Capitolo 3

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"Oggi faremo qualcosa di diverso dal solito miei cari heroes" il bruco sorrise sadicamente indicando la porta:
Una figura minuta con i corti capelli rossi che incorniciavano il viso dalla pelle bluastra, una specie di camicia copriva in parte i suoi jeans ed una maglia gialla abbinata ai suoi occhi, entrò in classe.
Ai piedi indossava degli anfibi neri bassi, a primo impatto poteva anche essere scambiata per un'aliena.
"Lasciate che vi presenti Ikuya Yamamoto, hero professionista" spiegò Aizawa con più entusiasmo del solito.
"Buongiorno a tutti" sorrise "oggi sono qui per insegnarvi alcune importanti caratteristiche e modi di esprimersi che dovrete imparare per diventare degli heroes famosi e di successo".
"M-mi scusi signorina* Yamamoto" Mineta alzò la mano nervoso, continuando a scrutarla, soffermandosi sul petto "Hai una domanda da farmi? Parla pure" sorrise.
"Ma lei è veramente una donna?" tutti rimasero pietrificati dopo aver udito le sue parole "Io sono una persona. Ora iniziamo la lezione" sorrise e si avvicinò alla lavagna.
"Innanzitutto vi spiegherò in cosa consiste il mio quirk: si chiama Scarily e consiste nel riprodurre gli effetti della droga sulle persone che entrano in contatto con me quando è attivo" disse sorridendo.
Tentai di non ridere portandomi la mano davanti alla bocca.
Una voce che conoscevo assai bene interruppe la lezione, senza alzare la mano. (no, non è una brutta battuta su Shiga)
"Quando ci imbatteremo in un villain potrà fargli da spacciatore di fiducia, fantastico, perché non ne chiama uno e resta insieme a lui?" mi voltai verso di lui e notai che stava ghignando, come suo solito, così lo guardai male.
"Bastardo" mormorai tra i denti "dopo riceverai una bella ramanzina".
Il biondo continuò a sfidare con lo sguardo, attentamente e crudelmente, la sua povera vittima, ancora in piedi.
Il suo viso si rabbuiò e le sue labbra si tramutarono in un malefico ed inquietante ghigno.
"Ragazzino, non credo sia una buona idea sfidarmi" le cornee dei suoi occhi si colorarono di un rosso acceso, il suo viso divenne più scarno e la pelle leggermente verdastra.
Avanzò a grandi falcate verso il biondo, sotto lo sguardo soddisfatto e il sorriso contorto di Aizawa-sensei.
"Che fa? Vuole combattere?" Katsuki la guardò ghignando "Si faccia avanti, non rinuncerò mica a questa invitante occasione".
L'hero non se lo fece ripetere due volte, con uno scatto riuscì a toccare l'avanbraccio del ragazzo, sebbene a fatica, evitando l'imminente esplosione che si stava formando sul suo palmo.
"Te la cavi bene, per essere ancora un ragazzino immaturo" sorrise e ritornò normale.
Concentrai la mia attenzione sul mio ciclato, riusciva a malapena a stare in piedi, il suo viso appariva corrucciato e sembrava avere forti giramenti d testa.
Sul mio volto si dipinse un'espressione piena di preoccupazione, cosa stava succedendo a quel baka?
Mi alzai dal mio posto e mi avvicinai a lui per soccorrerlo, senza sapere bene cosa fare.
"K-kacchan? S-stai bene?" appoggiai la mia mano sulla sua e lui arrossì violentemente, ma non la ritrassi "C-credi che io m-mi senta bene? Hai d-del naruto negli occhi?" mi guardò sofferente, ancora rosso.
Piegai la testa di lato, scrutandolo con i miei occhi (c/o) "Katsuki" gli appoggiai una mano sulla fronte, sentendo quest'ultima bruciare "Non dovresti andare in infermeria?" i suoi rubini mi fissavano, percorrendo ogni centimetro del mio corpo, li sentivo ovunque, non che mi dispiacesse.
Mi voltai verso il sensei "Professore, posso accompagnarlo da Recovery Girl?" mi scrutò svogliatamente, prima di annuire.
"La ringrazio" mi inchinai formalmente e misi un braccio attorno alla vita di Bakugou, per aiutarlo a reggersi in piedi.
Dopo avermi allontanato due o tre volte, strattonandomi, riuscii a convincerlo a farsi aiutare e, senza obiettare, mi seguì per il corridoio deserto.
Appena fummo abbastanza lontani dall'aula, sentii un tonfo, accorgendomi di aver sbattuto la schiena al muro, solo quando il dolore raggiunse il cervello.
Qualcosa, o meglio, qualcuno, aveva provocato questo "incidente", se così può essere chiamato, me ne resi conto alzando gli occhi.

KATSUKI'S POV
Sentivo la testa girare, il cuore battere all'impazzata, non riuscivo a regolarizzare il mio respiro.
Che succede? Perché non riesco a calmarmi?
Per qualche strano motivo, qualcosa mi provocava fitte al petto, una strana sensazione si fece strada nella mia testa.
'CAZZO' imprecai mentalmente rendendomi conto di aver appena bloccato al muro (t/n).
Il mio ginocchio si posizionò in mezzo alla sue gambe e i nostri volti si ritrovarono a due centimetri di distanza.
"Ka-Kacchan, c-che fai?" i suoi occhi esprimevano un misto di sorpresa e preoccupazione.
Tentai di proferire parola, ma le mie corde vocali erano come bloccate e i miei movimenti erano comandati da chissà quale strana presenza, nella ma mente.
Notai un po' di rossore formarsi sulle sue guance, e dopo poco si liberò dalla mia presa "a-andiamo in infermeria, n-non stai bene" mi prese per mano e mi trascinò per tutto il tragitto.
Forse per colpa del silenzio scabroso, forse per gli effetti del quirk, continuai a vedere davanti a me il suo viso rosso, mentre continuava a tenermi la mano.
'Anche se il rossore era solo accennato, era comunque una visione paradisiaca' pensai, per poi colpirmi mentalmente 'Che cazzo vado a pensare? Spero che l'effetto finisca presto, sto impazzendo'.

(T/N)'S POV
Che gli prende? Non riesco a comprendere perché faccia così.
Perché ha agito così? Che sia stata solo colpa del quirk? Dio, se sta utilizzando quella scusa per fare scherzi del genere, prenderà molte mazzate.
Un malefico sorrisetto soddisfatto si formò sul mio viso 'Se è la guerra che vuole, la avrà' pensai, entrando in infermeria.
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*= Ikuya è un nome generalmente femminile, in Giappone, per questo Mineta, anziché non specificarlo, ha utilizzato il femminile.

JUST PERFECT [Bakugou Katsuki x reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora