Il sole aveva deciso di picchiare forte, in quel Lunedì mattina, già caldo di suo. Jeremy pensò che fosse anche un po' merito proprio e della sua squadra, dato che, finalmente, il loro più grande nemico era stato sconfitto.
Tutti si stavano dirigendo nelle proprie aule, mentre Jeremy e una minuta ragazzina dai capelli rosa si presero per mano, arrossendo un po'. Come diceva sempre Odd, il loro leader era riuscito finalmente ad invitarla ad uscire e, per la prima volta, non per andare nelle fogne a salvare il mondo.
Eppure, quella che sembrava una calda mattinata di fine Settembre si trasformò in una giornata movimentata.
Yumi era intenta ad entrare nella palestra dal nauseante pavimento rosso in linoleum, fermandosi all'istante, vedendo Jim con due ragazzi al suo fianco, una femmina ed un maschio.
La ragazza era più bassa del ragazzo, ma probabilmente era più grande dato il suo sguardo strafottente e il trucco sul viso. Non era magra, ma era comunque pallida, aveva delle belle forme, ma non si poteva dire che le nascondesse, non con quel top bianco da cui si vedeva il reggiseno e con quella minigonna a quadri a vita alta. Yumi osservò come si spostò i lunghi capelli corvini, notando un orecchino con una scritta in coreano, a lei ovviamente indecifrabile.
Quando si rese conto di starla fissando spostò lo sguardo sul ragazzo. Era molto alto, forse come William, con un fisico apparentemente asciutto, coperto da una felpa grigia con le maniche lunghe, forse un po' troppo calda, ma lui non sembrava presentare problemi. Il ragazzo si passò la mano sulla coscia fasciata da un paio di jeans strappati sulle ginocchia, forse per il nervoso. Subito dopo si sistemò gli occhiali scuri, passando poi ai capelli castani.
Yumi pensò, guardandoli entrambi, che dovevano essere parenti, ma data la loro poca –o forse nulla- somiglianza, puntò sul fatto che fossero cugini o forse fratellastri.
-Beh, non mi piace fare queste cose, quindi andrò dritto al punto.- cominciò Jim, passandosi una mano sulla nuca. –Loro sono Emily e Matteo. Emily sarà la vostra nuova compagna di classe.
La ragazza sorrise, arrossendo di poco e perdendo l'atteggiamento scocciato di poco prima, come quasi stesse fingendo.
-Buongiorno a tutti, potete chiamarmi Emy. Mi sono trasferita qui dall'Italia solo pochi giorni fa, spero diventeremo amici.
-Lo sperano anche loro signorina Stairs. Sa, tempo fa anche io mi sono trasferito lontano da casa e...
L'insegnante venne interrotto dal resto della classe che lo liquidò, accerchiando la nuova studentessa.
-Tu non saluti tua cugina?- chiese Jim al ragazzo.
-Preferisco non intromettermi, ma grazie.- rispose lui, seguendo l'insegnante che lo avrebbe dovuto portare nella sua nuova classe.
Per tutte le sei ore di lezione, Jeremy non staccò gli occhi di dosso al nuovo arrivato. Vedeva qualcosa di strano in lui, qualcosa di quasi familiare, anche se sapeva benissimo di non conoscerlo. Il suo istinto gli diceva che lui aveva qualcosa, qualcosa che di sicuro ad uno scienziato come lui sarebbe interessato.
-Puoi smetterla di seguirmi?- chiese il castano, arrivato ormai nello spogliatoio della piscina, accortosi del biondo che lo seguiva, cercando di rimanere furtivo.
Lentamente Jeremy uscì da dietro un armadietto, leggermente rosso per l'imbarazzo.
-Che c'è?- chiese nuovamente il ragazzo, Jeremy aveva capito che si chiamasse Matteo Jills.
E adesso? Che gli diceva? Che sentiva di doverlo seguire? Doveva dire qualcosa però, non poteva rimanere muto. –Chi era la ragazza che stava mangiando con te prima?
Lui alzò un sopracciglio, pensando che fosse un pazzo che voleva il numero della cugina. –E mi hai seguito per questo? Lei si chiama Emily ed è mia cug...
-Sono sua cugina, mi chiamo Emy.- rispose una ragazza, seduta su una panchina. Entrambi non l'avevano notata prima di allora. Jeremy guardò il ragazzo alzare gli occhi al cielo: tra i due non doveva esserci un buon rapporto.
-Cugina solo sulla carta perché della mia famiglia tu non hai proprio niente.
-Vedi di portarmi rispetto.- cominciò la ragazza, alzandosi e parlando in un francese dall'accento italiano. –Non sono più la marmocchia che conoscevi.
-Ma sei comunque alta come una volta. È inutile che provi a nasconderti dietro questa maschera, io so chi sei veramente.
-Non provarci, Jills.- rispose la maggiore, andando via e lasciando i due ragazzi da soli.
Matteo strinse i pugni, facendo diventare bianche le nocche. Perché era così antipatico con la cugina? Non voleva nemmeno, ma le parole uscivano da sole dalla sua bocca.
Intanto Jeremy non capiva un bel niente, anche perché il castano affianco a lui aveva cominciato a parlare in italiano e perciò era abbastanza confuso. Attirò l'attenzione del ragazzo con alcuni colpi di tosse. –Non scorre buon sangue, eh?
Matteo sospirò, sedendosi su una panchina. Per qualche motivo sentiva di poterne parlare con quello sconosciuto che si stava sedendo al suo fianco. Chissà che forse, un giorno, potessero diventare buoni amici. Prese un bel respiro, per poi aprire la bocca per parlare. –Io ed Emily vivevamo in un piccolo paese di provincia e abbiamo sempre fatto parte di due famiglie molto diverse tra loro. I suoi genitori sono dei famosi musicisti e per questo sono spesso in giro per il mondo, mentre i miei genitori lavorano nel cinema e nella televisione; quindi diciamo che entrambi abitavamo in un posto sperduto per vivere una vita normale, al di fuori di quello che è il lavoro dei nostri genitori. Io e lei frequentavamo lo stesso anno di scuola dato che io avevo saltato la prima elementare, finendo direttamente con la classe dell'anno di mia cugina. Andavamo d'accordo, poi quando abbiamo scoperto di essere cugini...
-Aspetta!- lo interruppe Jeremy. –Scoperto? Non lo sapevate?
Matteo sospirò. –Già. Quando aveva tredici anni, mia madre, la sorella del padre di Emily, è stata costretta a vivere con una famiglia che non era la sua, venne data in affidamento, non mi hanno mai detto perché. So solo che Spirit, mio zio, l'ha ritrovata e riportata in famiglia. Mia madre, però, è molto arrabbiata con Spirit e così entrambi, per non essere più costretti ad essere legati a livello familiare, ci hanno spedito in qui, in collegio.
-Wow- commentò stupito Jeremy. –E come ha fatto il padre di Emily a ritrovare tua madre?
Matteo si strinse nelle spalle. –Non ne ho proprio idea, so solo che la mamma ha un tatuaggio di cui non ricorda nulla. C'è, ed è lì, sulla sua spalla, ma per qualche motivo lei non sa come se lo sia fatto e la cosa strana è che la famiglia da cui era in affidamento dice di non averlo mai visto. Però sembra esserci un collegamento...- Matteo fermò il suo racconto, vista la rumorosa suoneria del cellulare del biondo.
-Scusa, mi è arrivato un messaggio.- si scusò, aprendo il messaggio di Ulrich con il disegno dell'occhio di XANA. Non aveva ancora disabilitato quell'opzione dai cellulare dei suoi amici e molto probabilmente il messaggio era partito da solo.
Gli occhi del castano si spalancarono e di colpo strappò dalle mani di Jeremy il cellulare, guardandolo bene.
-Ehi! Si può sapere che ti prende?!
-Okay, questo è strano...
-Cosa?- chiese Jeremy, ancora leggermente arrabbiato per il gesto del suo nuovo compagno di classe.
-Perché hai un messaggio con disegnato il tatuaggio di mia madre?
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Code Lyoko - The age of ANAX
Fanfiction"XANA aveva scoperto dalla rete che c'era solo una cosa in grado di distruggere per sempre il bene: l'amore del male. E quale migliore simbolo d'amore se non un figlio? Il problema era che lui non sapeva amare, non poteva nemmeno provare sentimenti...