«Sta bene.» Fu la prima cosa che disse Mike non appena raggiunse i ragazzi in sala d'aspetto. «Siamo riusciti a far rialzare la sua temperatura corporea, e sembra non ci sia stato nessun danno agli organi. Adesso sta dormendo, dobbiamo solo aspettare che si risvegli.»
I tre Iglesias rilasciarono un sospiro di sollievo; Lara sorrideva verso la bambina che dormiva tra le sue braccia con un ditino in bocca.
«Avete scoperto qualcosa?»
«No papà» gli rispose Samuel. «Ha parlato di una lettera scritta, ma non ha voluto dirci dove si trova. E non ci ha voluto dire nemmeno il suo cognome, o meglio, ha specificato che quello che usa è falso. Il che è strano perché, in teoria, non avrebbe nemmeno dovuto dire che in realtà ha un altro cognome...»
«È una bambina Samuel, avrà fatto confusione!» lo interruppe Isabel scuotendo la testa per la stupidità del fratello.
«Comunque sua madre le ha detto che quello vero non doveva dirlo a nessuno, altrimenti le persone cattive l'avrebbero portata via» concluse Samuel lanciando un'occhiataccia ad Isabel.
Michael annuì. «Beh, non ci sono dubbi sul fatto che vivono in quell'auto. Mi vengono i brividi solo a pensarci! Siamo in pieno inverno, a New York! Aspettiamo che la ragazza si risvegli e poi vediamo come procedere. Di norma dovrei avvisare i servizi sociali, ma aspettare qualche giorno non cambierà nulla. Inoltre credo che le persone cattive di cui parlava la bambina fossero proprio loro.»
«Che facciamo papà?» gli chiese Isabel stringendosi ancora di più nel cappotto.
«Andiamo a casa e portiamo la bambina con noi. Ho chiesto alle infermiere di chiamarmi non appena la ragazza si sveglia; non c'è altro che possiamo fare per lei, se non prenderci cura della piccola.»
***
Amber si risvegliò due giorni dopo, confusa e spaventata. Aveva una flebo attaccata al braccio, e non ci pensò due volte a staccarla per potersi alzare dal letto.
Si guardò freneticamente intorno, ma era ovvio che la sua bambina non era lì. Si rivestì velocemente per andarla a cercare, non poteva essere lontana. Non doveva. Arrivò alla porta, ma nella fretta non si accorse che qualcuno stava per entrare nella camera, e ci andò a sbattere contro.
«Mammina!» urlò Hailey allungando le braccia verso di lei.
«Hailey! O mio Dio, stai bene?» le domandò Amber con le lacrime agli occhi, stringendo la piccola contro il suo petto.
«Sto bene mammina. Lara e la sua famiglia sono stati gentili e si sono presi cura di me.»
«Quanto ho dormito?»
«Due giorni» s'intromise Lara con voce roca. «E dovresti rimetterti a letto.»
«Chi sei tu?» le chiese Amber, alzandosi finalmente in piedi insieme ad Hailey.
«Lara Iglesias.»
«Mammina, è stata lei a salvarti, insieme al suo papà.»
«Grazie per quello che hai fatto per me e per mia figlia, te ne sarò grata in eterno, ma sto bene, e voglio tornare a casa.»
«Casa? Intendi quell'auto in cui hai quasi perso la vita?»
«Lara» la rimproverò suo padre. Poi si rivolse alla ragazza che stringeva la sua bambina in modo protettivo. «Amber, sono felice di vedere che stai bene. Sono il dottor Michael Iglesias, e capisco che tu voglia andartene, ma non è possibile. Devi rispondere a qualche domanda prima.»
Amber indietreggiò visibilmente spaventata. Era riuscita a cavarsela da sola per più tre anni, non poteva credere che adesso l'avrebbero rispedita a casa o, peggio ancora, che le avrebbero tolto Hailey.
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