Capitolo terzo

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Arrivo a casa e getto la mia borsa sul tavolo e mi getto sul letto.
C'ho un mal di testa che tra un po' mi scoppia il cervello.
Sento che mia sorella mi sta guardando male, probabilmente per essere entrato senza salutarla.
"Ciao sis."
"Come è andata a lavoro?"
"Male. Ho mal di testa."
"L'ho notato da come sei entrato."
Sbuffo e mi giro su un fianco, sperando che lei capisse il mio muto segnale di lasciarmi in pace.
"Il nuovo paziente?"
Sono convinto che ha ricevuto il mio segnale, ma che lo stia ignorando.
"Cosa vuoi sapere, Hazel?"
"Com'è?"
Nella mi mente risposi Bellissimo.
"Crede che esistono i mostri e che esiste un campo per addestramento per semidei. La cosa buffa è che ha lo stesso nome del manicomio. Poi pensa di conoscermi già e che gli Dei greci mi abbiano cancellato la memoria... che caso complicato."
"Fammi indovinare. Era biondo con gli occhi azzurri?"
Spalanco gli occhi.
"Cos- ma che cazz- come hai-" non riesco a terminare una fottuta frase wow complimenti Nico.
"Me lo descrissi tu, ad 11 anni, non ricordi?"
"Hazel, per favore, era solo un fottuto incubo fatto da un bambino di 11 anni."
"Però la storia combacia abbastanza."
"Magari è presa da qualche film che abbiamo visto sia io che lui CHE NE SO MA È IMPOSSIBILE."
"Come vuoi te... io dico solo il mio parere."
Detto questo, se ne andò.

Quel sogno... così strano... me lo ricordo ancora alcuni tratti.
Una spada nera, una roccia a forma di pungo, dei capelli biondi...
Ricordo tante case, degli zoccoli di qualcosa o qualcuno e un camice bianco...

Quella stessa notte rifeci quel sogno.

Stanza Numero 731-SOLANGELODove le storie prendono vita. Scoprilo ora