3. Primo Giorno.

136 11 5
                                    

Harold aprì lentamente gli occhi e li strizzò per abituarsi alla luce del sole. Quello era un giorno importante: il giorno della prova. Avrebbe dovuto restare fuori casa per tre giorni e cercare di sopravvivere,e se ci fosse riuscito,sarebbe entrato a far parte dell'esercito. E' vero,meglio far parte dell'esercito che morire,ma non è quasi la stessa cosa? In guerra si può morire in ogni momento possibile,il destino può essere crudele.

Si alzò dal letto a baldacchino e si cambiò d'abiti,quindi scese al piano di sotto a fare colazione.

<< Buongiorno,tesoro >> lo salutò la moglie sorridendo mentre cucinava,gli passò della carne e lui,quando fece per scuotere la testa,ci ripensò. Nessuno ha detto se si doveva portare cibo,tanto meno farlo bene. Aveva messo già della frutta e dell'acqua,ma meglio portare anche un pezzo di carne.  Prese quello che la donna gli porse e lo mise nella borsa,intorno ad uno straccio di vestito.

<< Giorno a te >> le sorrise e prese una mela da cui prese subito un morso. La donna gli lasciò un bacio sulla guancia e il riccio sorrise e ingoiò.

<< Quando esci? >>

<< Proprio adesso >> rispose Harold e la donna gli sorrise preoccupata.

<< Solo...stai attento >> lo avvisò la donna e Harold annuì serio,prima di alzarsi dalla tavola e andare alla porta d'ingresso.

<< Papà,stai già andando? >> Sam uscì dalla sua camera e corse verso il padre,si fermò a qualche metro di distanza. Sam era davvero un nano al confronto di suo padre,e questo poteva far venire del ridere.

<< Si,Sam >> gli disse dolcemente il padre,accovacciandosi sulle ginocchia e facendo cenno di avvicinarsi al figlio.

<< Tu stai sempre con la mamma e non allontanarti,va bene? >>

<< Va bene >> il bambino annuì e il padre sorrise e lo abbracciò. Si alzò e guardò sua moglie che sorrideva,il bambino fece un passo indietro e Fannie un passo in avanti. L'uomo dagli occhi verdi mise le mani sui fianchi della donna e le lasciò un bacio sulle sue dolci,piene labbra. Gli mancherà molto,e a lui le mancherà molto. Si staccarono e Harold salutò,prima di uscire.

------------------

<< Buongiorno soldati >> disse con voce imponente Jeff Davies,il comandante << Oggi andremo su quella montagna,dove vi lascerò e dovrete sopravvivere per tre giorni >> Il comandante spostò il peso da una gamba all'altra,passando lo sguardo su tutti i soldati e fermandosi sul riccio << Buona fortuna >> Quando fece per scendere dal piedistallo,si fermò. << Prima che me ne dimentichi,soldato,consegna a questi uomini la loro uniforme >> Il soldato accanto a lui annuì ed entrò dentro l'edificio dietro di loro,per poi uscire con delle divise. Ne passò una a ciascuno. Erano come quelle dei militari,di colore verde scuro,e il riccio le trovava maledettamente belle. Perciò dovevano indossare solo quelle per tre giorni? Non ci pensava neanche,l'avrebbe lavata e nel frattempo avrebbe indossato il cambio. 

<< Ricordatevi,che in questa prova,nessuno aiuta nessuno,perciò non aiutatevi >>

Camminarono per molto tempo,sotto il sole cocente. Harold voleva tanto cinque minuti per riposare,farsi un bagno,ma non poteva,o avrebbe perso il gruppo. Per tutto il tragitto ha ansimato per la fatica, pensando che fermarsi per solo un secondo non poteva essere che bene,ma non lo fece. Sicuramente il comandande avrebbe scosso la testa,deluso.

Arrivati,il comandante li salutò e qui iniziò il lavoro più duro. Gli uomini dovevano montare la tenda. Quella verde scuro di Harold era dello stesso colore dell'erba,peccato che era coperta da foglie color marroni e arancione. Montare la tenda per lui fu facile,entrò dentro e si cambiò,indossando la divisa. Aveva deciso di perlustrare la zona,per vedere se c'era qualcosa di vantaggioso e di svantaggioso. Prese l'arco e con la guardia alta,proseguì col mento alto. Si guardava prudente intorno a sè,non si sapeva mai: erano in una foresta,dove abitavano orsi,puma,tigri e tutto di più. Camminò per più di un quarto d'ora senza una strada precisa,finchè sentì il rumore dell'acqua scendere. Poteva esserci dell'acqua. A passo felpato,ma sempre prudente,cammino verso il rumore fino a scogliere tra dei cespugli un fiume.  Quando li stava per superare,vide un orso bere,e si nascose dietro un cespuglio. Il suo battito aumentò e gli venne spontaneo pensare: "Porca puttana,ora che faccio?!"  Guardò l'arma che aveva in mano,ma si rifiutava di sparare ad un animale che non gli aveva fatto nulla di male. Si guardò intorno,fino a scorgere una grotta. Se l'orso viveva lì,sarebbe sempre stato difficile raggiungere il fiume. Ma se era una femmina? Ma se aveva dei figli? Assolutamente no. E mentre lui metteva i suoi pensieri contro,l'orso si girò e si guardò intorno. Probabilmente aveva odorato il suo odore,porca miseria. Che guaio. Per fortuna la divisa lo mimetizzava. Ma fu quando l'orso guardò verso i cespugli,che incominciò a imprecare sotto voce. Però se non faceva nulla di male,non potevano fargli male. Ma se vedeva l'arma,poteva impazzire. E subito gli venne in mente il puma. Il puma,se fai movimenti bruschi,si scaglia contro di te senza ripensamenti,forse vale lo stesso con gli orsi...?

Uscì dal suo nascondiglio e camminò lentamente verso il fiume. Si fermò sul bordo distante dall'orso,ovviamente solo uno stupido si avvicinava. Posò lentamente l'arma affianco a sè e mise due mani nel fiume. L'acqua era limpida,cristallina,non era per nulla inquinata. Si poteva bere. Prese con le mani l'acqua e si sporse di poco per bere e non bagnarsi,sentì lo sguardo dell'orso su di lui,ma codesto era ancora fermo,non gli aveva fatto del male. Appena finito di bere sospirò di sollievo e si pulì le labbra con il dorso della mano. Guardò l'orso,che lo stava squadrando da cima a piedi: perchè non attaccava? Forse la sua teoria era giusta. Prese una freccia dal sacco che teneva sulle spalle e guardò nell'acqua,alla ricerca di un pesce. Ne vide uno,bello grosso: non poteva farlo sfuggire. Prese l'arco che aveva posato e sentì il ringhio dell'orso,sperò che non attaccò. Guardò attentamente l'acqua,dove il pesce stava per arrivare davanti a sè,e si leccò le labbra. Le pressò per la concentrazione,e appena fu di fronte a lui,lasciò che la freccia colpisse il pesce. Il letto del fiume non era molto profondo,ma nemmeno così elevato,così si tolse i mocassini ed entrò a pieni nudi nell'acqua. Lì gli arrivava fino alle caviglia,ma se sarebbe arrivato fino a metà era sicuro che poteva farsi tranquillamente un bagno. Prese la freccia con il pesce e la staccò dal letto del fiume. L'acqua era fresca contro i suoi piedi,e questo non faceva che rilassarlo,dopo la lunga mattinata. Sfortunatamente dovette uscire e guardò l'orso che lo guardava curioso. Il riccio avanzò verso di lui ma l'orso indietreggiò. Allungò il braccio con la freccia e l'orso lo guardò male. Sicuramente pensava che lo volesse avvelenare. L'orso si avvicinò a piccoli passi e,brusco,allungò una zampa e prese la freccia.  Odorò il pesce e,tenendo il contatto visivo con Harold,lo mise in bocca,attento a non ferirsi con la freccia. Finito,allungò di nuovo la zampa e passò la freccia al riccio,e quando la prese l'orso se ne andò lentamente. Fortunatamente non gli aveva fatto nulla di male,forse aveva conquistato la sua amicizia.

Mise i mocassini e si fece un altro giro nella foresta. Aveva scovato più grotte,dove sicuramente vivevano degli animali,ma aveva deciso di non avvicinarsi: poteva mettere a rischio la sua vita. Arrivò ad una grande quercia,dove intorno gli alberi della foresta creavano un grande cerchio,dove al centro c'era proprio questa. Il comandante non aveva detto che si doveva rimanere uniti,perchè non prendere la propria roba e rifugiarsi lì? No,non sarebbe stata una buona idea.

Quando ormai si stava facendo buio,decise di ritornare alla tenda. Il guaio,però,era che non ricordava la strada. Si guardava intorno,spaesato. Aveva fatto un 'giro turistico' della foresta,sì,ma doveva ancora imparare bene le vie. In quel momento sapeva solo la via per il fiume,e come ci era arrivato,perciò decise di passare di lì per tornare alla tenda. Camminava,ed era stanco: il suo stomaco brontolava,e sembrava un ringhio di una bestia. Aveva mangiato solo a colazione. Arrivò al fiume e si guardò intorno: l'orso era sicuramente nella grotta a riposare,non era nei dintorni. Beato lui.

Harold si fermò vicino al fiume,dove bevette: stava morendo anche di sete. Prese un grosso respiro prima di alzarsi e ritornare a camminare. In verità,il fiume non era molto lontano dalla tenda: cinque o più minuti di cammino. Appena vide la sua tenda,si illuminò. Aumentò il passo ed entrò nella tenda. Posò l'arco nella borsa e si cambiò,mettendo i vestiti di quella mattina. Prese dalla borsa la carne che aveva preso da sua moglie,sapeva che sarebbe servita. Sua moglie...chissà cosa stava facendo. E suo figlio Sam? Sicuramente giocava e insisteva che la madre giocasse con lui. Sorrise a quel pensiero e incominciò a mangiare. Appena finito prese l'acqua e ne bevve un bel sorso.

Chiuse la borsa e si mise nel suo sacco a pelo. Era solo il primo giorno,ma erano successe tante cose. Non sapeva dire se erano cose buone o no. All'improvviso si sentì un urlo,e sobbalzò. Chi era stato? Sicuramente un uomo. Si alzò col busto e pensò di soccorrerlo. Ma il comandante era stato chiaro: nessuno aiuta nessuno. Così,cerco di addormentarsi,con le urla degli uomini che sopraffavano l'aria.

Styles,a rapporto!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora