capitolo quattro

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Mi risveglio in una stanza sconosciuta, con un pungente odore di vaniglia e mi stropiccio gli occhi ripetutamente.
-dove sono?- sussurro inutilmente.
mi guardo attorno spaesata, la luce filtrava chiara dalla finestra rischiarando le bianche lenzuola che mi ricoprivano.
-buongiorno principessa, hai un aspetto divino- dice sarcasticamente Cole.
Gli lancio un'occhiataccia e lui sembra capire subito ciò che voglio chiedergli.
-tranquilla, ho dormito nel divano, tu sei svenuta al bar ieri pomeriggio- afferma accennando un sorriso.
-ieri pomeriggio?- chiedo stupita.
-esattamente, sono le 7:36 e tu sei la prima ragazza che vedo dormire così tanto- enuncia porgendomi una tazza di the caldo.
-è ai frutti rossi e al limone, non sapendo quale fosse il tuo preferito ho deciso di metterli entrambi- precisa sorridendo.
Guardandolo bene devo ammettere che Cole ha davvero un bel sorriso.
-grazie Cole ma non dovevi- dico sorseggiando il delizioso the bigusto.
-devo avvertire mia madre che sto bene, magari posso anche parlargli di te, se non ti- si alza di scatto cogliendomi di sorpresa.
-no, non devi parlare di me a tua madre- affermo infastidito.
-hey Cole tranquillo, se non vuoi non farò il tuo nome- dichiaro sorridendogli.
Il ragazzo si mette le mani tra i capelli e va verso la cucina.
Non riesco a capire una tale reazione, lo conosco da praticamente qualche ora e già mi sembra che le cose si stiano rovesciando dalla parte sbagliata.
Sento in lontananza dei singhiozzi sordi e decido di andare a controllare, nonostante mi senta ancora non molto bene.
Mi affaccio alla porta e trovo Cole appoggiato al tavolo, con la testa tra le mani, completamente in lacrime.
-Cole tutto bene- chiedo appoggiandogli una mano sulla spalla.
-non ti preoccupare, sono solo un po' stressato dal film tutto qui, fare il protagonista é davvero pesante ma dopotutto ho scelto io di fare questo lavoro e devo subirne le conseguenze- afferma asciugandosi dolcemente il viso.
Non mi convincono molto le sue parole, penso che ci sia dell'altro, ma me ne parlerà lui quando si sentirà pronto, per adesso non posso fare altro che consolarlo.
-ti va se andiamo a bere qualcosa?- domando.
-stavolta farò del mio meglio per non svenire ed andare in letargo per mezza giornata- affermo facendolo leggermente sorridere.
-perché no?- risponde facendo spallucce, mentre ci avviamo verso l'uscita per tornare nuovamente al bar.

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