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"Vogliate scusarmi." Disse poi, alzandosi. "Vado a scambiare due chiacchiere con il giardiniere."

Tutti sembrarono sollevati dalla sua decisione e l'anziano notaio li lasciò.

"Finalmente, non ne potevo più!" Proruppe Matilda con voce stridula.

"Non ne potevi più di cosa?" Disse Susanna. "Non mi sembra che ti abbia fatto il terzo grado."

"Be', mi secca questa storia. La polizia ci ha riem­pito di domande e ora questo vecchio rimbambito si è messo in testa di scoprire l'assassino."

"Enrico non è un vecchio rimbambito, Matilda. Al con­trario, è un uomo molto intelligente e molto lucido, in­vece. Io sono contenta del fatto che anche lui stia svol­gendo una sua indagine. Anzi, spero proprio che verrà a capo di questa storia, ma sembra che voi non siate dello stesso avviso." Concluse Susanna stizzita.

"Ehi, cuginetta, stai calma. Nessuno voleva offendere il tuo amato notaio. Dicevo solo che mi sembra una sciocca perdita di tempo, tutto qui."

"La verità è che a voi non importa niente che lo zio sia morto. Anzi, forse era proprio quello che tutti aspet­tavate!"

"Susanna, si può sapere che ti è presto? Quello che ha detto Matilda non è poi così grave. Mi sembra che tu stia esagerando." Intervenne Sandro.

"Forse. Scusatemi, ma sono sconvolta. Non so neanche io quello che dico. Il fatto di occuparmi del funerale dello zio mi turba molto."

"Perché non lasci che ci pensi Maria?" Azzardò Ivano.

"No, non posso farlo. Maria mi sta aiutando molto, questo è vero, ma sono io che devo occuparmene. Sento di doverlo allo zio. Sarà l'ultima cosa che faccio per lui e non mi tirerò indietro."

"Io spero solo che questa storia finisca al più pre­sto. Non vedo l'ora di andarmene da qui." Sospirò Ivano tirando una lunga boccata dalla sua sigaretta.

"Già, immagino che tu non veda l'ora di entrare in possesso della tua parte di eredità." Commentò Matilda guardandolo con gli occhi socchiusi.

Ivano ricambiò lo sguardo poi, tirando fuori un faz­zoletto dalla tasca, replicò in tono pacato: "Non è esattamente quello che vuoi anche tu?"

"Be', è inutile negarlo. Lo zio mi ha tenuto in con­siderazione solo per la memoria di sua moglie, in realtà non gli importava niente di me, ma mi va bene lo stesso. Avrò anch'io la mia parte. D'altro canto, non posso dire di essere addolorata per la sua morte, ma credo che anche voi condividiate o sbaglio?"

A quel punto, Susanna non riuscì a trattenersi e al­zando la voce in modo stridulo che non le era comune, com­mentò: "Siete delle serpi! Aveva ragione lo zio ad aver­cela con voi. Sapete pensare solo ai soldi e tutto quello che vi succede intorno vi scivola addosso! Mi date la nau­sea!"

"Non arrabbiarti così, Susanna. Del resto, tu sai bene come stanno le cose. Nessuno di noi è mai stato nelle grazie dello zio Arturo e questo non è un segreto per nes­suno. Se poi la cosa era reciproca non puoi farcene una colpa." Concluse Sandro senza enfasi.

Le parole di sua cugina non avevano certo turbato la sua sensibilità.

"Sembrerebbe" Riprese Matilda "Che ti piaccia tanto recitare il ruolo della nipotina distrutta dal dolore, ma anche tu hai tutto da guadagnarci e molto più di noi."

"Sei una strega, Matilda. Lo sai benissimo che non mi importa niente dell'eredità. Io volevo bene allo zio e la sua morte non cambia la mia condizione economica. Io ho sempre avuto tutto quello che volevo perché lui non mi ha mai negato niente. Io non avevo bisogno della sua morte per maneggiare del denaro, lui è sempre stato fin troppo generoso con me, ma so perfettamente che questo ti ha sem­pre fatto scoppiare dalla rabbia. In ogni caso, ricordati che io sono una Colombi!"

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⏰ Last updated: Sep 20, 2018 ⏰

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IL MISTERO DI VILLA DELLE ROSEWhere stories live. Discover now