Decimo capitolo.

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Decimo capitolo.

“Vado io.” Sorride, dandomi una leggera strizzata al ginocchio. Seguo con lo sguardo i suoi movimenti, allungando il collo all’indietro per vedere chi è che è venuto fin qui a quest’ora. Sento solo un nome e mi si gela il sangue nelle vene.

“Amber.”

Spalanco la bocca, inspirando dal naso alla ricerca di quanto più ossigeno possibile. Amber? Quella Amber? Oddio, che cosa è venuta a fare? L’idea che si possa trattare della sua ragazza si insinua fastidiosa tra i miei pensieri, lasciandomi senza parole. Se così fosse, me ne avrebbe parlato, o no? Sono così confusa. Deglutisco silenziosamente, diventando bianca come un cencio a quella nuova prospettiva. Siamo amici, eppure un inspiegabile moto di gelosia mi travolge come una furia. Digrigno i denti, costringendomi a distogliere lo sguardo dal patetico teatrino che sta avendo luogo davanti alla porta di casa. E che cavolo, prendetevi una stanza. La mia dea interiore annuisce, convenendo con me. Una risata catartica e roca mi fa trasalire, poi silenzio. Sbircio con la coda dell’occhio e vorrei non averlo fatto, accidenti a me. Le braccia di Amber sono avvinghiate al suo collo, mentre Camice Blu si sporge per posarle un delicato bacio sulle labbra. Cosa?? Sento le gambe improvvisamente molli e so, che se mai dovessi alzarmi, sverrei seduta stante senza troppi complimenti. Fino a un attimo fa diffondevo rancore e odio, mentre ora.. cosa? Non saprei proprio dirlo. Sono io l’intrusa, la guardona, quella di troppo. Mi mordo il labbro inferiore, incapace di guardare altrove; è come fissare un insetto che ti fa schifo, ma non puoi farne a meno. Una fitta lancinante mi fa piegare il busto in avanti. Sento lo stomaco stringersi ed è come se qualcuno avesse legato con uno spago tutte le mie vie respiratorie: mi manca il fiato. Cerco di concentrarmi sul turbinio di sensazioni devastanti, ma non ci riesco. Apro la bocca per parlare, ma non esce alcun suono. La richiudo e la riapro almeno per altre quattro volte, ma niente. Camice Blu non si muove di un passo. Restano inchiodati l’uno all’altra per un tempo che sembra infinito, lasciandomi agonizzante sul divano. Il dolore non è fisico, ma mentale. Mi rannicchio su me stessa, appoggiando il viso sul bracciolo di pelle. Inspira ed espira. Inspira ed espira. Sono sopravvissuta a un incidente d’auto, posso sopravvivere anche a questo. Chiudo gli occhi, ma aguzzo l’udito. Sento la porta chiudersi alle loro spalle e Amber ridacchiare per l’ennesima volta. Questo è davvero troppo, ma so che il peggio deve ancora arrivare.

“Tu vai su, io ti raggiungo tra un minuto.” La voce di Camice Blu risuona chiara e distinta sopra al rumore dei tacchi sul parquet. Il mio cuore manca un battito, pronto a ricevere il colpo di grazia. Il profumo nauseante di Amber si mischia al gusto amaro della verità. Sto reagendo in modo eccessivo, ma proprio non posso farne a meno. La mia vocina interiore sembra essersi iscritta al corso di “cause perse”, perché è di questo che si tratta. Io sono una causa persa. Sospiro, rendendomi conto solo ora di aver trattenuto il fiato per tuto questo tempo. Cavolo, potrei vincere il guinness world record, ironizzo tra me e me. Una mano dalle lunghe dita affusolate si posa sulla mia fronte, scorrendo senza fretta sui miei capelli. Accidenti, non può fare così. Non deve fare così. Mugolo mio malgrado, consapevole di dover fare i conti con il mio subconscio una volta andata a dormire.

“Ti dispiace se..” Sussurra, la voce terribilmente bassa. Alzo una mano, interrompendo il flusso delle sue parole. Non voglio nemmeno sentirlo. “No.” Rispondo, acida. Mi scosto dal suo tocco, sedendomi a gambe crociate, lo sguardo vitreo e le braccia lasciate ricadere lungo le cosce. Camice Blu sospira, annuendo impercettibilmente.

“D’accordo.” Sentenzia, lanciandomi un’occhiata sfuggevole. Rimango impassibile sotto al suo sguardo, nonostante il mio corpo reagisca a lui da bravo apprendista stregone quale è. Zayn scuote il viso, come a schiarirsi le idee, e fa dietro front. Sento solo il rumore dei suoi passi rimbombare sulle scale.

Ad un passo da te. (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora