Parte 4

35 3 0
                                    

Parte 4

3 mesi dopo

Finalmente era finito il termine e da lì a pochi giorni Allison avrebbe partorito la piccola Charlotte, aveva smesso di lavorare in ospedale già da una settimana, si occupava da casa solo delle ricerche, facendo videoconferenze su Skype con i suoi colleghi di dipartimento, dei quali la dottoressa Cameron si fidava ciecamente, per questo motivo era andata ben volentieri in maternità, ma anche perché non riusciva stare più di cinque minuti in piedi senza stancarsi, la piccola Charlotte cresceva e lo faceva anche bene, soprattutto nell'ultimo periodo scalciava parecchio, al punto da far avere alla sua mamma forti dolori.
Robert da padre e marito premuroso, nell'ultimo periodo preparava sempre lui la cena affinché sua moglie potesse riposare il più a lungo possibile, sapeva che ormai per lei fosse diventato difficile fare qualsiasi cosa, a lui poi piaceva cucinare e non era affatto un problema, alcune sera avevano anche mangiato la pizza davanti a qualche serie tv, concedendosi un romantico momento solo per loro, anche se puntualmente Allison finiva per addormentarsi sulle sue gambe o sulla sua spalla, al tocco delicato della mano di Robert che le accarezzava i capelli.
Era martedì mattina e Allison era sveglia già da qualche ora, le sue ore di sonno erano già notevolmente calate, perché la bimba scalciava spesso anche durante la notte e riusciva a dormire veramente poco; quando improvvisamente si accorse che Charlotte stava per venire al mondo. Le contrazioni erano sempre più ravvicinate e sapeva anche che da lì a poco si sarebbero rotte le acque, sperava che accadesse quando era già in ospedale. Chiamò Robert con tutta la forza che aveva il gola e lui se pur ancora assonnato, si era precipitato in cucina, con una ciabatta sì e una no ai piedi, una l'aveva persa nel corridoio per la fretta di raggiungere sua moglie.
«Credo che Charlotte abbia deciso di venire al mondo oggi» disse piegandosi ancora al dolore delle contrazioni.
Robert non se lo fece ripetere due volte, prese il cappotto di sua moglie, le infilò le scarpe velocemente, andò in camera e con la velocità della luce prese le prime due cose nell'armadio e si mise le scarpe anche lui, pronto per andare in ospedale. Non sapeva nemmeno bene cosa avesse indossato a dirla tutta, sapeva che avrebbe dovuto preparare il giorno prima qualcosa di pronto da indossare nel caso sarebbe successo all'improvviso, come effettivamente stava accadendo, ma ci stava pensando solo ora. Allison invece previdente ogni sera si preparava dei vestiti, infatti quella mattina era vestita in modo più decente di suo marito.
Superò con la macchina tutti i limiti di velocità, specie quando Allison gli disse che le acque si erano rotte e a loro mancavano ancora quindici minuti per arrivare. Non aveva mai guidato così velocemente in tutta la sua vita, soprattutto in uno stato di emozione tale, era nervoso per la paura di non arrivare in tempo in ospedale, ma allo stesso tempo era felice che la loro Charlotte stesse per venire al mondo. Allison anche provava un mix di sentimenti contrastanti, un po' legati alla paura di partorire in macchina, non era il massimo, ma anche perché improvvisamente si rese conto che la sua principessa stesse per nascere e che presto l'avrebbe abbracciata e stretta a sé, era emozionata e felice al pensiero, ma anche spaventata, quello spavento tipico di ogni mamma, legato alla paura di non essere all'altezza.
I pensieri di entrambi vennero allontanati quando parcheggiarono davanti all'ospedale, avevano deciso di partorire al PPHT, in modo che potessero usufruire del loro parcheggio riservato come dipendenti. Robert disse all'infermiera di prendere una sedia a rotelle per sua moglie e chiamò l'ostetrica che conosceva al cerca persone per farla venire subito.
Le contrazioni erano sempre più ravvicinate e mancava davvero poco che Charlotte nascesse, per fortuna arrivarono in sala parto in tempo, giusto in tempo per far sì che Allison potesse iniziare a spingere per far uscire la piccola. Robert era al suo fianco che le teneva la mano, era emozionantissimo, ma cercava anche di infondere coraggio a sua moglie. Allison invece in quel preciso istante pensava solo al dolore, non riusciva a pensare ad altro e stringeva talmente forte la mano di suo marito, il quale più di una volta aveva fatto una smorfia di dolore. Il dolore sembrava non cessare mai, Allison si ritrovò a pensare che fosse il peggiore della sua vita e che non l'avrebbe voluto provare mai più, che probabilmente Charlotte sarebbe rimasta figlia unica, ma in realtà sapeva in cuor suo che non sarebbe mai stato così, lo pensava solo per la tensione del momento e lo stress accumulato in quelle settimane che stava venendo finalmente tutto fuori.
Un'ora dopo Allison era nel suo letto con accanto la sua bambina, la teneva in braccio e addosso aveva la tutina che Robert aveva comprato qualche settimana indietro. Aveva fatto in modo che l'infermiera prima che la portasse da sua moglie, le mettesse la tutina con gli unicorni.
Vedendo la tutina aveva alzato gli occhi verso Robert, non credeva a ciò che stava osservando, non ne aveva capito niente quel giorno e solo ora si rendeva conto che il disguido sul sistema era una scusa per comprare la tutina che lei aveva guardato con amore e fantasticando. Le aveva fatto una sorpresa bellissima ed era senza parole, l'unica cosa che riuscì a fare fu baciare suo marito.
Robert si era incantato a guardarla mentre con stupore si girava verso di lui e poi aveva assaporato le sue labbra, sapendo che era riuscito a farla rimanere senza parole, ma il bacio che gli diede sua moglie per lui valse più di mille parole, era un bacio di amore vero, lo sentiva da come il loro cuori battevano all'unisono.
Con la loro bambina in braccio rimasero un tempo infinito per entrambi, ad osservarla. Era così bella, profumata, delicata. Era tutto il loro mondo.
Allison la stringeva forte, ma allo stesso tempo cercando di non farle male, quasi fosse di porcellana e si incantò a guardare i suoi occhi: in un primo momento sembravamo verdi, come i suoi, ma guardandola meglio vedeva anche qualche punta di celeste, sapeva che non si poteva ancora definire bene il colore degli occhi di un neonato, ma lei si sentiva che sarebbero stati di entrambi i colori, sia verdi come i suoi, sia azzurri come quelli di Robert. Aveva tanti capelli per essere così piccola, ora capiva perché aveva avuto tanta nausea in gravidanza, specie nell'ultimo periodo, ed erano di un biondo intenso, sicuramente sarebbe stata bionda e sarebbe stata una bambina meravigliosa. La sua bambina meravigliosa, la sua Charlotte. Ora poteva dirlo, poteva stringerla, accarezzarla, guardarla, ora poteva dire di essere mamma, di essere la mamma di Charlotte Chase.
Robert anche rimase incantato a guardarla a lungo, rendendosi conto solo in quel preciso istante quanto fosse meraviglioso essere papà. Solo adesso che poteva toccarla, accarezzare la sua pelle delicata e morbida, guardarne i tratti, poteva dire di sentirsi veramente suo papà, sangue del suo sangue. Charlotte aveva il suo stesso sangue e il suo cognome, lui era il papà di quella meravigliosa principessa e avvertì nel cuore una sorta di amore, di protezione che non aveva mai provato prima, si ritrovò con gli occhi lucidi dalla felicità mentre guardava la sua bambina muovere le manine o chiudere gli occhi, anche quei piccoli gesti da parte sua per lui significavano tanto.
«Amore, ma lo sai che giorno é oggi?» disse infine Allison, riprendendosi dai suoi sogni ad occhi aperti.
«Si, martedì, nostra figlia é nata nel nostro giorno. Tu amore mio sei meravigliosa, ma la nostra Charlotte lo è ancora di più.» guardò prima sua moglie negli occhi, ancora lucidi dall'emozione e poi tornò a guardare la sua principessa, totalmente e completamente rapito da lei, come se gli avesse fatto un incantesimo. Come ogni martedì stava dichiarando a sua moglie il suo amore, ma ora aveva Charlotte e dichiarò amore eterno anche a lei, alla sua bambina.
«Ah quindi adesso farai i complimenti solo a lei?» disse ancora Allison, facendo finta di offendersi.
Robert annuì, per poi scoppiare a ridere e aggiungere: «Ally mi dispiace, ma ormai Charlotte é l'unica donna della mia vita.» ma prima che sua moglie potesse replicare, la baciò con passione, stando attento a non fare male alla piccola in mezzo a loro.
I colleghi andarono a trovare la neo mamma con la piccola Charlotte solo nel pomeriggio, immersi completamente dal lavoro e con grande stupore di Cameron, era andato anche House, si era mostrato come sempre poco entusiasta, ma comunque era andato e Allison fu felice di avere tutti intorno.
Ancora più felice lo fu quando poté stringere la sua bambina, sentirla addormentarsi dopo aver preso il latte, mai come quel giorno fu felice di restare tutta la notte sveglia a guardare dormire la sua piccola Charlotte, con suo marito al suo fianco, anche lui completamente incantato sulla loro principessa.


Our second chance Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora