4. Cascare nei tuoi occhi

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"Ed io che invece vorrei solo averti più vicino,
Cascare nei tuoi occhi e poi vedere se cammino,
che sono grandi come i dubbi che mi fanno male
ma sono belli come il sole dopo un temporale.
E poi ti penserò.
E poi ti perderò."

Lorenzo camminava spasmodicamente nel salone della sua nuova villa a Casal Palocco, parlando al telefono con Alessandro. Chiunque lo vedesse in quel momento avrebbe capito che c'era qualcosa che non andava.
"Ti piace Lorè?" chiese improvvisamente Alessandro, sfiancato da quel monologo di mezz'ora a cui il numero 7 lo aveva sottoposto senza possibilità di replica.
Lorenzo, spiazzato, si buttò sul divano.
"Si, cioè, non lo so..." farfugliò ad Alessandro.
"Hai paura" sentenziò il numero 24.
"Smettila Alessà, sembri uno psicanalista!" imprecó Lorenzo, sapendo che in fondo il suo amico aveva ragione.
Lorenzo aveva paura: paura dell'abbandono, paura di subire di nuovo.
Era sempre stato un ragazzo sicuro di se e con le ragazze non gli era mai andata male. Mai. Fino a Veronica: lui era innamorato perso, lei invece evidentemente no.
Lorenzo le aveva addirittura chiesto di sposarlo, lei di tutta risposta aveva lasciato Modena e la loro casa dicendo che non era pronta.
Non si erano più sentiti, nonostante anche Lorenzo fosse tornato a Roma; lui aveva sofferto come un cane ma a lei sembrava non interessare.
"Ne avresti bisogno Lore... spiegami, che c'è che non va allora? Se non hai paura, c'è qualche altra cosa..." lo spronò Alessandro.
"È che... che ci sto dentro con le scarpe Ale e non so cosa pensa lei. E io non posso permettermi di stare male ancora, non posso precipitare in un altro baratro."
"Scusa Lorè, ma ti ha mai manifestato di non essere interessata a te?"
"No, però sapeva che ci tenevo che venisse con me al Galà del Calcio dell'AIC e invece..." lasciò cadere il discorso Lorenzo.
"Lore, non sono questi i problemi... aveva tirocinio il giorno dopo... è diversa, diversa da Veronica, che, lasciatelo dire, campava sulle tue spalle senza fare un cazzo! Lei ha la sua indipendenza, i suoi sogni, il suo lavoro... è diversa, ma è giusta per te Lore... devi solo abituarti."

A Lorenzo non era andato giù quel "no, non posso accompagnarti.." che Francesca le aveva detto quando il centrocampista le aveva chiesto di accompagnarlo al Galà dell'Associazione Italiana Calciatori: secondo Lorenzo sarebbe stato un modo per ufficializzare la loro relazione, ma Francesca aveva rifiutato.
Lorenzo si era arrabbiato tantissimo, le aveva attaccato il telefono in faccia e da allora non si erano più cercati.

"Lo so Ale, lo so... dai, grazie... ci vediamo dopo al campo."
"Chiamala Lorè, dammi retta!" lo esortó Alessandro prima di riattaccare.

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Francesca era assorta nei suoi pensieri mentre cercava di elaborare un pensiero di senso compiuto nella discussione della sua tesi di laurea ma si ritrovava a fissare il suo iPhone di continuo, sperando in un messaggio da parte di Lorenzo. Dal bacio al Pincio era passato un mese, si erano conosciuti, frequentati e a Francesca piaceva sempre di più.
Quando disse a Lorenzo di non poterlo accompagnare, non pensava che lui ci sarebbe rimasto così male: aveva quasi pensato di fare un sacrificio e saltare il suo giorno di tirocinio per accontentare Lorenzo e fargli capire che ci teneva davvero a lui, fino a che il centrocampista non aveva avuto la brillante idea di farle presente che se "avesse saltato un giorno di tirocinio non sarebbe morto nessuno".
Francesca si era arrabbiata tantissimo, accusando Lorenzo si sminuire la sua libertà e i suoi sogni e arrabbiatissima lo aveva accusato di non essere giusto per lei.
E adesso forse, si erano pentiti entrambi, ma orgogliosi come pochi non si erano più cercati.
Lorenzo aveva vinto il premio di Miglior Rivelazione della Serie A, aveva ritirato il premio con un sorriso tirato e Francesca aveva sorriso inconsciamente vedendo la foto della premiazione sui social.
Chiuse sbuffando il suo Mac e nello stesso momento il campanello di casa sua suonó.
Si avviò verso il videocitofono e vide riflesso l'unica persona che non si aspettava di vedere ma che contemporaneamente avrebbe voluto vedere: Lorenzo se ne stava appoggiato al portone col cappellino nero, occhiali da sole rotondi, aspettando che Francesca aprisse il portone.
Quando sentì la porta scattare, si avviò nell'androne del palazzo, salendo a due a due i gradini che lo separavano dal primo piano del palazzo.
"Sono spiazzata, lo ammetto..." disse Francesca, scostandosi dalla porta per farlo entrare in casa.
"Sei sola?" Chiese Lorenzo di rimando.
"Vedi qualcun'altro?" rispose sarcastica.
"Senti, mi dispiace - esordì Lorenzo - non volevo dirti quello che ti ho detto e se adesso tu mi odi o pensi che io non sia la persona giusta per te, lo capisco... sono stato inqualificabile e..."
"Quanto parli? - lo interruppe Francesca accarezzandogli il viso. Le era mancato e non poteva non farlo vedere, nonostante si sforzasse di mantenersi distante da Lorenzo - "anche io ho sbagliato, mi sono arrabbiata troppo. Forse ci dobbiamo solo conoscere meglio..."
"Mi sei mancata in questi giorni... e ho capito tante cose..."
"Cosa?" Disse Francesca avvolgendo le sue braccia intorno alla vita di Lorenzo e guardandolo fisso negli occhi.
"Che ci sono dentro fino al collo..." le rispose sorridendo - "e che ho paura di perderti."
"Tu non mi perdi Lore, non mi perdi per una cosa così. Abbiamo sbagliato, non ci siamo capiti e siamo due testoni orgogliosi che si sono ignorati per giorni col risultato che siamo solo stati male. Però tu non puoi vivere col fantasma di chi ti ha lasciato prima..."
Lorenzo si sentì colpito nel profondo: Francesca aveva colpito il centro.
"Non vivo con nessun fantasma..." le rispose infastidito, staccandosi dalla presa della ragazza.
"Lore... non fare così adesso... non voglio dire che tu non abbia dimenticato Veronica ma sembra quasi che tu viva nella costante paura che poss risuccederti e io voglio solo che tu sia sicuro che non sarà così..." disse Francesca facendolo sedere sul divano.
"Giuramelo..." disse lui abbassando la testa
"Te - lo - giuro" rispose lei scandendo ogni parola con un bacio all'angolo della bocca del ragazzo.
"Mi sto innamorando di te e poi non ci capisco più niente..." surrurrò lui poggiando la testa su quella di lei, fronte a fronte.
"Però possiamo provare a capirci qualcosa insieme..." disse sorridendo di rimando Francesca.

Francesca cominciò a giocare con la maglietta di lui fino a sfilargliela e cominció a lasciare una scia di baci umidi sugli addominali scolpiti di lui.
Lorenzo di rimando si liberò della maglietta e del reggiseno di Francesca mentre i loro respiri si facevano più affannosi.
"Possiamo ancora... fermarci... se non vuoi..." sussurrò Lorenzo. Voleva essere sicuro che Francesca non avesse nessuna costrizione in quel momento.
"Ti ricordo che ho iniziato io, caro Pellegrini..." gli rispose lei sdraiandosi sopra di lui su quel divano che sarebbe stato testimone della loro prima volta insieme.
Si liberarono di quel sottile strato di intimo che ancora li divideva, Lorenzo iniziò a spingere piano mentre Francesca gli faceva sempre più posto divaricando le sue gambe.
"Ti amo.." gli sussurrò nell'orecchio prima di iniziare a condurre lei il gioco aumentando l'intensità dei loro movimenti.
Si sdraió esausta sul petto di lui mentre Lorenzo giocava coi suoi capelli scuri arricciando alcune ciocche attorno alle dita.
"Ti rendi conto che non siamo neanche riusciti ad arrivare in camera tua..? - le disse Lorenzo ridendo - e ti prego, dimmi che i tuoi non rientrano almeno fino a stasera perché ho intenzione di rimanere così almeno 3-4 ore.
"I miei sono a Ponza..." le rispose lei alzando leggermente la testa per vedere la reazione di lui.
"Quindi mi stai invitando a rimanere per cena immagino..."
"Se sai cucinare, volentieri..." lo canzonó
"So ordinare perfettamente il sushi migliore di Roma su Just Eat e poi ti ho appena dimostrato di saper fare benissimo altre cose" gli rispose Lorenzo, sorridendo a sua volta.
"Ok, ok... puoi rimanere..." disse lei prima di recuperare le sue mutandine dal pavimento e alzarsi dal divano.
"Franci... - la chiamó Lorenzo per attirare la sua attenzione - anche io ti amo."

What about us? ~ Lorenzo Pellegrini Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora