Parte 6

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19 marzo 2020

C'era silenzio assoluto, quella sera, intorno al tavolo: ciascuno dei ragazzi immerso nei propri pensieri e nella lettura del foglio che teneva fra le mani.

Davanti a loro giacevano strappate quattro buste identiche: nessun destinatario e nessun mittente, solo una specie di sigillo che manteneva la busta chiusa prima di essere spezzato raffigurante un trifoglio con sovrapposta una chiave di Sol attraversata da un flauto.

Mano a mano che ognuno finiva di leggere la propria lettera e la posava sul tavolo, Luke per primo, quindi Mattia e infine Alice e Giada, i quattro amici si guardavano con un misto di sorpresa ed eccitazione negli occhi.

-Decisamente quello che si dice un discreto incentivo, eh?- commentò Luke raccogliendo la missiva e scorrendone velocemente un'altra volta il contenuto.

Il testo era scritto in eleganti caratteri a stampa in lingua inglese, per questo lui era stato il primo a terminare la lettura, mentre l'angolo inferiore destro era occupato da una firma dalla grafia ariosa e svolazzante.
-Già, infatti...!- sorrise Alice con gli occhi che le brillavano fissi sul foglio.

-Bella storia, eh?- confermò Mattia annuendo -Dobbiamo mettercela tutta, domani, se vogliamo vincere e volarcene in Irlanda!-
-Di sicuro dobbiamo fare meglio di oggi.- puntualizzò Giada lanciando sguardi un po' storti ai suoi amici. Su "All For Me Grog" abbiamo fatto veramente pietà, oggi!-
-Ma se si sono alzati tutti!- la rimbeccò la compagna.
-Sì beh, con un ritmo del genere coinvolgi anche i sassi! Diciamo che ci è andata di culo da quel punto di vista, perché oggettivamente a livello tecnico abbiamo fatto veramente cagare!-

-Dài, non è stato così male!- cercò di mediare Mattia notando lo sguardo di Alice abbassarsi impercettibilmente -Non saremo andati benissimo, dài, ma succede! E poi ci siamo ripresi con le altre due canzoni.-
In realtà pensava che Giada non avesse tutti i torti: era stata una delle performances peggiori che ricordasse da parte loro. Decisamente in quel brano Alice aveva corso troppo con l'armonica anticipando i ritornelli di almeno mezza battuta rispetto agli altri strumenti e alle parole. Però sapeva bene quanto Alice tenesse, forse più di tutti, a dare sempre il massimo e quanto le pesassero i giudizi degli altri: per questo non le avrebbe fatto pesare un momento di crisi per altro passeggero.

-No, tranquillo, ha ragione.- confermò Alice sorridendo per la verità un po' forzatamente -In effetti ho fatto veramente schifo, sulla seconda canzone! Per fortuna ci ha salvati Luke con la pronuncia.-
-Infatti. Vedi che ogni tanto servi a qualcosa?- rise Mattia insieme alle amiche mentre l'altro faceva una faccia da finto offeso.

-Comunque sia, ragazzi,- proseguì Mattia tornando serio -domani dobbiamo mettercela tutta. Avete visto cosa c'è in ballo, no?-
Proprio in quel momento il cameriere arrivò con le ordinazioni dei ragazzi che in tutta fretta imbustarono le lettere e le infilarono in tasca per liberare la tavola per la cena.

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Una volta solo nella sua stanza Mattia si buttò sul letto senza neppure spogliarsi.
Era stata una giornata abbastanza pesante, non tanto per le tre esibizioni, dal momento che quando tenevano concerti suonavano molto di più, quanto piuttosto per la tensione di non sapere fino alla sera se avessero superato anche la seconda fase o meno.

Rimase per diversi minuti disteso a occhi chiusi ascoltando i rumori intorno a sé.
Sentiva le automobili sfrecciare per il quartiere fuori dalla finestra mentre sopra accanto percepiva soffusi i rumori degli altri ospiti dell'hotel tornare nelle proprie stanze e prepararsi per la notte o, nel caso dei più giovani, per una qualche uscita serale in centro.

Anche da dietro la testiera del letto, oltre la parete, giungevano suoni soffocati. A quanto pareva le ragazze stavano avendo l'ennesima discussione, probabilmente per i commenti che Giada aveva fatto a cena sulla performance della fidanzata.

Fortunatamente quella sera la discussione fra Giada e Alice non durò molto e neppure fu particolarmente accesa. Proprio non ce l'avrebbe fatta, quella sera, a far da pacere fra quelle due pazze, e soprattutto se la cosa fosse andata troppo per le lunghe avrebbero rischiato di buttare all'aria la chance più grossa che avessero avuto da quando avevano fondato il gruppo.

Senza guardare Mattia allungò una mano sul comodino e ne prese il cellulare.
Quasi senza accorgersene si trovò a digitare sul browser Internet, e una volta premuto il tasto "Invio" osservò i risultati apparsi sullo schermo: erano tutte voci legate alla città irlandese di Galway.

Stava per consultare la prima delle voci quando il suo dito si fermò a pochi millimetri dal touch screen.
Sbadigliò mettendosi a sedere per recuperare dalla sedia accanto al letto il pigiama mentre posava il telefono di ritorno sul comodino collegandolo al caricabatterie.

Era curioso di sapere qualcosa di più su quella che avrebbe potuto essere la loro destinazione da lì a qualche settimana se tutto fosse andato bene, ma la scaramanzia e forse anche l'ora parecchio tarda per uno che doveva svegliarsi alle sette del giorno dopo lo spinsero a lasciar perdere.
Ci sarebbe stato tutto il tempo nei giorni e nei mesi successivi per sapere tutto quello che voleva su quel posto.

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