Capitolo 2º

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Era la loro prima vigilia di Natale quando Laila venne ricoverata in ospedale per overdose e il circo che l'andò a recuperare trovò la carrozzina accanto alla sua stanza con i gemelli semicongelati dentro.
Come fosse realmente andata non lo seppe mai nessuno.

Fatto sta che Laila era andata in un bar in cerca di qualcuno con il quale passare il Natale e aveva trovato quest'uomo che sembrava interessato all'idea.. si fa per intendersi.

Laila finì a casa di quest'uomo, con la carrozzina dei gemelli che stette tutta la notte nel freddo ingresso perché "mamma aveva da fare di meglio" che spostare la carrozzina altrove.

Se era questo il peggiore Natale della sua vita non ci è dato saperlo ma di certo noi possiamo immaginare che fu l'inizio di una lunghissima serie di Natali assurdi per i gemelli che per la maggior parte non ricevettero regali ne affetto ne altro da parte della madre.

Ma adesso passiamo al quarto Natale dei gemelli.

Fuori c'era la neve e la roulotte era fredda più che mai nonostante tutto il calore che i poveri e piccoli termosifoni e stufe provavano inutilmente a generare e Jerome voleva pattinare poiché il lago accanto al quale il circo si era posizionato era ghiacciato e le lastre erano spesse a sufficienza, allora prese i pattini del fratello e si diresse al lago indipendente più che mai nonostante fosse così piccolo.

Jerome aveva iniziato a essere indipendente più o meno da quell'anno da quando aveva capito che alla madre non importava più di tanto, infatti neanche andava a scuola e quello che voleva imparare lo imparava guardando, leggendo (cosa che fu difficile per lui anche se lo zio Zach -cosa assurda fatta da lui- gli aveva lasciato un foglio con l'alfabeto e come andava pronunciato) o ascoltando radio e televisione, quando poteva.

Non aveva amici tranne Sheeba, il serpente della madre che usava nelle esibizioni di danza del circo, la curava, le dava da mangiare e si davano calore alla sera quando faceva più freddo.

Il suo rapporto con Sheeba non gli era facile da spiegare nonostante suo fratello Jeremiah e la madre provassero più volte a chiederglielo.

Semplicemente c'era.

Sarà stato Jerome che la trovava stranamente affascinante nella sua crudele naturalità di divorare i suoi piccoli conigli del pranzo o il modo in cui alzava la testa appena lo vedeva o il modo in cui Jerome andasse nella sua gabbia a giocare e poi si addormentasse con lei accanto, fatto sta che i due avevano un bel legame.

Jerome aveva iniziato a dimostrarsi forte, per cui certo non avrebbe avuto paura di andare a pattinare senza dirlo alla madre.

Si avventurò frettolosamente al lago anche un po' infreddolito, si ficcò i pattini uno per uno e si graffiò anche la mano per farlo, stabilì un equilibrio e si gettò sul ghiaccio dove ben presto acquistò maggiore sicurezza nei movimenti.

Cosa faceva? Niente di strano. Niente piruette o tripli axel, semplicemente stava lì e respirava mentre avanzava sul ghiaccio.
Guardava il sole sorgere.

Era ancora l'alba quando era uscito, Jeremiah dormiva e anche Laila, lui no. Non riusciva per il freddo. Veniva continuamente soffocato dai pensieri e allora decise di andare da qualche parte dove fosse normale che facesse freddo, dove poter pensare senza interruzioni o dover subire angherie dalla madre.

Stava li sul ghiaccio nella tranquillità stringendosi il piumino addosso e abbassandosi nella sciarpa.

Era così bello lì.

Il circo era andato in Canada per uno show esclusivo che si era rivelato essere solo uno stress maggiore per i due gemelli che ne passarono di tutti i colori per la madre, e lui si era affezionato alla vista che c'era tra gli alberi vicino al lago.

Erano già stati lì in estate per una serie di gare che avrebbero dovuto singolarmente affrontare i membri della famiglia contro altri circhi, e Jerome passava su quella riva la maggior parte del suo tempo a meditare sull'arrivo dell'inverno e su quale vista ci fosse di quel panorama direttamente dal lago ghiacciato, e così appena ne ebbe possibilità ci andò senza dir nulla a nessuno.

Jerome prese una storta e cadde sul ghiaccio che si crepò inevitabilmente ma non ci fece troppo caso mentre si rialzava, per cui continuò a pattinare.
Ma nel momento in cui ripassò in quel punto il ghiaccio si spaccò e lui cadde.

Non si sa quanto tempo rimase lì sotto, circa tre ore forse, poi riprese i sensi.
Era completamente congelato e non riusciva a muoversi ma non aveva paura.
Per sua fortuna avendo perso i sensi non era annegato ma non riusciva a tornare in superficie.
Si fece forza con le braccia e con una spinta più calma e controllata riuscì a risalire.

Una volta fuori si trascinò verso la riva poiché aveva i pattini e non poteva camminare ne tantomeno pattinare visto che le gambe gli tremavano in una maniera inimmaginabile.
Una volta arrivato si sedette e riprese a respirare.

Era un miracolo.

Un paio d'ore dopo quando si era ormai calmato si tolse i pattini per rimettersi le sue scarpe e tornò alla roulotte dove si rese conto che nessuno lo aveva cercato e a nessuno importava dove fosse andato.
Si ficcò sotto la doccia per scaldarsi per quanto poteva poi si cambiò mettendo un maglione molto più caldo e una giacca del fratello e poi andò da Sheeba per vedere un volto amico.

Quell'esperienza gli aveva insegnato molto su di lui e sulla sua famiglia e fu solo una goccia di quelle che servì a farlo uscire pazzo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 09, 2019 ⏰

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