, come se volesse giocare con Luke. Si avvicina all'armadietto, gira la rotellina e lo apre al primo tentativo con un espressione soddisfatta in viso, mentre il biondo continua ad osservarlo attentamente, osserva ogni suo gesto, ogni suo movimento.

-Questo vuoi dire che saremmo vicini di armadietto- dice lui facendo tornare Luke con i piedi per terra che annuisce e richiude il suo. Il bruno gli porge la mano, Luke lo guarda confuso, non capisce subito.

Quando il ragazzo si presenta con un semplice -Piacere, il mio nome è Michael- gli è chiara ogni cosa; gli stringe la mano guardando i suoi occhi e cercando nel mentre di memorizzarne i colori. -Luke- dice solamente il biondo con non-chalance, Michael annuisce sorridendogli nuovamente provocando ancora una volta quella scossa interiore a Luke.

Le loro mani tornano lungo i rispettivi fianchi e il ragazzo con i capelli più chiari si inumidisce le labbra, quasi fosse un vizio per lui..

-Che lezione hai adesso?- pronuncia il moro riponendo le mani in tasca.

-Storia dell'arte- risponde l'altro sospirando. Luke non amava la scuola, la odiava proprio. Odiava l'arte soprattutto. Non capiva perché quei disegni avessero tutta quella importanza e quella stima.

Michael si guarda attorno e notando tanta gente in giro per i corridoi afferra mano sinistra di Luke e cammina con un passo abbastanza veloce. Lui lo segue cercando di capire cosa avesse in mente. Salgono due rampe di scale, quasi correndo, e senza fiato il biondo si ferma cercando in qualche modo delle spiegazioni, Michael gli dice solamente che deve fidarsi di lui. Ma diciamocelo, come poteva fidarsi di lui? Non lo conosceva nemmeno.. e nemmeno Michael conosceva Luke. Era una cosa strana.

Si intrufolò in un'aula piccola, senza banchi e sedie, solo una cattedra mezza rotta e una lavagna a gessi dietro.

-Perché mi hai portato qui?- Luke sembra confuso per questo cerca delle risposte negli occhi verdi del ragazzo che è con lui ma senza alcun risultato, perché l'unica cosa che nota sono il colore profondo delle iridi. Deglutisce distogliendo quasi subito lo sguardo.

L'altro sorride notando la sua reazione e si siede sulla cattedra piano per paura di cadere -Ho scoperto quest'aula stamattina, quando il preside mi ha fatto fare un giro veloce della scuola- ha detto poi mentre nota il biondo andare verso la finestra -Non mi andava di fare storia- continua osservando l'altro. Luke stava in silenzio, guardava la gente fuori. Si sentì delle mani sui fianchi e si irrigidì capendo subito che erano le mani fredde e bianche di Michael. Questo non disse niente, posò solo la testa sulla spalla del ragazzo davanti a lui.

**

Mi scuso in anticipo per eventuali errori.

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