Capitolo 1.

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Due giorni dopo, sabato 4 Novembre

"Luis, preferisco rimanere a casa, tra poco arriva mia madre. Passerò la serata con lei. Xx"

Blocco il telefono. 5 minuti di attesa, nuovo messaggio.

"Sei sicura? È il tuo compleanno. Vieni a bere qualcosa, ci divertiamo, te lo prometto."

Immagino, penso.

"No Luis, ti ringrazio, magari domani mattina passo da Claude. Starò con mamma stasera, è tornata da Parigi solo per me."

"La situazione non mi convince, ma va bene. Se magari ci ripensi, scrivimi. Ancora buon compleanno piccola Gil. Xx"

Sorrido alla lettura del messaggio, sa che ho mentito però in effetti mia madre passerà la serata con me, le ho scritto due ore fa. Infatti, nemmeno il tempo di pensarlo che suona il citofono.

"Adesso apro." Apro la porta e torno a sedermi sul divano. Poco dopo, ricordo di avere in forno i croissant alla crema che ho preso per me e per lei. Cazzo, sono cucinati più del dovuto. Apro subito il forno e pensando di far veloce, li acchiappo con le mani, mettendoli subito nel piatto.

"Ahia!"

Porto le dita velocemente sotto la cascata d'acqua gelida del rubinetto, inizio già a sentire sollievo.

"E' assurdo che una studentessa di medicina, prenda il tegame con le mani senza protezione," - appoggia il cappotto sullo schienale della sedia, si avvicina all'isola della cucina e mi guarda - "Auguri tesoro."

"Grazie mamma." Le do un bacio volante con la sinistra continuando ad avere la destra sotto il getto dell'acqua che al momento, mi fa star meglio. Noto ad un tratto un pacco rosso appoggiato sul bancone. " E' per me?"

"A quanto pare..."

Afferro subito il pacco, straccio la carta e intravedo una sciarpa, prendendola però cade un piccolo cofanetto. Capisco subito l'oggetto all'interno ed infatti appena lo apro...

"Le tue perle..."

"Già, le mie," aggiunge mia madre. L'abbraccio immediatamente sapendo il valore significativo che hanno per lei. "Penso che la nonna sia d'accordo con me nel dartele, anche perché i miei lobi stanno diventando come quelli di una vecchia di 90 anni."

"Mamma anche tu dovrai diventare vecchia un giorno," l'avviso conoscendo già la sua reazione che non aspetta nemmeno 5 secondi a manifestare.

"Gilda, non dirlo nemmeno per scherzo!" sentenzia all'istante. "François dice che non ho età."

"Mamma, François è innamorato perso di te, e nonostante la tua età, difficilmente non esserlo però è condizionato dall'infatuazione dei primi mesi della vostra relazione." continuo, -" Presto si stancherà anche lui, sono tutti uguali, nessuna eccezione."

"Mon amour, capisco il tuo cinismo dell'ultimo mese ma non è colpa di François se ti sei ritrovata al tuo fianco un tipo come Steve."

No, non è colpa mia ma la sensazione di aver investito così tanto in un rapporto ha fatto crollare tutte le mie certezze. E dato che pensavo che Steve fosse diverso e che potesse funzionare, non mi rimane che non crederci più.

"Vieni qui Gilda," indica il posto sul divano accanto a sé. Prendo il vassoio con il cibo e la raggiungo. Appena mi sistemo, prende la mia mano e la stringe. "So che la situazione che stai vivendo ti è sconosciuta, è una relazione seria e credo sia la prima se non sbaglio, ma hai ancora 19 anni e devi capire che la tua vita non si ferma qui, il tuo rapporto dev'essere una cosa in più nella tua vita, non la tua vita. Sei piccola ancora per capirlo perché pensi di non aver sbagliato niente e non capisci perché tutto è iniziato ad andare a rotoli, ma è così. Le cose vanno così. Non possiamo controllarle, non possiamo decidere noi, a volte le cose vanno male, a volte vanno bene. Io e tuo padre non abbiamo sbagliato niente, ci siamo resi conto di non essere più innamorati. Ma questo non deve fermarti nel credere ancora nel rapporto con Steve o in quello successivo. Sei piccola e giovane, spero il contrario, ma capiteranno tante cose nella tua vita e sarai un temporale di emozioni. Ma mai devi smettere di credere in te stessa e nelle cose che ti fanno stare bene."

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