Parte 1

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29 febbraio 2020
Italia, Verona

Le strade del paese ai margini della grande città erano invase dal silenzio, nessuno che si avventurasse all'esterno ad assaporare il tipico profumo che aleggia nell'aria durante ogni nevicata. I fiocchi cadevano fitti e lucenti come brillantina su una tela nera trafitta solamente dalle luci dei lampioni e dei lampeggianti dei mezzi antineve, quasi quell'atmosfera fosse stata ideata e messa in scena da un redivivo Lucio Fontana tornato all'opera con i suoi celeberrimi squarci alle tele.

Anche le automobili di fronte a casa Benetti, seppur ferme lì solo da quel pomeriggio, mostravano già un generoso strato di fiocchi candidi simili a panna montata.
Un brontolio sommesso si fece sentire emergendo quasi dal nulla dall'estremità della strada mentre due lame di luce ruotavano lentamente.

Il mezzo arrancava lungo la via con l'inconfondibile tintinnio delle catene per fermarsi di fronte al cancello del villino.
Il portone in ferro ronzò lentamente di lato e il furgone avanzò sul vialetto per scendere infine una breve rampa e fermarsi all'interno di un garage che si richiuse un istante dopo con un tonfo metallico ed un lampeggiare arancione.

-Hey Luke, serve una mano?- venne la voce del padrone di casa dal locale al di là della porta blindata.
-Nessun problema, Mat!- chiamò il nuovo arrivato aprendo il portellone laterale del mezzo -Vedi solo di preparare il camino acceso, si ghiaccia, fuori!-
-Già fatto, brontolone!-

Il ragazzo afferrò i due oggetti che stava cercando da in mezzo all'apparente ciarpame di tubi metallici e cavi per poi richiudere il furgone e lasciare l'umidità e il gelo del garage.

Gli occhiali del giovane si appannarono all'istante non appena ebbe attraversato la parete rendendo il verde dei suoi occhi vagamente slavato e sfuocato al di sotto della frangetta castano chiaro.

Luke avanzò alla cieca attraverso la taverna che conosceva quasi a memoria pulendo le lenti dalla condensa con una mano mentre con l'altra si liberava degli oggetti che aveva portato con sé.

Mattia si voltò dopo aver aggiunto altra legna al camino che scoppiettava vivacemente e finalmente poté vedere cosa l'amico avesse portato.
Il tavolo era ingombro di strumenti musicali: sopra a quattro custodie per chitarra allineate in bell'ordine erano poggiati un bodhràn e tre scatole allungate in legno lucido per strumenti a fiato.

-Ce ne hai messo, di tempo, ad arrivare, eh Luke?- scherzò Giada scuotendo il capo fintamente seccata facendo dondolare deliziosamente l'elegante chignon in cui aveva legato i capelli color del grano.
-Una vita? Hai presente che tempo c'è là fuori?- protestò l'amico evidentemente non cogliendo la bonaria presa in giro.
-No, non lo sappiamo.- lo rimproverò Alice dalla sua postazione sdraiata sul divano col capo appoggiato alla spalla della fidanzata -Noi siamo arrivate tipo due ore fa.-
-Appunto.- la rimbeccò Luke -Nel frattempo la neve sarà almeno raddoppiata e gli spazzaneve quasi non riescono a sgomberare le strade.-

I quattro amici lanciarono un'occhiata alla finestra accanto al camino sulla parte alta del muro. Attraverso il vetro appannato si vedeva uno spesso strato candido occupare quasi un terzo del vano della finestra dando al seminterrato un'aria vagamente claustrofobica.

-Mat, potresti prendermi tu la chitarra?- domandò Alice dopo qualche attimo raddrizzandosi a sedere con una smorfia dolorosa spostando la lunga treccia corvina dietro le spalle.
Mattia rispose solo con un cenno per poi alzarsi e recuperare dal tavolo il proprio strumento e quello dell'amica.

-Cos'hai combinato, con quella caviglia, Aly?- domandò Luke alzandosi a sua volta per prendere il proprio bodhràn e passare la più lunga delle scatole di legno a Giada.
-Che cavaliere!- sorrise la bionda prendendo la scatola ed estraendone il proprio flauto traverso, quindi aggiunse con un occhiolino alla ragazza al suo fianco: -Comunque... ti ricordo che sono già occupata, Skywalker!-
-Ahah... spiritosa!- ribatté Luke mentre tutti estraevano i propri strumenti e le stampe degli spartiti.

-Ti è caduta una lettera, Mat!- lo avvertì Alice indicando una busta scivolata a faccia in giù sul tappeto ai piedi del ragazzo.
-Grazie, Aly. Non me ne ero accorto.- commentò Mattia allungando una mano e ripescando la lettera facendo un'esagerata attenzione a non mostrare agli amici il nome del mittente.
-Cos'è, Mat, un'ammiratrice segreta?- indagò Giada con un sorrisetto furbo.
-E finiscila! Non c'è niente di male! Dovrà pur dimenticare quella p...-
-Piantala Luke!- sbottò Mattia improvvisamente gelido, quasi cupo -Sarà pur finita come sappiamo ma... ma Vale è stata una storia importante e non voglio sentirla insultare, ok?-
L'amico sbuffò mentre le ragazze si scambiavano uno sguardo complice e Alice faceva di nascosto il segno del pollice in su da dietro la cassa della sua chitarra.

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Nelle due ore che avevano seguito il quartetto aveva ripercorso gran parte del proprio repertorio, e, doveva ammettere Mattia, era probabilmente stata una delle sessioni migliori da parecchio tempo. Di lì a qualche settimana avrebbero avuto un appuntamento molto importante e il ragazzo non poteva far a meno di dichiararsi alquanto fiducioso.

-Bravi, ragazzi! Molto bravi!- si complimentò Mattia con gli amici sollevando dal camino il vassoio con la carne appena tolta dalla griglia e posandolo al centro della tavola apparecchiata; gli strumenti riposti nelle proprie custodie erano stati spostati sui divani a prove terminate.
Luke sorrise nel vedere le vivande arrivare in tavola e si alzò strofinando le mani soddisfatto.

-Hey gente, chi vuole una Guinness? Sono fresche fresche da frigo!- ruggì il ragazzo dal garage emergendo una seconda volta dal furgone reggendo una cassa di birra fra le mani.
-Le hai tenute in fresco sotto ghiaccio, eh?!- gridò di rimando Mattia dalla piccola cucina rientrando in taverna con i contorni, e tutti scoppiarono a ridere.

-Aspetta a stappare, Luke!- chiese Mattia lanciando un'occhiata all'amico che si fermò con il cavatappi a mezz'aria -Prima ho una cosa di cui vorrei parlarvi.-
-C'entra qualcosa una certa lettera, per caso?- domandò Alice curiosa -Non è che stiamo per scoprire una qualche nuova fiamma, vero?-
-Che palle, di nuovo?- sospirò il padrone di casa non riuscendo a nascondere un sorrisetto misterioso -Comunque... sì, diciamo che c'entra la lettera di prima.-
-E dài! Che cavolo aspetti? Spara, no? Stai facendo raffreddare tutto questo ben di Dio!- lo incitò Giada sniffando l'aria avidamente come un cucciolo eccitato e suscitando un altro scroscio di risate da parte degli altri.

-E va bene, curiosona!- sospirò Mattia sedendosi al proprio posto, quindi tolse di tasca la busta con un'espressione seria quasi da funerale per poi aprirla con gesti esagerati e cerimoniosi.
-Ti muovi o facciamo notte?- si lamentò Luke.
-Guarda fuori, Skywalker, è già notte!- lo schernì l'altro estraendo finalmente il foglio all'interno della busta e spiegandolo con gesti ampi.
Poi finalmente cominciò a leggere fra gli sguardi sempre più sorpresi, confusi e infine quasi scioccati degli altri tre. E come poteva non comprenderli quando lui stesso aveva vissuto le stesse identiche emozioni solo quella mattina nel leggere quelle poche righe?

Roma, 25 febbraio... blablabla... Oggetto: Concorso nazionale di musica tradizionale irlandese. Gentili Signori, a seguito di segnalazione pervenutaci ecc ecc... considerata la qualità delle Vostre esibizioni ecc ecc... gli organizzatori del Concorso di musica tradizionale irlandese sono lieti di comunicare l'accettazione della Vostra candidatura per l'edizione 2020 della competizione. Siete dunque invitati presso la sede del Concorso in Roma, via ecc ecc... nei giorni 17-20 marzo p.v. con i nostri migliori auguri ecc ecc...-

-Stai... stai scherzando?- sussurrò Alice con gli occhi che luccicavano e un'espressione come se avesse appena ricevuto le chiavi del Paradiso da San Pietro in persona.
-No, tesoro, nessuno scherzo. Guarda qui!- sorrise Mattia allungandole la lettera attraverso il tavolo.
Seguirono minuti di silenzio quasi assoluto, interrotti solo dal vento che soffiava debolmente all'esterno e dal crepitio delle fiamme nel camino.
Fu Luke a interrompere finalmente l'atmosfera stregata di quel momento nel suo classico modo delicato e raffinato.
-Merda!- esordì ripiegando il foglio e posandolo sulla tovaglia fra sé e Mattia -Questa è roba seria, ragazzi, maledettamente seria!-
-Già.- confermò l'amico battendo le mani soddisfatto -Dovremo impegnarci parecchio, ma se suoniamo come stasera non ce n'è per nessuno. Ora smettetela di fare quelle facce da funerale e brindiamo! Alla nostra, ragazzi! E ai calci in culo che rifileremo a tutti gli altri!-
I bicchieri si sollevarono nell'aria e quattro pinte di birra scura fiammeggiarono tingendosi d'oro nella luce del camino.

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