Ero grata che oltre a me e mio fratello, Alessandro, anche i miei fossero scesi fino a Napoli per aiutarmi con il trasloco; avevo un'infinità di scatoloni da portare, non ce l'avrei mai fatta in treno o in aereo da sola, neanche se l'avessi voluto.
Avevo salutato i miei genitori a Napoli, dove avevano deciso di trascorrere le loro vacanze, e ormai ero arrivata a Salerno accompagnata da Alessandro.
Già amavo la città, era qualcosa che noi del nord non ci potevamo nemmeno immaginare.
Ale entrò in un quartiere che non sembrava troppo accogliente, ma mi tranquillizzò subito:
"Scendiamo solo a prendere le chiavi dell'appartamento. Te l'avevo detto che ci aveva pensato un mio amico a sistemarlo, no?"
Semplicemente lo guardai, o meglio lo fissai, come a fargli intendere che no, non mi aveva detto proprio un cazzo. E alla vista della mia espressione aggiunse:
"Non fare la bambina dai, pensavo di avertelo detto!"
Dopo due secondi di silenzio, continuò:
"Ascoltami, seriamente: questo tizio l'ho conosciuto a Mykonos, e non è troppo raccomandabile quindi stacci alla larga. Sul serio, è un brutto giro il suo, a vedere una ragazzina come te cercherebbe subito di approfittare della tua ingenuità non appena me ne andrò. Mi hai capito?"
Odiavo quando mi trattava da deficiente, perciò sviai il discorso:
"Quindi qual è il nome del tuo amico narcotrafficante camorrista?"
"Matt..eo. Aspetta aspetta aspetta, come sai che è un narcotrafficante?"
Semplicemente scherzavo, non avrei mai immaginato che un tizio a caso fosse un fottuto criminale, porca troia!
Sbarrai gli occhi, e lui capì che si trattava della mia ironia. Mi limitai a dire: "Io non scendo fra, te stai male a fare accordi con uno del genere."Vedemmo un ragazzo avvicinarsi e mio fratello scese dalla macchina per andargli incontro e stringerli la mano, sapete in quella maniera da gang che sono soliti usare i maschi, odiosa. Mi sentii osservata da quel Matteo, che mi sorrise mostrando i denti d'oro: Gesù aiutami tu. A quel punto scesi anch'io, non volevo fare la figura della cogliona fifona che stava in macchina a fissarlo.
Mi avvicinai:
"Bambolina, è un piacere: sono Matteo, ma tutti qui mi conoscono come Vegas Jones. È un nome d'arte, faccio musica"
Disse il tutto stringendomi la mano con una stretta molto decisa, mentre io dissi solo:
"Io mi chiamo Anastasia, piacere"
I due continuarono a parlare di non so chi e cosa, e ogni tanto Matteo mi guardava di nascosto. Dovevo ammetterlo era carino e aveva una voce profonda che avrei ascoltato per ore, ma di sicuro non mi trasmetteva tranquillità, il che mi preoccupava.
"Beh Anastasia passerò da te per darti delle informazioni su alcuni particolari dell'appartamento, ti chiamerò per avvisarti quando avrò intenzione di passare, va bene?"
"Sì sì certo, nessun problema. Tanto per ora non ho impegni." Dissi forzando un sorriso, uno di quelli che non hanno proprio nulla di vero.
Ci salutammo, e risalimmo in macchina. Ero infuriata, mi sentivo come se mio fratello mi avesse condannata a passare in mezzo a mille casini per mezzo di Las Vegas, o qualsiasi sia il suo fottuto nome d'arte.Dopo poco arrivammo sul lungomare. Ale entrò nel parcheggio di un palazzo, sotto gli occhi di ragazzini che giocavano a calcio nel piazzale, gli occhi di donne che parlavano (o meglio gridavano) dalle finestre comunicando tra loro, e gli occhi di ragazzi che fumavano sul portone appoggiati ai loro motorini. Era tutto come lo immaginavo..
"Senti mi dispiace se non te l'ho detto, capisco che tu ora sia preoccupata per quel tipo ma era l'unico che conoscevo qui a Salerno, ergo l'unico che avrebbe potuto aiutarti se tu avessi avuto bisogno, capisci? Vedila così, se avrai dei problemi con qualcuno qui, sai già che puoi chiamare lui. Se tutto fila liscio lui ti potrà solo essere d'aiuto, Anais"
Lo abbracciai forte e sospirai: "Lo so.. hai solo cercato di aiutarmi. Tranquillo Ale." Gli dissi scompigliando le sue treccine bionde: era un tipo così particolare mio fratello, tanto per come si conciava quanto per il suo carattere, ma lo amavo.Scese e iniziammo a portare i miei scatoloni al terzo piano, cosa che fu meno difficile di quanto pensassi dato che c'era un adorabile ascensore nell'atrio.
"Anais che cazzo di appartamento ti ho trovato! È troppo figo!"
Ed era figo davvero: arredamento moderno, vista mare, due terrazzi. Dio era meglio di quanto mi aspettassi!

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Solo Guai.
FanfictionTrasferirsi in una città del sud dopo aver speso gli ultimi 18 anni della propria vita in un paesino tranquillo del nord, non è così semplice come sembra. Anastasia sognava il sud da tutta la vita, amava l'idea di immergersi sempre in una realtà nuo...