1° Settembre 1993
Il viaggio era durato più del necessario ed era arrivata a King’s Cross solo una ventina di minuti prima della partenza, un orario inaccettabile per l’ansia con cui Margaret aveva viaggiato in auto con i suoi genitori. Dal momento che abitava in una regione piuttosto lontana e isolata da tutti e non aveva Mezzi Magici per spostarsi, non vedeva l’ora di arrivare in stazione per salutare tutti gli amici che non vedeva da giugno.
Non appena ebbe superato la barriera che separava il mondo dei Babbani da quello dei Maghi, fu travolta da una serie di rumori molto forti: il treno stava fischiando proprio in quel momento, da vari gruppi di ragazzi si sollevavano schiamazzi, grida e risate, gufi e gatti, tutti nelle loro gabbiette, emettevano versi sommessi, un misto di rabbia e spavento per la gran confusione che li circondava.
La prima persona conosciuta che riuscì a intravedere fu Susan Pevensie, che si stava accingendo a salire sul treno. Dei suoi fratelli non c’era traccia, quindi dovevano essere già dentro.
“Speriamo che Ed ci tenga il posto” pensò guardandosi intorno alla ricerca di qualcun altro di conosciuto.
Proprio mentre si dirigeva a fatica verso il treno, venne urtata da un Grifondoro del secondo anno, piuttosto goffo, che senza neanche guardarla in faccia le chiese scusa e si defilò. C’era moltissima gente e Mag faceva fatica a muoversi con il carrello. Ser Jaime, il suo gatto, continuava a miagolare spaventato e a ringhiare dentro la gabbietta. Dopo aver camminato per una decina di metri, finalmente vide un gufo famigliare allargare le ali all’interno una gabbia che si trovava in cima a un carrello tenuto in mano da una ragazza dai lunghi capelli scuri. Frannie, la sua amica e compagna di stanza, si stava facendo largo fra la folla per correre da lei. Le due erano riuscite a vedersi durante l’estate, dato che Mag l’aveva ospitata a casa sua per una settimana, ma comunque non si vedevano da più di un mese. Dopo essersi salutate e abbracciate si diressero verso la famiglia di Frannie per fare gli ultimi saluti prima di salire sul treno.
“Margaret!” la salutò cordialmente il padre dell’amica tendendole la mano.
“Buongiorno!” sorrise la ragazza, che si volse verso la madre dell'amica per salutare anche lei; ma prima che potesse fare le domande di rito ai Firwood, lo udì.
“Ciao Frannie!” disse una voce alle loro spalle.
Sentendola, Mag lottò contro sé stessa per non fare una smorfia: Draco Malfoy passò insieme al padre davanti al gruppetto e salutò calorosamente tutti, specialmente i genitori Purosangue di Frannie, mentre a Mag riservò un semplice “Rosander” da etichetta. Lucius Malfoy strinse la mano ai coniugi Firwood ma nessuno di loro andò oltre i convenevoli. La madre di Frannie, Jane, chiese a Lucius di salutarle Narcissa, ma non sembrava molto interessata.
“Non le sta molto simpatica, a dire il vero” confidò Frannie a Margaret mentre si avviavano da sole verso il treno, dopo aver posato i bagagli ed essere rimaste sole con i loro animali da compagnia. Per evitare la calca dell’ultimo momento avevano deciso di salire il prima possibile, una mossa piuttosto astuta che ormai ripetevano da qualche anno.
“Credo di aver visto i Pevensie prima, o forse era solo Susan” disse Margaret mentre si facevano strada superando un gruppetto di streghe del secondo anno che avevano deciso di mettersi in mezzo al corridoio, incuranti della gente che doveva passare.
“Ed ci avrà tenuto il posto” disse Frannie speranzosa.
Fortunatamente il loro amico le aveva aspettate per davvero e aveva tenuto loro l’intero scomparto, occupato per il momento solo dalla sorellina Lucy, che era lì per fargli compagnia in attesa delle amiche.
“Ma guarda chi si vede!” esclamò Frannie entrando nello scomparto.
Edmund riconobbe subito la voce e sollevò il viso con un sorriso felice.
“Eccovi!” disse alzandosi in piedi.
I tre compagni di Casa si abbracciarono a lungo. Avevano sentito molto la mancanza reciproca. Poco dopo entrò l’altra compagna di dormitorio di Mag e Frannie, Jasmine, seguita da Aladdin, il suo amico-quasi-fidanzato che abitava come lei in Arabia ma era Grifondoro. Aladdin era lì per una borsa di studio, Jasmine perché essendo la figlia del sultano poteva aspirare a qualsiasi scuola della magia desiderasse.
Un minuto prima che il treno partisse arrivò anche Laetitia, in ritardo come al solito, ma anche tranquilla come al solito. Credeva sempre nella bontà della sorte, e in effetti in cinque anni non aveva mai perso l’Espresso del primo settembre. Insieme a lei era arrivato un manipolo di teste rosse che si stava dirigendo correndo verso il treno, destando l’attenzione di probabilmente tutto il vagone. Non tanto per il ritardo solito col quale i Weasley arrivavano a King’s Cross, ma perché in mezzo a loro c’era Harry Potter. Gli altri maghi non si sarebbero mai abituati alla sua presenza, nemmeno dopo tre anni dal suo ritorno nel mondo magico.
“Quest’anno Potter girerà con la scorta, me lo sento” disse Edmund lasciandosi cadere sul sedile.
“Ah, ho letto” rispose Laetitia sistemandosi gli occhiali dopo aver abbracciato Jasmine.
“…Ma Black non cercherà di entrare a Hogwarts, sarebbe davvero stupido da parte sua” intervenne Frannie “Silente avrà sicuramente pensato a qualcosa per fermarlo”
“In ogni caso, mi dispiace per lui, scommetto che alcuni membri della nostra Casa non perderanno l’occasione per prendersi gioco di lui” sospirò Margaret.
“Mag, Draco è un idiota, lascia perdere” rispose Jasmine facendo cadere i lunghi capelli corvini in avanti mentre sistemava le stringhe della scarpa.
Frannie sbuffò ma non disse nulla.
“…Speriamo almeno che l’insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure sia capace di insegnarci qualche incantesimo, oltre alla sua biografia fasulla” concluse Aladdin, che fino a quel momento non aveva parlato. Era troppo occupato ad ammirare la chioma nera di Jasmine.
Cambiarono discorso piuttosto velocemente. Avevano davanti tutto l’anno per parlare del nuovo insegnante di Difesa. Ora dovevano rimediare ai due mesi e mezzo passati senza vedersi. Uno ad uno si raccontarono le loro estati.
Jasmine era tornata in Arabia per stare dai nonni e dal padre, dove per poco non la promettevano in sposa ad un certo Jafar, uno stregone di dubbia moralità, per giunta più vecchio di lei. Alla fine era tornata in Inghilterra con suo padre arrabbiatissima, ripetendogli che lei aveva ben in mente cosa avrebbe fatto della sua vita e soprattutto chi avrebbe sposato. Lo sapevano tutti tranne Aladdin, forse perché era lui il diretto interessato. Frannie e George Weasley avevano scommesso che entro Natale i due si sarebbero messi insieme, mentre Mag e Fred sostenevano che sarebbe successo al massimo per Halloween: si desideravano troppo.
Laetitia invece, da Mezzosangue, aveva trascorso la sua estate un po’ nel mondo Babbano a far volontariato tra i ragazzi e un po’ nel mondo magico insieme alle sue sorelle.
Edmund era stato a casa di uno zio a detta sua un po’ pazzo, il quale aveva raccontato a lui e ai suoi fratelli le sue strane avventure nella magica terra di Narnia. Era anche stato al mare, infatti era un po’ meno pallido del solito.
Poi fu il turno di Frannie, che aveva trascorso una parte di estate nella villa di famiglia in Sardegna e un po’ a casa di Margaret, che le aveva fatto conoscere da vicino il mondo Babbano. Quest’ultima era stata al mare e aveva visitato qualche città italiana alla ricerca di tracce di magia, trovandone alcune molto interessanti a Roma. Non vedeva l’ora di descriverle nei temi di Storia della Magia, ma questo non lo disse ai suoi amici, dato che l’avrebbero sicuramente presa in giro per questo suo lato da secchiona. Lei era una degli unici due studenti del loro anno che non avevano problemi nel rimanere ad ascoltare quasi sempre le lezioni del noiosissimo professor Rüf. L’altro eroe era Tony McMartian, un ragazzo di Tassorosso per cui Frannie aveva una cotta da anni.
Passarono quasi tre ore. Dopo pranzo, proprio mentre Mag iniziava ad assopirsi contro il finestrino e Laetitia tirava fuori un libro dalla borsa, fecero irruzione nello scomparto i gemelli Weasley. I due avevano iniziato il loro giro di scherzi fra i compagni di corso e altri poveri sventurati. Solitamente si tenevano alla larga dai Serpeverde, ma con quasi tutti i loro compagni di classe avevano un bel rapporto, soprattutto con Frannie, Mag e Edmund, tanto che dopo aver lanciato nello scomparto una manciata di Ciccorane saltellanti, si fermarono per salutarsi come si deve e per raccontare del loro viaggio in Egitto.
“…Abbiamo visto i bambini egiziani giocare a Quidditch sui tappeti volanti!” raccontò George.
“…Uno spettacolo orribile…” aggiunse il gemello.
“Decisamente orribile” concluse il primo; si trovavano tutti d’accordo tranne Jasmine, che garantì agli altri che almeno sarebbe stato più sicuro nel caso in cui fossero caduti, dal momento che i migliori Tappeti Volanti corrono in salvo del conducente in caso di caduta.
Dopo una mezzoretta i gemelli se ne andarono dicendo di avere delle Cioccorane false da rifilare ad alcuni Tassorosso del secondo anno.
“Sapete che in qualità di Prefetto dovrei fermarvi, vero?” intervenne Frannie incrociando le braccia con fare imperioso.
“Non fare la guastafeste, Firwood, altrimenti poi non ti godrai la festa alla Testa di Porco di sabato!” rispose George facendo l’occhiolino a tutti e defilandosi.
“Iniziamo bene, allora” disse Mag con un tono tutt’altro che seccato.
“Se la mettono così…” disse Frannie mettendosi comoda e accavallando le gambe con noncuranza.
Durante l’estate, proprio quando Frannie si trovava da Margaret, erano arrivati i gufi con il solito elenco dei libri da acquistare per il nuovo anno scolastico, e insieme all’elenco della ragazza era arrivato l’avviso che era stata nominata Prefetto. Erano state entrambe molto contente e avevano passato i giorni successivi a immaginare come si sarebbero servite di questa nuova importante carica, e soprattutto delle feste private nel bagno dei prefetti che avrebbero dato almeno una volta al mese. Qualche giorno dopo avevano scoperto tramite posta che Edmund era l’altro Prefetto Serpeverde. Sarebbe stato un anno magnifico.
Verso metà pomeriggio i nuovi Prefetti avrebbero dovuto recarsi nella carrozza principale per ricevere le prime istruzioni dai Caposcuola, così il gruppo decise di ingannare il tempo giocando a Scacchi e a gobbiglie. Erano ormai passate le quattro quando il treno frenò improvvisamente e così bruscamente che Laetitia quasi si ritrovò addosso a Edmund, davanti a lei.
“Ma che…?” gridò Frannie, che invece era rimasta schiacciata contro il sedile.
“Perché si ferma?!” esclamò Edmund alzandosi in piedi non appena l’Espresso fu fermo. Proprio mentre questi si alzava, tutte le luci si spensero, spaventando Margaret, che non riuscì a trattenere uno squittio.
“Lumos!” la bacchetta di Jasmine si illuminò leggermente ma ben presto si spense.
“Scusate, ci riprovo” disse mentre anche gli altri tiravano fuori le loro bacchette. Un gelo innaturale si diffuse nell’ambiente, come se d’un tratto il sistema di riscaldamento avesse deciso di buttare fuori aria gelida al posto di quella calda. Ma non era solo il gelo. All’improvviso si dimenticarono tutti di tentare di far luce perché pensieri di ben altra natura si erano insinuati nella loro mente.
È difficile spiegare una sensazione del genere. È come quando ci si trova in montagna e si esce senza ombrello perché in alto c’è il sole e il cielo è limpido, ma poi nel pomeriggio arriva un vento così forte che porta le nuvole, e neanche un’ora dopo sta grandinando e ci si ritrova in mezzo a una pineta scossa da un temporale, e si inizia a contemplare l’idea che la propria ora sia ormai vicina. Quello che successe sull’Espresso per Hogwarts fu simile, ma molto più rapido. E anche peggiore.
Completamente al buio, gli unici che continuarono a tentare di portare un po’ di luce furono Margaret, Laetitia e Aladdin, ma poi anche loro a un certo punto smisero di provare e fissarono il buio con sguardo vitreo come gli altri.
Un sottile strato di ghiaccio si formò sui vetri e un rumore inquietante arrivò dal corridoio. Sembrava un respiro, un respiro rauco. Una figura alta e nera stava avanzando lentamente lungo la carrozza. Quando la videro, capirono all’istante di cosa si trattava e in un ultimo sprazzo di lucidità si alzarono in piedi e si schiacciarono contro il finestrino esterno; Edmund si coprì la testa con le mani, sperando di evitare che il freddo non si insinuasse anche dentro di lui, lasciando la strada a pensieri terribili. Lui odiava il freddo. Aladdin invece abbracciò Jasmine, cercando di proteggerla. Frannie cercò disperatamente di evocare un Patronus, ma sapendo solo la teoria e non la pratica, dalla sua bacchetta non uscì nemmeno una fievole luce bianca. Non era preparata per un attacco del genere, nessuno di loro lo era.
Quando il Dissennatore fu davanti al loro scomparto esitò per alcuni istanti che si dilatarono all’infinito. Nessuno poté evitare che la personale disperazione si facesse strada nella propria mente. Non si accorsero nemmeno che era passato oltre: la scia di infelicità che portava con sé quella creatura aveva avvinghiato i loro cuori e non li lasciava andare. Uscirono dallo stato di catatonia solo quando videro che da sinistra, cioè da dove era arrivata quella creatura, si stava facendo largo una luce bianca e argentata, un raggio di sole in quel vortice di buio e di gelo. La luce divenne più intensa e intravidero la forma di un animale simile a un leone, anzi, era proprio un leone, seguito da un passero che gli volava accanto. Il leone caricò contro il Dissennatore che uscì dal treno. Iniziarono a riprendersi, poco dopo in tutto lo scomparto tornò la luce e il calore. Sembrava quasi che non se ne fossero mai andati, ma per uno strano motivo, era impossibile percepirli in presenza del Dissennatore.
Dopo alcuni istanti di silenzio, Aladdin fu il primo a parlare.
“Era…Era…”
“Sì” rispose Margaret, che aveva il volto rigato dalle lacrime.
“Ma cosa ci faceva un Dissennatore qui? È grave, praticamente siamo tutti disarmati!” disse Laetitia con la voce incrinata.
“Per Sirius Black, ovvio. Vorranno controllare che non sia sulle costole di Potter. Ma è davvero assurdo mandarne uno qui sopra!” esclamò Frannie con rabbia.
Quei pochi istanti di gelo avevano riportato alla mente di tutti dei ricordi terribili.
Edmund rimase in silenzio, assorto nei suoi pensieri. Tutti lo guardarono, Frannie fece per dirgli qualcosa quando la porta si aprì e fece capolino Peter Pevensie, il fratello maggiore di Edmund, seguito da un ragazzo Corvonero. I Patronus dovevano appartenere a loro. Peter sfoggiava la sua nuova spilla da caposcuola e si era già messo la divisa.
“State bene, ragazzi? Ed?” chiese velocemente. Con ogni probabilità stava facendo un giro rapido della carrozza.
“Sì, noi…” rispose Frannie provando a spiegare meglio la situazione, ma fu interrotta bruscamente dal Caposcuola che li guardò uno ad uno per assicurarsi che stessero davvero bene, e poi si dileguò scusandosi per la fretta.
Certo, stavano bene ed erano vivi, ma erano tutti pallidissimi. Davvero scossi. Rimasero ancora in silenzio, quando l’attenzione di tutti fu attratta dal rumore di carta che veniva stracciata.
“Fortunatamente ho sempre con me delle Cioccorane!” disse Laetitia a bassa voce “Ho letto che il cioccolato fa bene in queste occasioni. Tenete, ce ne sono due a testa.”
Solo sentendo il profumo del cioccolato iniziarono a sentirsi un po’ meglio, però mangiarono in silenzio.
Videro un uomo correre verso la locomotiva e tornare poco dopo, proprio mentre il treno stava ripartendo; si chiesero chi fosse, dato che era decisamente troppo grande per essere uno studente. Edmund continuava a tacere, tanto che a un certo punto Frannie dovette dargli una gomitata per dirgli che era il momento di andare con gli altri prefetti nella carrozza principale. Si salutarono e si diedero appuntamento alla Sala Grande per il banchetto di inizio anno.
I ragazzi che erano rimasti non parlarono molto per il tutto resto del viaggio. Laetitia prese un libro e fece finta di leggere, anche se evidentemente non era molto dell’umore. Lo stesso fece Margaret, che si sentiva ancora piuttosto sconvolta e svuotata dall’accaduto. Jasmine e Aladdin iniziarono a parlottare fra loro verso la fine del viaggio.
Poco prima che arrivassero udirono un gran trambusto, seguito a parecchie risate. Videro un volto famigliare che si avvicinava alla porta di vetro e la apriva. Draco Malfoy fece il suo ingresso e scrutò i presenti soffermandosi su Aladdin e Laetitia, che probabilmente reputava fuori posto, troppo vicini a lui. Poi si rivolse a Jasmine e a Margaret e le informò sogghignando che Harry Potter si era sentito male. Era piuttosto pallido, più del solito, ma non la smetteva di ridere.
“E perché dovrebbe interessarci?” chiese Jasmine lanciando uno sguardo eloquente a Margaret.
“Perché è l’unico che è svenuto, in tutto il treno! Ho sentito quell’idiota di Paciock che lo diceva ai suoi amichetti!” rispose ridendo, convinto che la cosa potesse apparire divertente.
“Lascialo stare, tutti siamo scossi, qui” disse fra i denti Margaret, che non aveva molta simpatia per quel ragazzo, soprattutto quando si prendeva gioco delle sofferenze delle persone, di Potter in particolare.
“Va bene, va bene. Ci vediamo.” disse indispettito chiudendosi la porta alle spalle.
“Povero ragazzo, se è vero quel che dicono per lui deve essere molto duro l’impatto con dei Dissennatori…” disse Laetitia cercando di virare la discussione da “Non sopporto Malfoy” a “Povero Potter” per non infiammare prematuramente gli animi.
Parlarono per quel che restava del viaggio di Harry Potter e di quel che sapevano su Sirius Black e si prepararono per l’arrivo, indossando finalmente le divise.
Quando scesero dal treno furono accolti da una pioggia gelata davvero fastidiosa, soprattutto dopo quel viaggio movimentato.
I Prefetti si facevano largo fra i ragazzi e cercavano gli studenti del primo anno per mandarli da Hagrid, poi supervisionarono la partenza sulle carrozze per gli altri studenti.
Quando finalmente entrarono nella Sala Grande erano tutti fradici, ma rimediarono subito con una magia che avevano imparato l’anno prima.
Mag e Jas si sedettero al tavolo destinato alla casa Serpeverde con Frannie ed Edmund e attesero il discorso di Silente.
“Malfoy è…” iniziò Mag prima che il preside si alzasse in piedi per il discorso di apertura.
“…Un idiota. Lo so. Harry Potter è svenuto e non ha perso l’occasione per prenderlo in giro… non farne un dramma, sai come è fatto.” tagliò corto Frannie “Comunque, Silente è furioso per quello che è successo sul treno, l’ho sentito parlare con Piton, era arrabbiatissimo”
Guardarono il preside da lontano e lo videro parlottare con la professoressa McGranitt, poi si alzò e iniziò il suo discorso, tutti si zittirono.
Il banchetto fu un toccasana per gli studenti. Prima che arrivassero i dolci avevano quasi dimenticato l’accaduto, quando i primi pasticcini alla crema e al cioccolato fecero capolino sul tavolo la disperazione era ormai lontana e anche Edmund cominciò a partecipare alla conversazione.
“Avete notato che Edmund era un po’ strano? Insomma, non ha quasi detto una parola per tutto il tempo!” disse Mag mentre si dirigevano verso i dormitori. Jasmine era rimasta indietro per salutare alcune amiche Tassorosso.
“Sì, è vero, ma non ha voluto parlare con me. Gli passerà, magari domani gli chiediamo se sta meglio” rispose Frannie; proprio in quel momento lo videro parlottare con la sorella minore, Lucy, e con la coda dell’occhio la videro abbracciarlo. Probabilmente il Dissennatore gli aveva fatto rivivere qualcosa di molto brutto.
I sotterranei non erano eccessivamente lontani dalla Sala Grande. Frannie ed Edmund aprirono la fila per portare i nuovi Serpeverde verso i dormitori e per dir loro la nuova parola d’ordine – Horned Serpent – mentre Mag e Jasmine rimasero indietro per stare con i compagni di classe e per salutarli come si deve. Ben presto si ritrovarono nella cara, vecchia, magnifica Sala Comune, adornata con tende di broccato verde e argento e inondata dalla luce verde dell’acqua del Lago Nero.
Erano tutti piuttosto stanchi, perciò si salutarono e andarono subito nei rispettivi dormitori, dove trovarono i bagagli già sistemati, i letti caldi e una tisana fumante pronta per essere bevuta in compagnia.
“…Ho salutato Tony, prima” Frannie si buttò sul letto dopo essersi messa il pigiama “è ancora più bello dell’anno scorso”
“Io non ho ancora visto Philip, spero di vederlo a colazione, domani” sospirò Mag sedendosi e stringendo fra le mani la tazza fumante.
“Aladdin mi ha tenuto la mano per tutto il resto del viaggio, ormai è mio” trillò Jasmine buttandosi sul letto di Frannie senza alcuna voglia di dormire.
Rimasero a parlare fino a notte fonda, poi, quando si accorsero che Margaret si era addormentata, anche le altre due decisero di mettersi a dormire. Quell’anno si prospettava molto interessante, ma non avevano ancora idea di quanto.Note autrice
Ciao ragazzi, spero che questa introduzione vi sia piaciuta! Avete conosciuto i personaggi e spero che imparerete a ricordarli presto, almeno i più importanti. Nel prossimo capitolo inizierà il vero e proprio libro, e vedrete il primo giorno di scuola dei nostri ragazzi. Per la festa di sabato dovrete aspettare quello dopo, ma non temete, l'attesa ne varrà la pena. Ne vedrete delle belle!
STAI LEGGENDO
This is us // Youth
Fanfiction[CONCLUSA] Primo capitolo della saga "Until the Very End" Mentre Harry Potter vive il suo terzo anno a Hogwarts, tre ragazzi Serpeverde del quinto anno si troveranno ad affrontare misteri inaspettati. Tra feste clandestine al bagno dei prefetti, amo...