#4 Avril Lavigne
- Whis You where herePer colpa di Brandy ricomincio a ripensare a quel bambino, oramai è diventato il mio nuovo incubo. Come se non bastasse l'incubo che ogni giorno ho in casa.
E non sapendo nemmeno come, mi ritrovo al parchetto abbandonato, che tra qualche mese sarà ristrutturato. Penso di sorpassalo come da mio solito, ma stranamente non lo faccio. Mi avvicino verso all'altalene e mi siedo in quella posta a sinistra, siccome quella accanto la lasciavo sempre per lui.
Inizio a dondolare per un po, finché il mio sguardo non si sposta verso lo scivolo rosso ormai arrugginito.
"Questa è la mia nave." dice salendo le piccole scale, per poi guardarsi intorno con un ampio sorriso. Sposta il suo sguardo dal panorama a me."Vuoi salire a bordo?" Mi chiede gentilmente, porgendomi la sua mano.
Guardo prima lo scivolo, e poi la sua mano e il suo sorriso. Mi mordo l'interno guancia e decido di salirci, affero la sua mano salendo le piccole scalette mettendomi accanto a lui.
"Sei ancora triste Sharon?" Mi domanda guardando davanti a sé.
"Un po, ma con te sono felice." ametto arrosendo abbassando la testa.
"Io so come cacciare quella poca tristezza che hai, devi fare scivolare tutto via."
Alzo il volto e lo guardo corrugando la fronte confusa. Mi fa salire un ultimo gradino per poi spingermi e farmi scivolare, chiudo gli occhi e porto le mani al viso spaventata di farmi male.
Sento qualcosa toccare le mie piccole mani per poi spostarle dal mio viso. "Non avere paura di far scivolare la trsistezza, Sharon." mi sorridere rubandomi il nasino con l'indice e il medio.
"Ehy! Ma quello è mio! Ridamello! " piagnucolo portando le mani al mio naso.
"Se lo rivuoi, vieni a prendelo."mi sfida con un ghigno.
"Cattivo!"
Sento qualcosa vibrarmi nella tasca dei jeans riportandomi nel presente. Scuoto la testa, e prendo il telefono vedendo tre chiamate perse da Beth, e un mesaggio.
Sgrano gli occhi scioccata. Sono seriamente impressionata come il passato e i miei pensieri mi possano intrappolare all'interno di essi, facendomi dimenticare tutto quello che mi sta intorno. E come stare in coma.
*Ricordati che tra un'ora devi venire a casa mia.*
"Cavolo."mormoro mordendomi il labbro.
*Non ho nulla da mettermi.* trovo una scusa per non venire a quella cena. Non sto capendo la motivazione del perché io debba andare, non ho nulla a che fare.
*pff, io ho il lusso in casa mia. Te ne do uno io.* Roteo gli occhi mandandola a quel fotutto paese.
*Midispiace, ma tu verrai. Mandarmi a fanculo non è la soluzione. Quindi muovi il tuo deretano!*
Mi spavento guardandomi intorno con la paura che mi stia guardando, ma non c'è anima viva. Rimetto il telefono all'interno della tasca dei jeans e mi alzo dall'altalena.
Esco dal parchetto, ma non presto attenzione a dove vado perché fiso intensamente quel scivolo. "Ma dove sei?" Sussuro riportando lo sguardo davanti a me, ma sono in ritardo prima che accade la tragedia.
Schiaccio, per sbaglio, il piede di un ragazzo così che a causa del suo piede inciampo andando a sbattere contro un palo, procurando un segno rosso sulla fronte. Mi porto le mani al viso imprecando per il dolore.
"Cristo! Se dovuta diventare ceca proprio quando ci dovevo essere io?!" Sbraita la voce del ragazzo. Potrebbe venire a chiunque un orgasmo per la sua voce roca.
"Scusa, scusa" piagnucolo tenendo lo sguardo basso mortificata. Sento all'improvviso vibrare, di nuovo, il telefono e non c'è nemmeno bisogno che guardi che sarà Beth che mi bestemmia contro.
"Scusa di nuovo." Dico veloce prima di alzare lo sguardo verso di lui, e penso di aver perso cento batitti. Era arte pura quel ragazzo, ma non avevo abbastanza tempo per guardalo che inizio a a correre verso la casa di Beth.
Mi ricordo solo che i suoi occhi erano chiari, ma spenti.