capitolo 6

8 2 0
                                    


Andai a casa feci la doccia e mi preparai misi un paio di jeans e una maglietta completamente nera non mi truccai neanche, la mia voglia di uscire era pari a zero.

Puntuale anzi in anticipo arrivò Eliot non lo feci neanche entrare e andai verso la sua auto, salii e mise in moto –com'è andata al lavoro? –bene, ma tu sei in ferie o cosa? –ho preso un paio di giorni, che hai fatto oggi? –te l'ho detto Eliot a lavoro e poi ho pranzato da Bob e Molly sono rientrata poco fa mi sono dilungata con Molly è così carina.

Andammo nella solita pizzeria ma questa volta invece di cenare lì, prendemmo le pizze per andare a mangiarle al parco, non ci trovai nulla di strano e accettai anche se sentivo che c'era qualcosa che non andava.

Mi sedetti sulla panchina e iniziai a mangiare la mia pizza era davvero buona, non parlammo molto e io mi sentivo a disagio come se fossi con una persona completamente diversa, finimmo di mangiare e lui si allungo verso me per baciarmi ma non ne avevo voglia e mi girai dall'altra parte, se voleva baciarmi doveva prima darmi delle spiegazioni su tutto.

Non so se fu questo o altro ma cambio in un secondo e mi strattonò per il braccio urlandomi –ti ho visto oggi che Bob ti abbracciava apposta non vuoi baciarmi te la fai con lui, per questo non vuoi lasciare quella merda di lavoro –Eliot mi fai male lasciami, cosa diavolo dici mi stava solo abbracciando come un padre sai che mi conosce da una vita ero triste e mi ha consolata.

-e poi pranzi da lui come se stesse insieme –smettila di dire cavolate –sei tu che mi fai diventare così, dovresti solo fare quello che ti dico e io non farei questo. Alzo la mano per picchiarmi e mi liberò il braccio da cui mi teneva, urlai fortissimo e indietreggiai evitando di essere colpita, lo guardai con disprezzo e mi misi a correre verso il bar di fronte al parco, entrai e mi rifugiai li tremando la cassiera mi si avvicino immediatamente, ancora sotto shock farfugliai qualcosa, lei notò i segno rossi sul braccio e insisteva per chiamare la polizia ma non volevo.

Poi mi ricordai che Dimitri il cognato di Eliot era poliziotto e lo chiamai, arrivò quasi subito, la cassiera gli disse che sicuramente avevo subito un aggressione ma non volevo parlare, lui mi aiutò a salire sulla sua auto e come entrai scoppiai in lacrime.

Mi calmai quando eravamo quasi a casa mia, -Dimitri scusa ma non sapevo chi chiamare –non preoccuparti hai fatto benissimo, dovresti allontanarti da Eliot –non so cosa fare davvero. Lo salutai ed entrai a casa, trovai i miei sul divano preoccupatissimi, Eliot li aveva chiamati dicendo che avevo dato di matto ed ero fuggita ed insinuando che io e Bob stessimo insieme.

Ovviamente i miei erano entrati in panico, così fui costretta a raccontare tutto e dopo varie urla di mia madre e pianti vari, mi proibirono categoricamente di vederlo ancora.

Mi misi sotto la doccia e continuai a piangere, andai a letto e chiamai Cora per raccontarle tutto mi disse di non mettermi in testa che era colpa mia, il matto era lui non io, avevo un paio di messaggi da parte di Isaac a cui non avevo risposto e gli scrissi che era stata una giornataccia e avevo solo voglia di dormire.

Mi chiamò subito dopo e parlando si accorse che c'era qualcosa che non andava, mi raccontò una cosa buffissima e mi fece ridere e poi disse –ecco adesso che ti sento sorridere posso lasciarti andare a dormire, non so cosa ti stia succedendo ma qualunque cosa sia non lo meriti fatina, meriti la felicità prima di tutto.

La mattina dopo mi alzai prima, misi jeans e un top nero iniziava a fare più caldo e non vedevo l'ora di andare al mare, era il mio luogo di pace a Eliot non piaceva e andavo sempre sola in una spiaggetta che avevo scoperto casualmente e lì mi sentivo in pace con me stessa.

Arrivata a lavoro Bob notò i segni sul braccio avevo tentato inutilmente di coprirli con il trucco, raccontai tutto, dopo un po' mi disse che a Provincetown si sarebbe tenuta la fiera del libro e ovviamente avremmo dovuto partecipare e quest'anno non potevo trovare scuse.

Già l'anno scorso Eliot mi ha fatto una guerra e non sono potuta andare e ho perso l'evento che mi piace tantissimo e la possibilità di avere doppio stipendio, ma quest'anno ci sarei andata ne avevo bisogno, Bob mi disse che serviva un'altra ragazza e lo chiesi subito a Cora che accettò.

Saremmo partite tra una settimana, a fine lavoro mi diressi a casa avevo un sacco di chiamate e messaggi di Eliot, non sapevo cosa fare, decisi di ignorarle e stare tranquilla almeno per quella sera.

Ma le cose non vanno mai come speri, ero seduta che cenavo e improvvisamente sentimmo battere insistentemente alla porta con era Eliot che urlava anche il mio nome, mezzo vicinato era uscito fuori io mi sentivo a disagio e iniziai a tremare di paura, i miei volevano chiamare la polizia ma non glielo permisi, e allora presi coraggio e uscii.

-smettila di urlare cosi Eliot ci stanno guardando tutti chiameranno la polizia

-MA TU NON MI RISPONDI NON MI DAI MODO DI SPIEGARE

-se smetti di urlare prometto che ti ascolto

Si calmo o almeno sembrava essersi calmato mi prese dal braccio per trascinarmi in macchina e io molto calma perché avevo paura di quello che poteva fare gli dissi di mollarmi il braccio –se ti mollo scapperai lo so. –Prometto che non scappo ma mollami mi fai male, e poi non voglio salire in auto mettiamoci nella panchina di fronte casa.

-Hai paura che ti faccia qualcosa? Sai che non lo farei mai.

-non è questo Eliot ma per favore se vuoi parlare sediamoci li.

Acconsentì e tra vari discorsi sentiti e risentiti mille volte mi chiese scusa per non avermi detto nulla, ma subito dopo mi accusò dicendo che lo sapeva che lunedì sarei partita che non gli avevo detto niente e poi mi proibì di andare –Mi dispiace ma io ci andrò, le tue sono solo paranoie messe in testa da non so chi, sai come sono fatta e non puoi impedirmi di lavorare.

Si alzò di scatto e mi urlo contro che ero una stronza e che me la facevo con Bob e insisteva urlando, mi prese di nuovo dal braccio e mi sollevò strattonandomi io ero immobile dalla paura, mio padre sentendo le urla uscii fuori e arrivò anche Dimitri chiamato da mia madre, che lo bloccò mentre lui stava per picchiarmi, io ero sotto shock non riuscivo a muovermi o a dire nulla.

Mi resi conto di piangere solo quando mia madre mi strinse tra le sue braccia, allora dissi rivolta a Eliot,

-non voglio più vederti, ne sentirti ho provato a capirti a starti accanto nonostante tutto ma hai provato a picchiarmi ben due volte, per cosa poi per tue fantasie, stammi lontano.

Lui non reagiva non diceva nulla e non capivo perché, Dimitri intervenne e mi disse che erano le medicine nuove che a casa aveva distrutto tutto e credeva fosse andato a dormire, poi la chiamata di mia madre e allora è corso qui, mi disse che Mildred lo sapeva che sarebbe venuto qui ma credeva volesse solo vedermi, lo portò via.

Quella stronza della madre gli aveva permesso di venire da me nonostante le sue condizioni, la odio.

Mi diressi in camera e andai subito a letto volevo che quella giornata finisse il prima possibile, non ci credevo ancora di quello che mi stava accadendo, sapevo che era pericoloso stare accanto a Eliot ma allo stesso tempo avevo paura di troncare definitivamente, feci la cosa più sbagliata gli mandai un messaggio.

Non voglio lasciarti stare insieme vuol dire anche superare le difficoltà, ma vorrei che in questa settimana che starò via ti schiarissi le idee, ne ho bisogno anche io, cerca di curarti e stare tranquillo, non ti lascio.

Non aspettai la risposta e spensi il telefono addormentandomi subito.

Confused HeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora