Prologo

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IN OSPEDALE

Bip bip bip

Sono mesi che sento questo suono uscire dal macchinario vicino a me.

Ho avuto un incidente, se così possiamo chiamarlo.

Sentivo tanto dolore, e il cuore mi faceva così male, che non ho visto quel camion venirmi addosso; che poi, se dobbiamo essere onesti, gli sono andata incontro io.

Non volevo suicidarmi, sia chiaro.

Non sono scappata sulla mia moto per farla finita, ma quando ho visto quel mezzo che mi suonava all'impazzata per farmi cambiare rotta, ho pensato, solo per un millesimo di secondo, che così non avrei più sentito niente.

Un millesimo di secondo.

È bastato così poco a farmi finire in questo stato, su un letto d'ospedale.

Uno stupido millesimo di secondo e la mia vita è cambiata completamente.

La mia famiglia improvvisamente mi ama.

I miei migliori amici vengono a trovarmi tutti i giorni raccontandomi quello che succede lontano da questo posto.

E mia sorella... beh, lei piange.

Piange sempre.

So che mi parla anche lei, avverto la sua voce ma, ad essere onesti, non voglio ascoltarla, né lei né nessun altro.

Vorrei potermi svegliare solo per dire a tutti di fare silenzio e di lasciarmi andare.

Non voglio più sentire le voci di nessuno.

Bugiarda.

La mia mente fa a pugni con i pensieri.

Vorresti vedere lei.

Sentire lei.

Essere toccata da lei.

Stare tra le sue braccia.

Ma lei non verrà.

Abbiamo vissuto un sogno insieme, e immaginavo che prima o poi sarebbe dovuto finire.

Era tutto troppo bello per essere vero.

Lei non era prevista nella mia vita.

In realtà non era prevista proprio nessuna lei.

Mai.

Avrebbe dovuto esserci un lui, magari il mio migliore amico, se solo gli avessi dato una possibilità.

E invece lei è entrata nella mia vita come un uragano, stravolgendola completamente.

Tutto ciò che pensavo di sapere con certezza, è diventato incertezza.

Il mio cuore diventava sempre più suo con ogni attimo che passava.

Lei accettava tutto di me, anche la cosa più stupida.

I miei genitori mi hanno sempre fatta sentire come se fossi un essere difettoso da aggiustare, un errore, ma per lei ero speciale.

Unica.

Per lei, io valevo la pena.

Le ho sentite queste cose.

Ho percepito i suoi sentimenti sinceri nei miei confronti.

Ho avvertito sulla pelle il suo amore per me.

Il mio cuore riconosceva solo lei.

La sua gelosia era palpabile.

Eppure...

Quando è arrivato il fatidico momento di dimostrarmi che ne valevo davvero la pena, lei si è tirata indietro.

Se n'è andata, lasciandomi sola con il mio dolore.

Con quel dolore che la sua perdita aveva provocato in me.

La cosa brutta dell'essere in coma?

Beh, semplice!

Non ho altro da fare se non rivivere costantemente gli ultimi mesi dellamia vita fino al giorno in cui sono finita qui.


Questa, in realtà non è una nuova storia. L'avevo pubblicata qui per la prima volta un anno fa, circa, prima di eliminarla perché c'erano delle cose che non mi piacevano.

Aveva anche un'altra copertina e un'altro titolo, che non mi piacevano nemmeno, e che ho quindi modificato.

È la prima storia che ho scritto, in un periodo della mia vita non molto felice, certo non che ora io faccia i salti di gioia, però credo di stare leggermente meglio.

Dopo quasi due anni sono riuscita a mettere un cerotto sul mio cuore spezzato.

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